Mappe. Quegli scrigni d'arte chiamati ambasciate
La residenza del Palazzo di Venezia ad Istanbul
Ci sono patrimoni storici ed artistici del nostro Paese poco conosciuti che tuttavia hanno un valore inestimabile, anche a livello di scambi culturali e relazionali dell’Italia con altre nazioni. Si tratta delle sedi diplomatiche all’estero, la cui magnificenza è ignorata da chi non ha avuto la possibilità di visitarle; proprio per questo l’ambasciatore Gaetano Cortese ha fondato e curato una collana di libri, dell’editore Carlo Colombo, ad esse dedicate. Ben 42 edizioni in più lingue, con illustrazioni bellissime, in dotazione a musei, gallerie e consultabili in varie biblioteche nazionali ed internazionali, come quella di Roma, Firenze, Parigi. E, andando più lontano, delle Università statunitensi di Harvard a Cambridge e di Washington. Molto interessanti le prefazioni, per esempio quella del presidente Sergio Mattarella su Palazzo Metternich a Vienna. E di Giorgio Napolitano sul Palazzo di Sophialaan all’Aja: residenza italiana dal 1907, di cui Gaetano Cortese ha fatto una ricostruzione storica a partire dal 1859, anno in cui il primo diplomatico italiano entrò in carica nei Paesi Bassi. Ricordiamo che nel 1945 fu istituita dall’Onu la Corte Internazionale di Giustizia con sede all’Aja, nel Palazzo della Pace (di stile neorinascimentale). In seguito i leader d’Italia ed Olanda si unirono per dare vita, insieme ad altri quattro Paesi fondatori, a un progetto lungimirante di integrazione dei popoli d’Europa che non ha precedenti al mondo. Infatti fu di nuovo all’Aja che si svolse nel 1948 il primo Congresso dell’Eu- ropa. L’anno dopo nacque il Consiglio d’Europa. Nel 2002 la Corte penale internazionale. Ma non si può parlare di storia, passata e presente, senza prescindere dai valori artistici che ne fanno parte. Torniamo allora alla sede residenziale dell’ambasciata all’Aja, testimonianza tangibile di come arredi italiani e pregiate opere d’arte della nostra tradizione si possono egregiamente abbinare al sobrio stile architettonico olandese del tardo Ottocento. Appena si entra nella prima sala si nota subito un 'semplice' camino di legno intarsiato, interamente decorato dalle famose piastrelle azzurre in maiolica di Delft, raffiguranti tipiche scene olandesi. Accanto, l’incantevole quadro Apollo e Dafne di Francesco Gessi (1588-1649) del XVII secolo, pertinenza della Galleria Sabauda di Torino. Il dio Apollo e la ninfa Dafne, di cui si era invaghito, sono rappresentati a mezzobusto. Osservandolo da sinistra si incontra subito lo sguardo amorevole di Apollo ed il 'movimento' della sua mano che avvolge la parte del corpo di Dafne, la quale si sta trasformando in albero: come se stesse cercando di trattenerla. Ponendosi di fronte e poi sul lato destro si rimane immediatamente colpiti dallo sguardo terrificato, angosciato della ninfa, che racconta la drammaticità del momento. Tante sono le sedi delle ambasciate valorizzate da Gaetano Cortese, fra cui la residenza del Palazzo di Venezia ad Istanbul, in cui la storia della Serenissima si intreccia a quella dell’impero ottomano. E poi quelle di Bruxelles, Londra, Lisbona, Oslo, Berlino, Stoccolma, Madrid, Il Cairo e Washington. Prestigiose come prestigiosa è stata la carriera di Cortese, culminata con l’incarico di ambasciatore d’Italia nel Regno del Belgio e nel Regno dei Paesi Bassi. Completata da una serie di riconoscimenti e premi, tra i quali il 'Premio della Cultura' conferitogli dal Circolo della stampa di Milano proprio per questa sua realizzazione della collana libraria, «intesa a valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero». Dunque, nessuno meglio di lui può aggiungere un tassello finale a questa ricostruzione sui nostri beni patrimoniali che fanno da sfondo a relazioni bilaterali di rilievo. Gli chiediamo come e a quale scopo è nata l’iniziativa editoriale. «L’idea è nata quando ero ambasciatore in Belgio. Nel 2000, in occasione di un pranzo di gala in residenza, si pensò di donare a tutti gli illustri ospiti una pubblicazione dedicata all’ambasciata, che nel 1929 aveva ospitato la cerimonia del fidanzamento del principe Umberto di Savoia con la principessa Maria José del Belgio. Sull’onda del successo dell’iniziativa si convenne con l’editore Colombo di creare una collana per presentare al più vasto pubblico la capacità delle nostre residenze diplomatiche di offrire emozioni: la sorpresa affascinante che rapisce chiunque si trovi di fronte a qualcosa di originale ed imprevedibile», risponde Cortese. Su quali siti internet si possono trovare ulteriori informazioni sulla collana? «L’ambasciatore Stefano Baldi ha creato un sito, 'La penna del diplomatico', dove nella sezione 'Le ambasciate italiane' sono pubblicate tutte le opere della collana dell’editore Carlo Colombo con la possibilità per i visitatori di poter visionare e scaricare gran parte dei libri recensiti ». L’ultimo volume in uscita riguarda l’ambasciata d’Italia in Egitto, con una dedica speciale e un’altrettanto speciale introduzione, spiega Cortese. Il libro, infatti, è dedicato ad un amico di Cortese, Antonio Verde, ministro consigliere dell’ambasciata d’Italia al Cairo morto durante la sua missione diplomatica. «La mia introduzione – conclude il diplomatico – ripercorre in grandi linee la storia della presenza italiana in Egitto evidenziando l’apporto dato dalle nostre comunità al Cairo, Alessandria e Porto Said».