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Scienza. Quammen e i virus: meglio conoscerli che temerli. A volte fanno anche del bene

Franco Gàbici venerdì 16 dicembre 2022

Una decina di anni fa il divulgatore scientifico David Quammen raccontò in un libro l’evoluzione dei maggiori microorganismi patogeni che nel corso del tempo hanno interessato l’uomo. Grazie a un particolare procedimento, chiamato “zoonosi”, un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all’uomo. Si è sempre detto, ricordando il filosofo Leibniz, che “la natura non fa salti” e invece questi virus di salti ne fanno, eccome, perché proprio attraverso un “salto di specie” possono causare non pochi guai. Ma la cosa sorprendente è che alla fine del suo libro, intitolato Spillover (termine che definisce l’uscita di un virus da un ambiente dove abitualmente si trova verso una nuova “specie ospite”), Quammen vestì i panni della Cassandra avvertendo in tempi non sospetti che, fra tutti gli agenti patogeni, i coronavirus avrebbero potuto scatenare una pandemia. Dieci anni dopo Quammen esce con un nuovo e corposo libro (Senza respiro; Adelphi, pagine 526, euro 26,00) con il quale racconta con dovizia di particolari la storia del virus che ha messo in ginocchio l’umanità. Una storia avvincente e meticolosa che Quammen ha ricostruito dopo aver intervistato un centinaio di esperti senza però riuscire a trarre nessuna conclusione. Due, in sostanza, le scuole di pensiero. Una sostiene che il virus, frutto di una manipolazione genetica, sia sfuggito dal laboratorio di Wuhan in Cina, l’altra invece è del parere che il virus provenisse da un animale “ospite”. Al momento, però, la bilancia non pende da nessuna parte anche se l’ipotesi più accreditata propenderebbe per l’origine naturale del virus. Ma non c’è nulla di certo e il dilemma amletico probabilmente è destinato a non aver risposta. Di fatto questa triste storia iniziò molti anni addietro, quando nel marzo del 2003 l’Organizzazione mondiale della sanità di Ginevra diramò l’allerta globale per quella “polmonite atipica”, da allora conosciuta come Sars. E da quel momento gli scienziati andarono ripetendo di stare all’erta ma i loro allarmi purtroppo risuonarono «in un vuoto di disinteresse e sordità». E Quammen a questo proposito critica l’atteggiamento della politica e le sue «madornali malefatte ». Sono ancora molti gli aspetti poco chiari di questa storia e se da un lato il virus oggi è sicuramente meno aggressivo dall’altro deve preoccupare il fatto che, a detta degli esperti, questo virus ci accompagnerà per sempre. Certo, i vaccini hanno sicuramente contribuito a ridurre la sfera d’influenza del virus ma questo ha ben presto dimostrato la sua natura proteiforme mettendo in campo le famigerate varianti. Sorprende, infine, leggere in queste pagine che i virus non sono poi così brutti come vengono dipinti. Viviamo in un mondo di virus (solo i mammiferi possono essere portatori di almeno 320 mila virus) e molti di questi «recano benefici adattivi, e non danni, alla vita sulla Terra, compresa la vita umana»; molti hanno avuto un ruolo cruciale nell’avviare «importanti transazioni evolutive» per cui se eliminassimo tutti i virus la diversità biologica non esisterebbe. E proprio per questo val la pena comprenderli anziché temerli o demonizzarli.