Formula 1. Gp Monza, l'ultima volta di Montezemolo?
Rosberg ed Hamilton, oppure Hamilton e Rosberg. Cambia poco e non potrebbe essere diverso. Dopo i fatti del GP del Belgio tutti attendono la nuova puntata della loro sfida personale, una sfida che Flavio Briatore definisce “Ottima per la F1, da seguire con attenzione”. Ma il dubbio resta: ci fanno o ci sono? Eh sì, perché a vederli puliti, perfettini e tutti votati alla causa Mercedes e a guardarli negli occhi, capisci subito che un conto è la forma, un’altra la sostanza. I due si stanno antipatici ora perché in ballo c’è il mondiale, nessun altro può batterli e sanno che è una occasione unica che difficilmente si ripresenta nella vita di un pilota ed entrambi sanno che dovranno giocare sporco, se è il caso, per imporsi. Vedi toccata, del tutto innocente a dire il vero in Belgio, ma con altri colpi di scena sempre pronti a venire a galla: “Guarderò la telemetria di Nico” dice Hamilton. Ma come, se è lui quello considerato il più veloce deve “spiare” il rivale? Allora vuol dire che qualcosa non quadra e la sindrome dell’ostaggio in casa dei nemici sta prevalendo nell’animo di Hamilton. Vabbè, direte, fatti loro.
Siamo a Monza, casa della Ferrari, e della rossa non si parla solo delle prestazioni in pista. Buone, una volta tanto, con Raikkonen terzo a un decimo e Alonso quarto a tre decimi. Roba da sognare rispetto a inizio stagione. No, tutto ruota attorno a cosa succederà al presidente Montezemolo, dato per partente a fine anno, oppure su Alonso che potrebbe andarsene prima del previsto. “Affatto, sto lavorando per prolungare la mia presenza alla Ferrari” dice lo spagnolo e Briatore rincara la dose: “Alonso sta bene dove è, non ha ragione di andare da un’altra parte”. Visto che è il manager di Fernando, forse è informato di qualcosa… Per quanto riguarda Montezemolo è difficile pensare a una Ferrari senza di lui. Ha vinto 16 titoli mondiali negli ultimi anni, ha segnato l’epoca della rossa più vincente di tutti i tempi ma, soprattutto, è uomo capace di dare emozioni ai tifosi, di andare a Beverly Hills, baciare Sharon Stone e farla sedere in una Ferrari. I numeri parlano di un successo industriale, di numeri mai fatti prima e se si guarda a Maserati, anche qui tutto è in crescita per vendite, modelli e conoscenza del marchio. Quindi la prima domanda è perché dovrebbe andarsene dalla Ferrari. E per fare cosa? E poi, con chi sostituirlo a Maranello? Ecco che tutto appare complicato, difficile da risolvere e senza una spiegazione logica comprensibile se non a chi opera nei piani alti della finanza. E a Monza il presidente Montezemolo avrà modo di dire la sua, chiarire o ingarbugliare le carte in tavola. E a completare lo scenario monzese ci si mette anche il mercato piloti: la McLaren ha detto che vuole Vettel o Alonso. Lo spagnolo ha risposto no, grazie. Vettel nicchia: “Ho altri problemi e le sfide non mancano alla Red Bull. Hanno detto che ho rimato per tre anni a 150 milioni di euro, quando ho chiesto dove fosse la penna per firmare il contratto, non si è visto nessuno!”. Dettagli, insomma, voci e pettegolezzi. In pista, ormai, pare tutto già scontato e definito…