Biotecnologie. Dalla pelle del pesce gatto arriva un nuovo antibatterico
Pesce gatto africano. Dalla sua pelle un nuovo tipo di antibatterico per gli esseri umani
Il muco ricavato dalla pelle del pesce gatto africano può produrre un composto con potenti proprietà antibatteriche. A scoprirlo e a descrivere questo nuovo materiale gli scienziati dell'Università della California, che hanno presentato a Davis, dove ha sede l'ateneo, i risultati del proprio lavoro durante il Meeting dell'American Society for Biochemistry and Molecular Biology.
Il team, guidato da Hedmon Okella, ha estratto un composto dalla pelle del pesce gatto africano d'allevamento, che potrebbe migliorare la lotta ai batteri resistenti agli antibiotici. "La resistenza antimicrobica - commenta Okella - rappresenta una minaccia globale per la salute pubblica, e rende necessaria la ricerca di nuove sostanze sicure ed efficaci. In quest'ottica, i peptidi antimicrobici rappresentano una strada promettente". Nell'ambito del lavoro, gli studiosi hanno estratto delle catene di amminoacidi dal muco dalla pelle del pesce gatto africano, una curiosa specie ittica, ma in grado di respirare anche l'aria.
Utilizzando degli algoritmi di intelligenza artificiale, gli esperti hanno selezionato i peptidi che presentavano proprietà antibatteriche, per poi sintetizzare l'alternativa piu' promettente, NACAP-II. L'efficacia e la sicurezza di questo composto sono state testate sulle cellule sanguigne di mammiferi infettate da Escherichia Coli. I test hanno dimostrato che la proteina era in grado di causare la rottura dei batteri senza compromettere l'integrità delle cellule del sangue. Gli autori precisano che sarà necessario condurre ulteriori approfondimenti per dimostrare la potenzialita' del composto come antibiotico e antibatterico in altri studi preclinici.
"I risultati preliminari - spiega Okella - suggeriscono che NACAP-II può distruggere l'involucro cellulare batterico anche a basse concentrazioni, potenzialmente innocue per le cellule umane". Il muco presente sulla pelle del pesce gatto africano, in effetti, protegge gli esemplari dalle infezioni, trasportando fisicamente i germi al di fuori dell'epidermide, e producendo composti peptidici. In aggiunta, sottolineano gli autori, molti farmaci attualmente in commercio si basano su prodotti trovati in natura, per cui e' ragionevole ipotizzare che ne esistano molti altri ancora sconosciuti. "Organismi marini e acquatici costituiscono una fonte particolarmente ricca di composti bioattivi - conclude Okella - nei prossimi step, cercheremo di indagare gli effetti del peptide in modelli animali. Attualmente stiamo utilizzando la sintesi chimica per aumentare la produzione di questo peptide che crediamo un giorno sara' utile come candidato farmaco nella battaglia contro la resistenza antimicrobica".