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Sostenibilità. Per il colossale bucato degli atleti c'è la Lavanderia solidale

Daniele Zappalà sabato 27 luglio 2024

La Lavanderia solidale Les Canaux (I Canali), situata nel quartiere di Stalingrad, uno dei più poveri di Parigi

Dopo gli allenamenti o le competizioni nei numerosi siti di Parigi 2024, montagne di calzini, canotte ed altri capi impregnati di sudore. Nella logistica delle Olimpiadi, la gestione del bucato di migliaia di atleti e accompagnatori è un aspetto fra i più cruciali, benché solo di rado evocato: più di 8 tonnellate di bucato da lavare ogni giorno. Dati i volumi, gli organizzatori avrebbero potuto puntare su grandi aziende classiche del settore. Ma fra le novità assolute dei Giochi parigini, c’è pure la “Lavanderia solidale”, ovvero la cordata di 9 associazioni dell’economia sociale e solidale capaci di aggiudicarsi l’appalto olimpico, permettendo così a 450 lavoratori in fase di reinserimento sociale di poter entrare nella cerchia di chi potrà vantarsi un giorno, con i nipotini e non solo, di aver partecipato da attore non protagonista al funzionamento del più importante evento planetario. Fra questi partecipanti inattesi dietro le quinte, dei senzatetto, dei migranti, molti portatori di handicap ed altre persone segnate anche per anni da situazioni di esclusione o profondo disagio. Ogni giorno, dalle 7 del mattino alle 22, la piattaforma associativa lavorerà nel Villaggio olimpico a nord di Parigi, presso 12 lavanderie. Un’opera ciclopica al servizio dei 24mila residenti, a cominciare dai circa 10.500 atleti, famosi o sconosciuti. A livello economico, si tratta di un mercato da oltre 2 milioni di euro, che trasformerà l’umile cordata associativa nel terzo datore di lavoro in assoluto delle Olimpiadi, dopo le multinazionali transalpine Accor, per i pernottamenti, e Sodexo, per le mense. Concretamente, ogni atleta riceve due sacchetti a rete che potranno essere depositati in una delle lavanderie. Fra l’altro, un’app permette agli sportivi di seguire in tempo reale l’evoluzione di ogni consegna di bucato sporco. Non era mai successo che un intero settore di prim’ordine della logistica olimpica venisse affidato all’economia sociale e solidale. La Lavanderia solidale è il frutto della convergenza d’intenti, in particolare, della Federazione nazionale delle imprese d’inserimento sociale tramite l’attività economica (Coorace) e dell’originale struttura indipendente Les Canaux (I Canali), situata nel quartiere di Stalingrad, uno dei più poveri di Parigi, per fungere da laboratorio urbano di progetti innovativi proprio nel campo dell’economia sociale e solidale, anche attraverso la divulgazione. Del resto, il Comune di Parigi ne ha fatto pure uno degli 8 ‘luoghi iconici’ della capitale per mostrare le trasfor-mazioni in corso, soprattutto in chiave di transizione sociale ed ecologica. Per tutti gli attori dell’economia sociale e solidale, La Lavanderia solidale rappresenta pure una vetrina e un test unici, soprattutto in prospettiva futura: «Vogliamo dimostrare così che le associazioni d’inserimento sociale e dedicate all’handicap sono ormai mature per rispondere anche a mercati di prim’ordine e segnati da alte esigenze di qualità», ci spiega con entusiasmo Mathilde Bérody, alla guida di La Conciergerie solidaire, l’entità che assicurerà il coordinamento del lavoro delle 9 associazioni, aggiungendo: «Speriamo adesso di convincere le federazioni sportive francesi ad affidare a strutture come la nostra almeno una parte dei mercati legati alle loro future competizioni». Nello stesso spirito, fra l’altro, anche la fabbricazione di 110mila magliette dei volontari dei Giochi è stata affidata al settore, pronto ormai a ricevere l’eredità di Parigi 2024.