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SANREMO 2013. «Per battere la crisi esportiamo il festival»

Angela Calvini sabato 16 febbraio 2013
​«Per battere la crisi delle orchestre sinfoniche, noi puntiamo sul pop». Parola dell’Orchestra Sinfonica Città di Sanremo, quella che ogni sera accompagna i cantanti del 63mo Festival e che pochi mesi fa ha rischiato di chiudere a causa dei tagli. Ed ora, forse, ha trovato l’idea vincente: portare in tour le canzoni del festival, alternandole alla consueta stagione sinfonica. L’Orchestra (37 elementi), è una delle più antiche e prestigiose realtà musicali italiane con i suoi oltre cento anni di vita, e fa parte delle tredici Istituzioni Concertistico Orchestrali riconosciute dallo Stato. Nacque nel 1905 e da allora ha sede nel Teatro dell’Opera del Casinò. Proprio lì nacque il Festival e da quel febbraio 1951 la Sinfonica di Sanremo ha accompagnato anche Nilla Pizzi, Modugno, Celentano. Dopo una parentesi dagli anni ’80 ai ’90, nel 2003 è tornata ad accompagnare i cantanti all’Ariston. Nel frattempo, non ha mai smesso di eseguire i classici, da Verdi, a Rossini e Mozart accompagnata dai più grandi direttori come Bychkov, Chailly, Gatti, Gavazzeni, Oren, Pidò (che ne fu direttore). E, stasera al Festival, toccherà a Daniel Harding che la guiderà in un omaggio al bicentenario wagneriano.«Con i tagli dei fondi del Comune di Sanremo a causa del patto di stabilità – spiega il presidente della Fondazione, Anselmo Avena – il contributo era sceso da 1.600.000 euro a 1.200.000 euro annui creando un grave deficit. Ora è stata firmata una convenzione di tre anni col Comune per un contributo di 800.000 euro l’anno, più 800.000 euro del Ministero del Beni culturali. Per ora l’orchestra è salva, ma occorre attirare gli sponsor e, quindi, "vendere" il marchio Sanremo». Le potenzialità sono ampie, e si tratterebbe di un’innovazione. «Andremo al Mibac a chiedere uno statuto speciale per la Sinfonica di Sanremo, che ci permetta di conteggiare nei 100 concerti annuali necessari per ricevere i fondi, anche i concerti con le grandi canzoni italiane». Quando sale sul palco dell’Ariston l’ensemble cambia repertorio, e nome in Sanremo Festival Orchestra. Merito del maestro Bruno Santori, da tre anni suo direttore artistico, alle spalle ben 18 Festival. «La classica ha bisogno del pop per uscire dalla nicchia, e il pop ha bisogno della classica per rafforzare le sue melodie» spiega il maestro che con l’ensemble ha registrato il cd del trentennale degli Stadio, e l’anno scorso ha suonato davanti a 100mila persone in piazza Duomo a Milano accompagnando Pino Daniele, Tiziano Ferro e Laura Pausini nel concerto dei 30 anni di Radio Italia. «Abbiamo in previsione anche tournée all’estero (a breve il Canada) suonando i brani storici del Festival, da Grazie dei fior a Terra promessa. Questa è la via del futuro».