Parma. La Biblioteca Palatina svela online il tesoro dei suoi manoscritti greci
Il "sinassario" Ms. Pal. 14 della Biblioteca Palatina di Parma
La Biblioteca Palatina di Parma, uno dei gioielli del Complesso della Pilotta, ha reso disponibile alla consultazione online 35 manoscritti greci realizzati tra il X e il XVIII secolo. Si tratta dell'esito di un lavoro di ricerca e di valorizzazione culturale durato anni e che ha richiesto studi specialistici, interventi tecnici di alto livello e collaborazioni prestigiosei.
“Questa nuova apertura al mondo è – sostiene Simone Verde, direttore del Complesso museale statale parmense - un segno di come stiamo realizzando la Nuova Pilotta: non un fortino chiuso di sapere per pochi, ma una piattaforma dove i saperi vengono condivisi, con gli utenti e visitatori locali ma anche con coloro che a Parma non possono venire ma che vogliono conoscere i tesori incredibili della nostra Città. Ovunque essi siano”.
Massimo Magnani, professore di Lingua e Letteratura Greca dell’Università di Parma, è il responsabile scientifico del progetto. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con la Direzione della Biblioteca Palatina.La pubblicazione è avvenuta in “Internet Culturale”, portale di accesso al patrimonio delle biblioteche pubbliche e di prestigiose istituzioni culturali italiane, curato dall’Istituto centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU). Ogni singolo manoscritto può essere visualizzato, sfogliato, ingrandendo le pagine o particolari di pagina. Il dettaglio dell’immagine è altissimo, permettendo anche di cogliere il dettaglio delle miniatura e delle pergamene.
Una coppia di pagine miniate del Tetraevangelo Ms. Pal. 5 della Biblioteca Palatina di Parma - Biblioteca Palatina di Parma
A essere pubblicato online, spiega la direttrice della Palatina, dottoressa Paola Cirani, è "l’intera raccolta di manoscritti greci della nostra biblioteca. Opere preziose e di enorme interesse, imprescindibili per studiosi di diverse discipline. 11 di essi provengono dal Fondo Palatino, nato dalla raccolta iniziata a Lucca dai Duchi di Borbone, che riunirono manoscritti acquistandoli da importanti collezioni private, come quella dei tre cardinali della famiglia Buonvisi. Uno dei pezzi più preziosi è il Ms. Pal. 5, sontuoso Tetraevangelo, datato intorno all’anno Mille.Altri 24 manoscritti appartengono al Fondo Parmense, dove si trovano grazie all’opera di Paolo Maria Paciaudi (1710-1785), primo bibliotecario della Palatina, e di Giovanni Bernardo de Rossi (1742-1831), artefice della raccolta di quel fondo ebraico di manoscritti e stampati, che rende unica a tutt’oggi la Biblioteca. Tra i tesori di questo fondo vi è il Rotolo in pergamena (Ms. Parm. 1217/2), riunito con altri tre in una custodia, arricchita dallo stemma impresso in oro di Ferdinando di Borbone, oltre all’Etimologico di Simone Grammatico, opera di valore inestimabile.”