Paralimpiadi al via: dieci giorni di gare
da
giovedì 8 settembre a domenica 18 settembre. Tanti eventi, tante
emozioni, tante storie da raccontare. Sono presenti
4.300 atleti da 176 Paesi;
101 gli italiani in gara.
I dieci appuntamenti da non perdere
1.
La cerimonia di apertura,
mercoledì 7 settembre a partire dalle 22.30 italiane (le 17.30 di Rio). Uno show di tre ore, nell'atmosfera
calda dello stadio Maracanà, che segna l'inizio dei primi Giochi
Paralimpici disputati in America Latina. "Ogni corpo ha un
cuore", il tema della serata, con la volontà di sorprendere e
provocare, celebrando la cultura carioca e raccontando la
disabilità come completezza del vivere quotidiano. Duemila
volontari, 100 professionisti, 16 star brasiliane e la
tradizionale sfilata dei 4 mila atleti, aperta dal team
indipendente (che vede in squadra due rifugiati) e chiusa dal
Brasile padrone di casa.
2.
I paralimpici più veloci. È fissata per la sera di venerdì
9 settembre, allo stadio Olimpico, uno degli appuntamenti più
attesi del programma di atletica leggera, con molti degli
sprinter che si contenderanno l'oro nelle gare delle loro
categorie. La gara regina è quella dei 100 metri T43/T44, che
dopo i trionfi di Pistorius a Pechino 2008 e di Jonnie Peacock a
Londra 2012 vedrà una corsa a tre: ancora Peacock, insieme allo
statunitense Jarryd Wallace e all'idolo di casa, il brasiliano
Alan Fonteles Oliveira. Grande attesa a Rio anche per i 100 metri
T11 con la beniamina di casa Terezinha Guilhermina. Sempre in
campo femminile, la cubana Omara Durand è pronta a nuovi
successi, come pure - nella categoria in carrozzina -
l'inossidabile Tatyana McFadden, che proprio venerdì inizierà
il suo cammino verso un obiettivo da paura: vincere sette
medaglie d'oro.
3.
Arco senza braccia. Mercoledì 14 settembre al Sambòdromo di
Rio si assegnerà l'oro del compound individuale maschile di tiro
con l'arco. Tenete d'occhio l'arciere statunitense Matt Stutzman,
che a Londra fu argento e qui a Rio vuole salire sul gradino più
alto del podio. Stutzman detiene il record mondiale nel tiro di
precisione da lunga distanza, ma ciò che rende le sue
performance ai limiti dell'incredibile è il fatto che è
amputato ad entrambi gli arti superiori. Non ha mani nè braccia,
e scocca le sue frecce usando i piedi e la bocca. È una delle
performance paralimpiche più straordinarie.
4.
Il Brasile in festa. Hanno vinto la medaglia d'oro dei Giochi
Olimpici nell'agosto scorso e cercano ora il bis anche alle
Paralimpiadi. Il Brasile del
calcio e quello della
pallavolo
sognano una fantastica doppietta, motivo di grande orgoglio in un
paese dove gli sport di squadra - e il calcio e la pallavolo su
tutti - sono i più diffusi e praticati. Se il rigore di Neymar
ha dato il successo olimpico al Brasile nella finale contro la
Germania, la squadra di calcio non vedenti va alla ricerca del
quarto oro paralimpico consecutivo guidata dai suoi gioielli
Jefinho e Ricardinho. Sul loro cammino, solo l'Argentina potrebbe
opporre davvero resistenza. Quanto alla pallavolo, l'oro olimpico
conquistato in finale contro l'Italia potrebbe essere bissato da
quello della pallavolo sitting, anche se qui i brasiliani
dovranno davvero compiere un'impresa se vorranno sopravanzare le
due corazzate che si sono spartite le vittorie negli ultimi anni:
l'Iran, campione del mondo in carica, e la Bosnia Erzegovina,
campione paralimpico a Londra 2012.
5.
Un salto più che olimpico. La gara di salto in lungo maschile
T44 non dovrebbe avere storia. Ma porta con sè dei significati
che vanno oltre quella gara. Il protagonista assoluto sarà il
tedesco Markus Rehm, uno che salta talmente tanto che nei mesi
scorsi era in lizza anche per partecipare alle Olimpiadi. Poi la
Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera, dopo una
lunga (ed ennesima) trafila burocratica fatta di perizie e contro
perizie su vantaggi e svantaggi dell'utilizzo delle protesi, gli
ha negato il pass, scegliendo la via più certa e sicura. Il
punto è che Rehm è uno che è riuscito a saltare in carriera
anche 8 metri e 40, e tre settimane fa l'oro del salto in lungo
alle Olimpiadi è andato a Jeff Henderson con 8,38 metri. Un
salto modesto per gli standard olimpici, ma sufficiente per un
oro. Se Rehm riuscisse a fare meglio ci troveremmo con quello che
fino a qualche tempo fa sarebbe stato giudicato un paradosso:
alle Paralimpiadi una prestazione assoluta più performante di
quella delle Olimpiadi.
6.
Un brasiliano nella storia. Anche il Brasile del nuoto ha il
suo Phelps, il leggendario campione olimpico statunitense capace
- semplicemente - di vincere tutto e sempre. Il nuotatore
brasiliano più conosciuto, e in realtà il personaggio simbolo
della squadra carioca, si chiama Daniel Dias, e dal suo debutto a
Pechino 2008 si è portato a casa già dieci medaglie d'oro,
oltre a 4 argenti e 1 bronzo. Ma disputare una Paralimpiade come
beniamino di casa dà un sapore completamente diverso alle
vittorie, quelle che cercherà gareggiando in ben nove diverse
gare, fra individuali e di squadra. Già oggi il 28enne si
colloca al 15esimo posto nella classifica dei vincitori di
medaglie paralimpiche di tutti i tempi, ma se dovesse vincere
sette medaglie d'oro - lo ha fatto ai mondiali dello scorso anno
- si avvierebbe a diventare il più medagliato atleta paralimpico
di sempre.
7.
Più atleti, più sport. Il programma paralimpico a Rio si
arricchisce di
nuovi sport e potremo quindi vedere il
debutto
della canoa e del triathlon, che portano a 22 il totale delle
discipline paralimpiche, per 528 eventi medaglia nei 10 giorni di
gare. La prima edizione dell'America Latina raccoglie 4350
atleti, più di qualunque altra edizione precedente e ben il
doppio di quelli che parteciparono all'evento venti anni fa, ad
Atlanta 1996. Un segnale evidente dell'esplosione che la
Paralimpiade ha avuto di recente: 1800 i giornalisti presenti sul
posto. Sei le nazioni al debutto: Aruba, Congo, Malawi, Somalia,
Sao Tomè e Principe, e Togo saranno presenti per la prima volta
nella loro storia. Ad essi si aggiunge un piccolo gruppo di
atleti rifugiati e richiedenti asilo, che partecipa all'interno
della team indipendente sotto le insegne dell'Ipc. Tutte
particolarità da inserire nel lungo percorso compiuto nel tempo.
8.
Donne al comando. Sono tante le atlete chiamate a fare la
storia di questa Paralimpiade. Siamand Rahman è una pesista
iraniana di origine curda: al Riocentro lunedì 14 settembre la
gara di sollevamento pesi che dovrebbe consegnarle l'oro. Ma il
suo scopo non è solo vincere l'oro, ma è quello di diventare la
prima donna a sollevare più di 300 chilogrammi. Zahra Nemati
torna a Rio alle Paralimpiadi dopo aver preso parte alle
Olimpiadi: l'arciera iraniana è diventata celebre per essere
stata scelta come portabandiera, la prima a sfilare in carrozzina
in una cerimonia di apertura olimpica. Il torneo di tiro con
l'arco olimpico non è andato bene - eliminata al primo turno -
ma ora c'è da difendere la medaglia d'oro conquistata a Londra
2012. Sarà un'altra storia rispetto a un mese. E in tema di
donne, anche due italiane raccolgono l'attenzione internazionale:
Assunta Legnante, dalla quale ci si aspetta la conferma dell'oro
di Londra nel getto del peso, e Martina Caironi, detentrice del
record del mondo sui 100 metri T42, anche lei attesa alla
conferma dell'oro di quattro anni fa.
9.
Zanardi per l'oro. A Londra fu uno degli emblemi di quella
Paralimpiade, con Zanardi che solleva la sua handbike in aria in
segno di felicità e giubilo dopo la conquista della medaglia
d'oro. Ora, l'ex pilota di Formula 1 ritenta nuovamente a salire
sul podio sia nella gara su strada che nella cronometro
individuale: per lui, a cinquanta anni, una straordinaria
dimostrazione di vitalità e di forza atletica che lo rendono uno
degli atleti simbolo del movimento paralimpico internazionale.
Con Alex Zanardi, la squadra di handbike italiana prova a
costruire anche altri successi, ad iniziare dalle gare che
terranno impegnati Vittorio Podestà e Francesca Porcellato,
quest'ultima alla decima Paralimpiade fra estive e invernali, al
debutto nella sua terza disciplina dopo atletica e sci di fondo.
10.
La maratona e la cerimonia di chiusura. Domenica 18 settembre
Rio de Janeiro saluta definitivamente i Giochi, quelli
Paralimpici dopo quelli Olimpici. Lo farà anzitutto con la gara
simbolo dei Giochi, la maratona, i 42 chilometri e 195 metri che
attraverseranno la città anche in segno di ringraziamento e di
saluto per l'impegno che Rio ha messo nell'organizzazione - così
complessa - dei Giochi Olimpici e Paralimpici. A seguire, ancora
lo stadio Maracanà sarà il teatro dell'ultimo saluto, quello
finale, con il braciere che si spegne e l'avventura brasiliana
che potrà dirsi definitivamente conclusa. Sarà il momento della
festa e dei bilanci conclusivi: quelli strettamente legati
all'organizzazione ma anche quelli della Paralimpiade in senso
più ampio, della sua capacità di stupire, emozionare, agire
sulla sensibilità comune per rafforzare la dignità e il
rispetto di tutte le persone con disabilità in tutto il mondo. E
la palla passerà alla Corea, pronta ad ospitare a Pyeonchang
l'edizione 2018 dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali.