Il parroco. Padre Majcen: «La Groenlandia è un luogo di grazia e pace»

Padre Tomaž Majcen e parrocchiani di Nuuk
Fare il parroco a Nuuk, ventimila abitanti, capitale della Groenlandia, dove si trova l’unica chiesa cattolica dell’isola, dedicata a Cristo Re. È l’incarico pastorale, non tra i più usuali, di padre Tomaž Majcen, francescano conventuale sloveno di cinquant’anni.
Padre Tomaž, come è finito da quelle parti?
«Faccio parte della missione francescana conventuale in Danimarca, della provincia di San Girolamo in Croazia. Siamo una comunità di tre frati. Nell’estate del 2023 il vescovo di Copenaghen ci ha chiesto se potevamo assumerci la cura pastorale della Groenlandia. Io mi recavo già a Nuuk regolarmente e ho accettato la nomina a parroco».
Aurora boreale a Nuuk - Tomaž Majcen
Qual è stato il suo impatto con l’isola?
«Vi ho messo piede per la prima volta nel 2018. Groenlandia significa “ Paese verde”, ma lo è solo di nome, in realtà è un Paese coperto di ghiaccio e raramente visitato. Fin dall’inizio questa terra è stata per me un luogo di grazia e pace dove posso riposare il corpo e l’anima. Mi dà la possibilità di riflettere profondamente sulla mia vita spirituale».
A quando risale la presenza cattolica in Groenlandia?
«Il Vangelo arrivò per la prima volta già nel Medioevo, nel 1126 venne eretta la diocesi di Garðar. Ci furono poi alti e bassi dal punto di vista ecclesiastico. L’attuale parrocchia di Nuuk fu istituita nel 1958 e la chiesa fu consacrata nel 1972».
Fedeli di Nuuk con il parroco padre Majcen - Tomaž Majcen
Quanti sono oggi i cattolici?
«A Nuuk sono circa trecento, me negli altri centri penso ce ne siano altri cinquecento. Sono piccoli gruppi che non hanno una propria chiesa. Per esempio di tanto in tanto un sacerdote raggiunge Ilulissat, che si trova a due ore di volo da Nuuk. In quell’occasione i fedeli si riuniscono a casa di uno di loro, un’esperienza simile a quella dei primi cristiani».
Quanti sono i cattolici indigeni e quanti arrivano da fuori?
«La maggior parte proviene dalle Filippine, dalla Polonia e da altri Paesi europei e latinoamericani. Per quanto riguarda gli indigeni Inuit, popolo di lingua kalaallisut, la maggioranza è luterana ma ci sono anche alcuni cattolici».
La chiesa parrocchiale di Nuuk dedicata a Cristo Re - Tomaž Majcen
Come si svolge il suo lavoro pastorale?
«Seguo due parrocchie, una a Copenaghen e l’altra a Nuuk. Quando non sono in Groenlandia, perché la Messa sia celebrata ogni domenica mi avvalgo dell’aiuto di alcuni sacerdoti danesi. Quando nessun sacerdote è presente la comunità di Nuuk si ritrova ugualmente in chiesa».
Ci sono stati battesimi e altri sacramenti dell’iniziazione cristiana lo scorso anno?
«L’anno scorso è stato molto fruttuoso. Abbiamo avuto sette battesimi, una cresima di un adulto e dieci bambini hanno fatto la prima comunione. Quest’anno tre giovani si stanno preparando per ricevere la cresima. Sono felice di poter dire che la nostra parrocchia sta crescendo».
Scene di vita ecclesiale - Tomaž Majcen
Com’è vivere a Nuuk? C’è un senso di comunità o prevale l’individualismo? Le persone si sentono isolate oppure no?
«L’atmosfera è caratterizzata da un forte senso di comunità. I legami sociali sono molto apprezzati, i valori tradizionali inuit enfatizzano la cooperazione e il sostegno reciproco. Molte persone sono coinvolte in attività culturali, club sportivi ed eventi comunitari. Gli inverni sono lunghi e bui, il che può contribuire all’isolamento, ma gli eventi musicali, gli incontri locali e la vivace cultura dei caffè aiutano le persone a rimanere in contatto. Nuuk ha anche una scena artistica e culinaria in crescita e attività all’aperto come lo sci, l’escursionismo e il kayak sono modi per socializzare. Nonostante il forte spirito di comunità, alcuni, soprattutto i nuovi arrivati, possono sentirsi isolati all’inizio. Anche il clima estremo, le lunghe notti invernali e il costo della vita relativamente alto possono essere una sfida. Non va dimenticato che i tassi di alcolismo, violenza domestica e suicidio sono elevati, in parte a causa di traumi storici e rapidi cambiamenti sociali. Tuttavia, chi abbraccia lo stile di vita di Nuuk può trovare un gratificante equilibrio tra natura, tradizione e modernità».
Dove lavora la gente e qual è il tenore di vita? C’è povertà anche in Groenlandia?
«L’economia dipende fortemente dalla pesca e dai frutti di mare. Il settore più importante è quello dell’esportazione soprattutto di gamberetti e ippoglosso, ma molti lavorano nel settore pubblico, sanità e istruzione. La Groenlandia dipende da una sovvenzione annuale a fondo perduto dalla Danimarca, quattro miliardi di corone danesi, per sostenere i servizi pubblici. Nuuk e le cittadine più grandi hanno una qualità di vita decente, ma molte comunità più piccole lottano contro la povertà, la disoccupazione e la mancanza di opportunità. A Nuuk c’è una crisi abitativa, con sovraffollamento e lunghe liste d’attesa per gli appartamenti. Tutto, dal cibo all’elettricità, è costoso perché la maggior parte dei beni è importata».
Prima Comunion a Nuuk - Tomaž Majcen
Ci sono storie di fede che l’hanno colpita? «Quella di una donna che si è convertita al cattolicesimo nonostante la grande pressione delle persone attorno a lei. Cresciuta in un ambiente protestante, ha incontrato la fede cattolica attraverso un sacerdote in visita in Groenlandia. Ha studiato segretamente il catechismo per anni. Quando ha dichiarato la sua fede cattolica è stata isolata sia dalla famiglia che dalla sua comunità, ma non ha ceduto. La comunità cattolica in Groenlandia, sebbene esigua, è in crescita e profondamente devota».
Dopo l’uscita di Trump molti si chiedono quale sarà il futuro della Groenlandia. Quali sono le possibilità che chieda l’indipendenza dalla Danimarca? E quali le possibilità che chieda l’annessione agli Stati Uniti?
«La Groenlandia si sta muovendo verso una maggiore autonomia dalla Danimarca da decenni. Nel 1979 le è stato concesso l’autogoverno e nel 2009 l’autonomia, il che significa che controlla già la maggior parte degli affari interni, mentre la Danimarca mantiene l’autorità sulla politica estera, la difesa e la valuta. La Groenlandia si sta gradualmente avviando verso l’indipendenza, ma le sfide economiche rendono improbabile una separazione completa dalla Danimarca a breve termine. L’idea che la Groenlandia si unisca agli Stati Uniti è quasi inesistente come possibilità politica. In futuro la Groenlandia potrebbe ampliare i legami economici e strategici con gli Stati Uniti, pur mantenendo l’autonomia».
Se Trump si rifacesse vivo lei come sloveno sarebbe un mediatore perfetto, contando che anche Melania Trump è slovena…
«Non so se sarei un mediatore perfetto. Noi groenlandesi ci batteremo sicuramente per il nostro paradiso di ghiaccio sotto il sole. Dal mio punto di vista, che ci sia o meno un conflitto su questo tema, Dio dev’essere al centro di tutto. Preghiamo come meglio possiamo per la pace sulla Terra e lasciamo che Dio faccia il resto. Sono più preoccupato di accompagnare le piccole greggi di cattolici dell’isola che dei desideri di conquista di Trump».
Veduta di Nuuk - Tomaž Majcen