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Oscar. Trionfa Nomadland con tre premi, delusione per l'Italia

Redazione Internet lunedì 26 aprile 2021

Chloe Zhao

Una cerimonia insolita. Non c'è altro modo di definire la 93esima edizione degli Oscar, andata in scena a Los Angeles fra restrizioni e norme anti Covid-19. Ma, oltre che per la pandemia, passerà alla storia per il trionfo, con tre statuette, di 'Nomadland'.
Su sei nomination, la pellicola conquista l'Oscar per il miglior film, quello per la miglior regia a Chloé Zhao e quello alla miglior attrice protagonista a Frances McDormand. Per Zhao, 39 anni, nata a Pechino, si tratta dei primi riconoscimenti da parte dell'Academy e entra nell'albo d'oro come la seconda donna e la prima di origine asiatica a vincere il premio come miglior regista. La prima era stata nel 2009 Kathryn Bigelow per 'The Hurt Locker'.

Per McDormand è invece la terza statuetta dopo 'Fargo' e 'Tre manifesti a Ebbing, Missouri'. "E' stato un viaggio folle che si fa una volta nella vita. Ultimamente ho pensato parecchio a come tirare avanti quando le cose si fanno dure. Crescendo in Cina facevo un gioco con mio papà: imparavo a memoria delle poesie e poi le recitavamo insieme, cercando di finire le frasi l'uno dell'altra. Una frase dice che le persone alla nascita sono intrinsecamente buone. Questo ha avuto molto impatto su di me e continuo a crederci anche adesso. Anche se a volte sembra vero il contrario, ho sempre trovato la bontà nelle persone. Questo premio va a tutti quelli che hanno il coraggio di tenere fede alla bontà che c'è in se stessi e negli altri, indipendentemente da quanto possa essere difficile", ha detto Zhao ritirando il premio che poi ha dedicato "alla resilienza e alla gentilezza" dei nomadi.

Diverso il discorso di McDormand, che ha voluto invitare il pubblico a guardare il film "sullo schermo più grande possibile e portate tutti quelli che conoscete a vedere tutti i film premiati quest'anno". Totalmente a sorpresa, invece, l'Oscar al miglior attore protagonista che è andato a Anthony Hopkins. Il più quotato era Chadwick Boseman, morto il 28 agosto scorso per un tumore al colon, che avrebbe ricevuto il premio postumo per 'Ma Rainey's Black Bottom'. Hopkins, invece, a distanza di 29 anni ha doppiato il risultato ottenuto con 'Il silenzio degli innocenti'. In un momento, però, di flop per lo show. L'Academy ha infatti deciso di consegnare proprio questa statuetta per ultima, invece del miglior film. Ma di Hopkins non c'era traccia, né in presenza né in collegamento, facendo così concludere nel silenzio la cerimonia.

E' rimasta a bocca asciutta l'Italia. Niente da fare per Laura Pausini, in lizza per la miglior canzone originale con 'Io sì' del film 'La vita davanti a sè' di Edoardo Ponti, che aveva portato a casa la vittoria ai Golden Globe come migliore canzone originale del 2020. E' stata battuta da H.E.R. Con 'Fight For You' di 'Judas and the Black Messiah'. A casa senza premi anche 'Pinocchio' di Matteo Garrone che correva per i miglior costumi con Massimo Cantini Parrini e per il miglior trucco e acconciature con Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti. In entrambe le categorie ha invece trionfato 'Ma Rainey's Black Bottom'. Il Belpaese, però, è stato ricordato più volte.

Una in occasione del memoriale per gli esponenti dello spettacolo scomparsi nell'ultimo anno: il compositore Ennio Morricone, il produttore Alberto Grimaldi e il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno. E poi l'omaggio di Laura Dern che, consegnando la statuetta per il miglior film internazionale, ha raccontato: "Quando ero piccola mia mamma, che era un'attrice, mi ha portato al cinema a vedere 'La strada' di Federico Fellini. Voleva condividere con me una delle interpretazioni più fantastiche di sempre, quella di Giulietta Masina. Non solo le parole, ma il linguaggio del cinema mi hanno trasformata per sempre. E ho scoperto anche che 'La strada' fu il primo film a vincere l'Oscar in questa categoria (nel 1957, ndr)".