Prima sfida tutta italiana per Marco Tullio Giordana, Nanni Moretti e Paolo Sorrentino. Annunciate ieri le candidature ai David di Donatello, gli Oscar italiani che saranno assegnati il prossimo 4 maggio presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. Sono infatti tre le pellicole che hanno ottenuto il maggior numero di nomination. Primo tra tutti
Romanzo di una strage, il film di Marco Tullio Giordana su piazza Fontana, che totalizza ben 16 nomination. Seguito da
Habemus Papam, ultimo discusso film di Nanni Moretti con protagonista un cardinale che rifiuta di diventare Papa anche se eletto perché non si sente all’altezza, con 15 (candidato ora perchè uscito nelle sale a maggio in concomitanza con la selezione ufficiale del Festival di Cannes). Terzo
This must be the place, il film di Paolo Sorrentino che raggiunge ben 14 nomination. I tre film, candidati come migliore film e come miglior regia, si contengono il David di Donatello insieme a
Cesare deve morire (la pellicola dei fratelli Taviani, Orso d’oro al Festival di Berlino) e
Terraferma, il film di Emanuele Crialese, in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia. A contendersi la statuetta per la migliore regia entra come sesto concorrente anche Ferzan Ozpetek, per
Magnifica presenza, un film che con 8 nomination, ottiene lo stesso numero di candidature di
Cesare deve morire. Una sfida che evidenzia, nelle scelte dei 1751 giurati dell’Accademia del Cinema italiano, una leggera rotta di inversione rispetto al 2011. Mentre l’anno scorso la commedia brillante e di successo per il grande pubblico conquistava le più importanti statuette (ricordiamo la candidatura come miglior film a
Benvenuti al Sud e
Basilicata Coast to Coast insieme alla miglior regia per Immaturi) quest’anno emergono sul fronte leggero solo
Scialla!, l’opera prima dello sceneggiatore Francesco Bruni (con 5 candidature), piccola grande sorpresa al Festival di Venezia, e le nomination per il miglior attore e attrice protagonista per
Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone. Occorre però non dimenticare alcuni grandi -piccoli film che hanno avuto poco spazio nelle sale e nei media come il delicato film
Io sono lì, del documentarista Andrea Segre che totalizza 4 candidature (miglior regista esordiente, produzione, migliore attrice protagonista e migliore attore non protagonista) e
Il mio domani di Marina Spada che ha ottenuto la nomination per Claudia Gerini, come attrice protagonista. Annunciati invece i vincitori del miglior corto e del miglior documentario. La giuria, presieduta da Andrea Piersanti e composta da 9 giurati, ha scelto per il David un corto d’animazione
Dell’ammazzare il maiale, di Simone Massi e il documentario
Tahrir Liberation Square di Stefano Savona (scelto tra 6 candidati su 120 selezionati), il film distribuito nelle sale in Francia mentre in Italia trasmesso solo in televisione. «Durante la serata di premiazione (condotta sempre da Tullio Solenghi, n.d.r) – ha sottolineato Gianluigi Rondi, presidente dell’accademia durante la conferenza stampa – posso annunciare la partecipazione di Francesca Lo Schiavo, premio Oscar come scenografa di
Hugo Cabret, e la regista Liliana Cavani che riceverà il David di Donatello alla carriera».