Agorà

Il fenomeno. Leon Marchand, il mercante di ori re della piscina dei misteri

Alberto Caprotti, inviato a Parigi sabato 3 agosto 2024

Leon Marchand re anche dei 200 misti esulta dopo il suo quarto oro in questi Giochi

Allungati o quadrati. Quelli di Nanterre dicono che la differenza tra loro e i parigini si vede da come sfornano i croissant. Sembra una battuta, invece non lo è. Quartiere difficile, casermoni dormitorio, uffici, grattacieli e cemento, un parco urbano e due cimiteri vicini uno all'altro. La piscina dei misteri l’hanno costruita qui. Sullo stesso spazio dove ha cantato Taylor Swift lo scorso maggio. A mezz’ora di auto dal Trocadero. Si chiama Défence Arena e il mercante d’oro ci sguazza come Paperone nel deposito dei dobloni.

Leon Marchand l’acqua dell’Olimpiade la sta prendendo a schiaffi. Marchand, mercante: traduzione grezza, abbinamento facile. Ieri sera davanti ad un esultante presidente Macron sugli spalti il 22enne di Tolosa è andato a prendersi il quarto oro nei 200 misti dopo quello dei 400, distanza sulla quale ha il record del mondo, e l’incredibile doppietta in meno di due ore di qualche giorno fa, 200 farfalla e 200 rana. Distanze e specialità diverse. Mai successo prima nel nuoto a livello di gare individuali nella storia dei Giochi. E la Francia è esplosa, un tifo da stadio come nemmeno quando Zidane fece due gol al Brasile di Ronaldo nella finale mondiale del ’98. Delirio puro, anche in tv e sui social. E’ l’uomo «che fa sorridere anche i parigini», dice con autoironia la tv francese, il poster perfetto di un’Olimpiade che a Macron dice sempre meglio.

Il giorno dopo Paolo Conte vedrebbe i giornali che svolazzano, invece è tutto fermo, immacolato, pronto per l’ennesima notte di gare. I francesi non si arrabbiano, esultano. Chiacchierano sui tavolini delle brasserie del loro nuovo idolo delle acque pulite: la Senna con i suoi batteri è lontana. Qui ha fatto i suoi studi universitari Nicolas Sarkozy, qui esiste il più grande centro di accoglienza d’Europa per senzatetto. Insieme con quello del Villaggio Olimpico, quello della Dèfence è il progetto più ambizioso del dossier parigino. Il partner tecnico per la costruzione della piscina di nuoto e pallanuoto è Myrtha Pools, azienda italiana di Castiglione delle Stiviere. Ha montato la prima piscina olimpica ai Giochi di Atlanta del 96 e da vent’anni fornisce regolarmente quelle per i Mondiali. Quella di Parigi 2024 è la prima che può ospitare fino a 17 mila spettatori. Il Cio ha chiesto che il percorso di atlete e atleti dagli spogliatoi fino alla vasca avvenga alla stessa temperatura dell’acqua, 27 gradi. Terminati anche i Giochi Paralimpici e una volta calato il sipario, inizieranno i lavori in senso inverso, per la restituzione della sala ai proprietari. Myrtha Pools smonterà le piscine e andrà a montarle in diversi Comuni dell’Île-de-France, una a Sevran, l’altra sarà divisa in due vasche da 25 metri.

Un gioiello insomma. Ma c’è un problema: c’è un enorme parcheggio sotterraneo oltre il fondo della piscina. Per questo hanno potuto farla profonda solo 2,20 metri, invece dei soliti 3. E questo cambia la morfologia della vasca, favorirebbe la creazione di onde leggere quando gli atleti mulinano le braccia. Onde che frenano quel tanto che basta a impedire la possibiltà di realizzare record del mondo. O meglio, che impedivano. Qualche giorno fa il cinese Pan Zhanle, 19 anni, ha dominato in 46’’40 la gara regina del nuoto, i 100 stile libero, frantumando di 40 centesimi il primato precedente. Quaranta centesimi che in questa disciplina e su questa distanza sono tantissimi. Pan è uno dei pochi nuotatori cinesi a non essere nella lista nera dei 23 graziati e attenzionati dal Cio dopo le note accuse di doping, con i test sballati – secondo la versione ufficiale – a causa di un’intossicazione alimentare della squadra. Ma il sospetto resta, anche su di lui dopo una prestazione del genere, e in una piscina “lenta” per tutti.

Non per lui. E nemmeno per Leon Marchand, il francese che promette di diventare il re dei Giochi. Quattro ori nella stessa edizione: solo Mark Spitz e Michael Phelps hanno fatto lo stesso prima di lui. Quest’ultimo, in tv, lo incorona apertamente come suo erede: «Nessuno pensava che sarei stato capace di fare le cose che ho fatto, ma le avevo dentro, ed è lo stesso per Leon». A ben vedere sono più le differenze dalle somiglianze con lo squalo di Baltimora. Marchand ha un fisico "normale" (si fa per dire), non ha il busto e l’apertura di braccia di Phelps: è alto 1,86, pesa 77 kg. Quello che succede quando si tuffa è una vera trasformazione: Léon non nuota, balla in acqua. Il movimento che crea con la spina dorsale, il modo in cui sfrutta l’onda da lui stesso prodotta a delfino, il vantaggio che trae nella parte sott’acqua, quando nuota in apnea per quasi 15 metri («Mi piace il silenzio là sotto»). Il suo segreto? Semplice, a sentire lui: “Sono molto bravo a gestire l’energia, riesco a canalizzarla, tutto lo stadio è dietro di me e io quella energia la sfrutto. Non mi stanco, recupero in fretta. E vinco”.

E non è ancora finita. Dovesse arrivare a 5 ori, Marchand batterebbe anche il suo idolo da ragazzino, quello al quale ha strappato l’ultimo record mondiale detenuto dall’americano nei 400 misti. Ma che il francese voglia emularlo, lo dimostra anche il fatto che ha scelto di trasferirsi in America per diventare grande. E sotto la guida di Bob Bowman, lo stesso allenatore che formò le braccia di Phelps. Figlio d’arte (suo padre Xavier fu argento mondiale, e sua madre Céline Bonnet nuotò ai Giochi di Barcellona), qui è già un idolo. Difficile dire dove arriverà, ma nella piscina dei misteri è nata una stella. Il mercante d’oro ha appena iniziato a mettersi al collo i suoi tesori.