Agorà

Olimpiadi. L'oro di Ceccon, il predestinato che non dorme di notte

Alberto Caprotti, inviato a Parigi martedì 30 luglio 2024

Thomas Ceccon, oro nei 100 dorso a Parigi 2024

Generazione liquida. Fusti da piscina, l’acqua spostata a sberle, la corsia come ossessione. Ma anche unica strada da prendere. Sono i nostri ragazzi d’oro, cresciuti nel cloro, sempre pronti a stropicciarsi gli occhi. Thomas Ceccon come Nicolò Martinenghi: il fenomeno veneto, 23 anni, ieri sera si è preso i 100 dorso olimpici nella Defense Arena battendo il cinese Xu Jiayu, e l’americano Ryan Murphy con una strepitosa rimonta nella seconda vasca.

Thomas si è messo al collo un oro da gigante e poi ha scherzato davanti alle telecamere, come se la sua impresa fosse una cosa normale. E’ l’unico italiano primatista mondiale (51’’60 nella sua distanza preferita, centrato due anni fa a Budapest). Ma è anche un predestinato fai da te: “Avevo preparato questa gara in ogni minimo dettaglio – dice -. Da ragazzino un giorno stavo andando in piscina con il mio allenatore. Mi chiese: qual è il tuo sogno? E io: vincere gli Olimpiadi. Lui sorrise. Avevo 15 anni…”.

Nato a Schio, trasferitosi a Verona, in quella che è stata la casa acquatica di Federica Pellegrini, Ceccon è uno che non ama parlare, ma nuota molto. Qui a Parigi ci è arrivato saltando i Mondiali fuori stagione a Doha (febbraio scorso), disertati peraltro da tante altre star: quando ci sono i Giochi come obiettivo, tutto il resto viene dopo. Aveva fretta di arrivare al punto, tanto da aver scherzato col presidente Mattarella al pranzo al Villaggio. “Ci ha chiesto se per caso ci stesse portando via un po’ di tempo e ci avesse occupato la giornata, tutti rispondevano di no. Io invece gli ha detto: beh, a dire il vero un po’ sì”. Thomas aveva da fare quello che ha fatto: stare con la testa dove la testa è sempre andata, in vita sua. In piscina. L’altro giorno ha trascinato gli azzurri nella staffetta 4x100 stile libero che si è conclusa con la medaglia di bronzo per l'Italia. Poi si è messo in proprio, nella gara più attesa, la sua. E l’ha dominata.

Figlio d’arte: sportivi anche i genitori, ma fuori dall’acqua. Mamma Gioia è stata campionessa italiana di pattinaggio a rotelle, il padre Loris invece è stato pentatleta nell’esercito, oggi lavora come infermiere. Sono stati loro a spingere Thomas verso il nuoto. L’esordio in Nazionale non è stato dei migliori. Non per quanto riguarda i risultati, quelli non sono mai mancati, ma per alcuni episodi di nonnismo di cui è stato vittima quando era appena sedicenne: «C’era gente più grande che non accettava il mio arrivo». Dall’olio in valigia al dentifricio sui vestiti. Sono solo ricordi, ma che possono segnarti dentro. Forse per questo oggi passa per un solitario. “Se è per questo – racconta lui - sono anche fuggito da scuola. L’ho sempre odiata, ci arrivavo stanco, mi sgridavano, ne ho fatte di cose sbagliate, ma ora ci ho fatto pace, ho capito che l’istruzione serve. Ad attrarmi sono le sfide e chi parte svantaggiato, adoro quelli che riescono a ribaltare le loro vite”.

Introverso, si è tagliato i baffi per venire all’Olimpiade. Non ha partecipato alla Cerimonia di apertura per non perdere concentrazione, visto che andava in vasca per la staffetta poche ore dopo. Lui è fatto così: dorme poco, pensa molto. “Per me addormentarmi è un problema, il sonno non mi viene. Uso la melatonina, ma alla mattina sono uno straccio. Il fatto è che la testa gira, a volte divento paranoico, ma l’acqua mi calma, è la mia fortuna, il mio cielo blu. L’anno scorso ho avuto una crisi, facevo molta fatica, non avevo amici con cui parlare e invece ne sentivo il bisogno, come di un aiuto piscologico. L’ho avuto e mi è servito. La mia mente era troppo affollata. Ha ragione il ranista Adam Peaty, i successi portano in alto, vincere fa bene, ma dopo la salita c’è la discesa che ti fa scivolare in basso”.

La piscina è la sua unica dimora conosciuta: “Sì, la mia ossessione. Non ho molte altre curiosità: vasche e palestra. Ma ho molti traguardi. E sarei contentissimo di far tuffare in acqua tanti bambini che vogliono essere come me. Ecco, se siamo diventati un popolo di nuotatori un po’ di merito vorrei prendermelo anche io”.