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Gli azzurri. L'incognita Tamberi, quota 41 e le prossime medaglie: ecco cosa ci attende

Alberto Caprotti, inviato a Parigi lunedì 5 agosto 2024

L'immagine pubblicata dallo stesso Gianmarco Tamberi

Aggrappati a Tamberi, a un numero che inquieta (38, i gradi della febbre che ieri accusava il nostro saltatore in alto), e a un altro numero che sembra quasi irraggiungibile: 41. Cioè le medaglie che l’Italia puntava a vincere in questa edizione dei Giochi. Una soglia aritmetica ma anche psicologica per superare quota 40, cioè i podi azzurri conquistati a Tokyo 2020. Nel momento in cui scriviamo, dopo le straordinarie prove delle ginnaste alla trave e del tiro a volo misto, le medaglie italiane sono 25 (9 ori, 10 argenti e 6 bronzi) in 10 giorni effettivi di gare. Se le Olimpiadi fossero una tabella matematica, ciò significherebbe che con 6 giorni di finali ancora da completare, domenica sera l’Italia chiuderebbe la sua avventura salendo almeno 38 volte sul podio. Ma i Giochi sono un’opinione, e come sempre accade la prima parte del periodo olimpico regala agli azzurri più soddisfazioni rispetto alla seconda. Perché condensa le discipline a noi tradizionalmente più congeniali.

Come il nuoto in vasca, che ha già terminato i suoi impegni. L’Italia della piscina chiude con 2 ori (secondo risultato di sempre dopo Sydney 2000) 5 medaglie (terzo, meglio solo a Sydney 2000 e Tokyo 2020 nel 2021, con 6, e parliamo solo di vasca), 14 finali (meglio solo a Tokyo 2020 con 19), 1 primato italiano (Quadarella) e 6 record personali migliorati (Morini, eguagliato, 100sl; De Tullio, 800sl; Razzetti, 200 farfalla; Zazzeri e Deplano, 50sl, Quadarella, 800sl). Soprattutto c’è stato il ritorno all'oro che mancava da Rio 2016 ed è arrivato addirittura in due gare. Il bilancio quindi può dirsi positivo, anche se molte sono state le delusioni. Greg Paltrinieri però dovrebbe aggiungere una medaglia al “borsino” nazionale (sarebbe la terza per lui a Parigi) nella 10 km di fondo alla quale è atteso come favorito, almeno per il podio.

L’atletica, in pieno svolgimento, è invece la disciplina che promette di segnare il segno meno più consistente rispetto a Tokyo. E questo non per demerito ma per lo straordinario bottino realizzato alle ultime Olimpiadi, con le straordinarie e inattese vittorie di Jacobs nei 100, della 4x100 in pista, e di Tamberi nell’alto. Le probabilità che quest’ultimo possa ripetersi si affievoliscono, considerando il suo stato di salute, ma la situazione è in continua evoluzione. Dopo i problemi accusati per calcoli renali, la febbre a 38 e i controlli in ospedale a Formia, Gianmarco è annunciato in arrivo oggi pomeriggio a Parigi da dove era partito sabato per ritornare in Italia al termine della cerimonia d’apertura. “Quello che mi sta accadendo è incredibile – ha detto ieri Tamberi piuttosto preoccupato -. Non può essere vero e non me lo merito”. Da verificare ovviamente le sue condizioni di salute, ma a due giorni dall’esordio nella sua gara è difficile essere ottimisti.

Qualche bella notizia potrebbe arrivare invece da Nadia Battocletti già questa sera (appuntamento alle 21.15) che scende in pista per l’atto finale dei 5.000 metri dopo aver disputato una semifinale sontuosa. Molto difficile ma possibile una sorpresa, magari di bronzo, anche da Simonelli (110 ostacoli), Furlani e Iapichino (salto in lungo), mentre non è follia attendersi un oro in tandem nella marcia da Stano-Palmisano: hanno fallito entrambi la prova individuale e hanno voglia di riscattarsi con quella di coppia.
Dove pescare le altre medaglie è il grande punto di domanda. Proviamo a sbilanciarci: 12 podi ancora da qui a domenica sono alla portata degli azzurri, ma non bisognerà sbagliare quasi nulla. Abbastanza agevole da sciogliere è il dubbio riguardo la vela, dove la coppia Ruggero Tita e Caterina Banti restano favoriti per il gradino più alto nella loro categoria dopo aver dominato le prove sin qui disputate. Per quanto riguarda gli sport di squadra, sarebbe davvero una sorpresa in negativo se la pallavolo non ci regalasse qualcosa di grande: le donne di Julio Velasco (soprattutto) mai viste così forti e determinate, hanno l’oro nel mirino. Meno scontato il risultato della pallanuoto, ma anche qui mai dire mai.

Altra conferma molto accreditata è quella di Vito Dell’Aquila nel taekwondo, campione olimpico e del mondo in carica. Oggi inizia la sua avventura anche il quartetto azzurro dell’inseguimento su pista di ciclismo, splendido oro a Tokyo: ripetersi non sarà affatto facile ma le possibilità sono alte. Una cosa è certa: il sondaggio effettuato alla vigilia da Gracenote in base agli algoritmi che ci accreditava da 46 a 48 medaglie si rivelerà clamorosamente sbagliato in eccesso. Nemmeno l’Intelligenza Artificiale è infallibile. E questo, alla fine, comunque vada potrebbe anche consolarci.