Agorà

MUSICA. «Noi, cantautori liberi e un po' ribelli»

Massimo Gatto martedì 8 novembre 2011
LUCIO DALLA: «VIVIAMO TEMPI DIFFICILI, SERVONO QUALITA' E CORAGGIO»Due anni dopo la raccolta d’inediti Angoli nel cielo e a quattro dalla fortunatissima antologia 12000 lune, 120 mila copie vendute, Lucio Dalla mette mano nuovamente all’archivio per comporre il repertorio di Questo amore, «compilation sentimentale nata dal desiderio di offrire una seconda chance a brani che forse avrebbero meritato maggior fortuna. Ventisette frammenti di un repertorio lungo 45 anni fra cui cose come Tu non mi basti mai, Quale allegria, Viaggi organizzatiAnna Bellanna. Per rendere il doppio cd più invitante, l’excursus è impreziosito da un inedito già in radio da settimane, Anche se il tempo passa (amore), dalla rivisitazione con Marco Mengoni di Meri Luis da un paio di omaggi alla Napoli di Anema e core e al Quartetto Cetra de La leggenda di Radamès. In particolare la storia del "prode" Radamès «pieno di quattrini» che vuole sposare Aida col placet della madre attratta dai suoi «din din» finisce con l’echeggiare il clima e gli umori di un’Italia poi non troppo lontana. «L’ho scelta per la lettura satirica che il testo di Age mantiene pure in questi nostri anni» spiega Dalla. «Un po’ Radamès lo è Berlusconi, ma lo era pure Gheddaffi, pace all’anima sua. È la tronfia onnipotenza del potere e del denaro che tra le righe di una brano così finisce per strappare una risata più che un sussulto di rabbia». Nel videoclip Dalla interpreterà il pezzo in playback totale, affidandone l’effetto dirompente alla sola gestualità.Lucio, perché puntare sulla nicchia con questo disco? Perché nei miei album ci sono brani che il successo di altri ha finito col mettere un po’ in ombra. Pezzi scritti con una perizia e un’attenzione che oggi si sono un po’ perse. In questa fuga dai contenuti, infatti, sono convinto che oggi alla radio Futura o L’anno che verrà non le programmerebbe nessuno. Così come non troverebbero spazio La donna cannone o certe canzoni di Battiato.Perché?Perché il bombardamento mediatico dei tempi ha ridotto il pensiero in un alveo comunicativo la cui unica via d’uscita è l’acquisto generico e indiscriminato; è la moda a supplire le nostre capacità di scelta, stabilendo come si deve essere, cosa si deve ascoltare, cosa bisogna fare. O diventi un ingranaggio di questo motore globale o non esisti.«Se tutti facessimo un po’ di silenzio forse qualcosa potremmo capire» dicevano i lunatici di Fellini e Cavazzoni.Oggi tutto è ridotto a rumore, a prodotto, a pura fruizione estetica, senza attenzione per il significato. Ma le cose stanno cambiando.Recentemente ha composto pure la colonna sonora del nuovo film di Pupi Avati. Ha in agenda altri lavori per il cinema?«Sto scrivendo la colonna sonora del nuova pellicola di Enzo D’Alò, un Pinocchio a disegni animati atteso pure a Cannes. Sto finendo pure le musiche di <+corsivo>AmeriQua<+tondo>, film scritto e interpretato da Bobby Kennedy III».È vero che ha detto no a Sanremo?Ci sarei andato solo se avessi avuto una canzone molto particolare, per esorcizzare questa finta festa. Ormai, a parte La7 e un po’ di Sky, tutta la tv è molto prevedibile. Abbassano la qualità per avere il consenso, pensando che la gente sia cretina. Ma è solo annoiata».