Musica. Kalush Orchestra: «Noi a Eurovision voce dell'Ucraina»
Oleh Psiuk leader della band ucraina Kalush Orchestra
«Stefania mamma mamma Stefania / i campi stanno fiorendo, ma lei sta diventando grigia / cantami una ninna nanna mamma, / voglio che tu senta le tue parole native». Questi versi li cantano tutti in Ucraina oggi, come testimoniano i social: i soldati in mimetica al fronte, i bambini nelle scuole, le madri nei bunker, i ragazzi che sfilano con le bandiere giallo blu. Il ritornello di Stefania, un brano di amore e protezione dedicato alla madre di Oleh Psiuk, leader dei Kalush Orchestra, è diventato un inno della resistenza ucraina. E presto lo canterà tutta Europa dato che il brano in gara all’Eurovision Song Contest 2022 di Torino, che si terrà dal 9 al 14 maggio prossimi in onda su Rai 1, è il candidato più accreditato alla vittoria. La canzone dei Kalush Orchestra era arrivata seconda alle selezioni organizzate dalla commissione nazionale ucraina per partecipare alla kermesse europea, ma la band si è ritrovata a sostituire la vincitrice Alina Pash, ritiratasi dopo le polemiche relative a un suo presunto viaggio in Crimea. Stefania è un brano che rappresenta in pieno lo stile della band, un mix di rap e motivi folk legati alla tradizione ucraina. Il gruppo si è formato 2019 e prende nome dalla piccola città industriale in cui è nato il frontman della band, il rapper Oleh Psiuk (cappellino rosa e abito tradizionale), ed è formata dal polistrumentista Ihor Didenchuk (membro anche del gruppo electrofolk Go_A) e dal Dj MC Kylymmen. A questi si sono aggiunti i polistrumentisti Tymofii Muzychuk and Vitaliy Duzhyk. Tutti ragazzi che hanno partecipato attivamente alla resistenza all’invasione russa tanto che non si sapeva fino a poco fa se avrebbero potuto cantare in presenza a Eurovision. Poi il governo ucraino li ha autorizzati a lasciare momentaneamente il Paese, in modo che possano gareggiare dal vivo. Avvenire è riuscito a farsi raccontare la loro avventura in anteprima dal leader Oleh Psiuk.
Oleh, il vostro pezzo 'Stefania' è diventato un inno alla resistenza in Ucraina. Come è nato?
Stefania è una canzone scritta per mia madre molto prima della guerra. Io non le ho mai dedicato una canzone, ma è qualcosa che volevo fare da mol- to tempo. Mia madre vive a Kalush, la nostra città natale nella parte occidentale dell’Ucraina. Questa è la cosa migliore che io abbia mai fatto per lei. La canzone consiste in un mix di versi rap più un ritornello folk e accattivanti ritmi hip hop. C’è uno strumento etnico antico ucraino, il 'telynka', flauto solista nella canzone. Dopo che i russi hanno invaso, molte persone hanno iniziato a cercarvi un significato aggiuntivo. Ad esempio, quelli che sono tristi di non poter vedere la loro madre in questo momento. Ecco perché la canzone è ora nei cuori e nelle orecchie degli ucraini.
Sua madre Stefania ora rappresenta in un certo senso tutte le mamme ucraine?
Sì, lei, come ogni madre ucraina, ora ha paura per i suoi figli e prega per loro che Dio li salvi dal flagello della guerra.
Vi aspettavate di diventare i portavoce in Europa della sofferenza e dell’orgoglio del vostro popolo? Avevamo programmato di partecipare all’Eurovision anche prima che scoppiasse la guerra nel nostro Paese. Naturalmente, gli eventi in Ucraina ora riguardano tutti noi. Questa preparazione, ovviamente, è complicata dalla guerra in Ucraina. Kalush Orchestra ha il suo stile, che intendiamo preservare e mostrare al mondo. La nostra canzone riflette lo spirito dei tempi e crediamo che sia degna della vittoria.
Voi stessi siete stati impegnati nella resistenza, giusto?
Un membro del team dei Kalush Orchestra - MC KylymMen - si è unito alle forze di difesa territoriale e protegge Kiev. Io ho fondato un’organizzazione di volontari per aiutare le persone a trovare riparo, trasferirsi, trovare medicine. Questo è molto importante ora per migliaia di nostri cittadini. Anche un altro dei nostri musicisti, Igor Didenchuk, si occupa di volontariato. Ha aiutato a tessere reti per i militari.
I vostri parenti sono ancora in Ucraina e come vivono?
Sì, poiché la maggior parte della band proviene dall’Ucraina occidentale, quasi tutti i nostri parenti ora sono lì. Ci teniamo in contatto con loro attraverso i social network e facciamo telefonate. Nessuno è attualmente sulla linea di guerra e quasi tutti i nostri parenti si aiutano a vicenda il più possibile.
Quali sono stati i momenti più duri?
Più a lungo dura la guerra, più i giorni diventano terribili, poiché sono pieni di più dolore, sangue, morte e distruzione. Nell’ultimo anno abbiamo tenuto concerti in tutta l’Ucraina. Ricordo molti occhi di giovani in piedi davanti al palco ed è spaventoso immaginare che molti di loro si siano chiusi per sempre. È spaventoso quando la tua ragazza aiuta a rafforzare le posizioni durante i bombardamenti e non sai se sentirai di nuovo la sua voce. È spaventoso non vedere un sorriso sui volti dei ragazzi della nostra band, perché ognuno è in una zona diversa e tutto può accadere. È spaventoso aprire messaggi e leggere che il tuo amico è morto difendendo Kherson. Tutto questo fa paura, ma quando ne sei al centro non pensi alla paura, perché sei sopraffatto dall’amore per tutti quelli che ti circondano.
Avete avuto l’autorizzazione dal Governo per partecipare live all’'Eurovision' in Italia?
Sì, a causa della guerra in Ucraina, i coscritti non possono viaggiare all’estero come prima. La compagnia di radiodiffusione pubblica ucraina (Suspilne) ha ricevuto il permesso ufficiale per la band di viaggiare dalle autorità pubbliche.
State preparando qualcosa di speciale per la vostra performance all’'Eurovision'?
Il lavoro sul concetto del nostro show è in corso. Questa preparazione, ovviamente, è complicata dalla guerra in Ucraina. Kalush Orchestra ha il suo stile, che intendiamo preservare e mostrare al mondo. Oltre alle influenze sonore del loro Paese d’origine, i Kalush Orchestra mostrano anche la loro origine ucraina attraverso i loro abiti, indossando i tradizionali giubbotti 'hutsul keepar', un cappello rosa a secchiello in tipico stile ucraino o travestiti da 'Hutsul molfars' (sciamani e guaritori tra il popolo Hutsul dell’Ucraina occidentale). L’abito di ogni membro della band include elementi di colore nero e rosso. Il rosso, da un lato, è un simbolo di amore e, dall’altro, è un simbolo di sofferenza. Il nero è un simbolo dell’oscurità e della fertilità della terra. Ora vengono preparati nuovi costumi appositamente per l’Eurovision.
Molti vi considerano i vincitori annunciati: se dovesse accadere, cosa rappresenterebbe la vostra vittoria?
Per noi la vittoria significherebbe un grande apprezzamento della musica ucraina, della sua unicità e bellezza. Per noi è molto importante che l’intera Europa stia aiutando e sostenendo. In questi tempi abbiamo sentito il sostegno di una grande famiglia europea. Tutti noi vorremmo molto che l’Eurovision 2023 si tenesse in una Ucraina pacifica, a Kiev.
La vostra musica è un mix di rap e musica tradizionale: cosa cantate di solito?
Tutte le canzoni della band sono basate sulle storie di vita ed esperienze dei suoi membri. Kalush Orchestra ama sperimentare nel proprio lavoro cercando di realizzare nuovi generi. È un momento molto difficile, ma presto sentirete tutte le nostre emozioni, dolore e gioia nelle nuove canzoni ucraine.
Conoscete l’Italia e la musica italiana? L’Italia è un paese con un’architettura, una natura e un patrimonio culturale incredibilmente belli, chi non la conosce? Certo, conosciamo i musicisti italiani e un rappresentante particolarmente importante degli ultimi anni è il gruppo rock Maneskin. A proposito, supportano il nostro Paese in questo momento difficile e gli siamo molto grati per questo.
Dopo Eurovision tornerete in Ucraina o andrete in tour?
Dopo l’Eurovision Song Contest, tutta la band dovrà tornare in Ucraina.
Tra i tanti appelli alla pace, quelli di papa Francesco sono i più continui. Come si può raggiungere la pace?
Raggiungere la pace è ora possibile solo ponendo fine alla guerra in Ucraina.