Agorà

La cantante. Noa: «Con il cuore spezzato, dico: solo la pace può unire i popoli»

Noa venerdì 20 settembre 2024

La cantante israeliana Noa in concerto

Layla è palestinese, Robi è israeliana. Entrambe hanno perso un figlio nel conflitto che da decenni sconvolge il Medio Oriente. Si sono incontrate nell’associazione Parents’ Circle, un forum di famiglie israeliane e palestinesi che da anni promuove percorsi di riconciliazione fra persone che hanno perso un congiunto nella lotta. È la storia che Chiara Zappa racconta nel suo libro Gli irriducibili della pace (Ts-Terra Santa, pagine 208, euro 19,00). Ecco la prefazione della cantante Noa.

Scrivo queste righe, oggi, con il cuore spezzato. Questi sono tempi terribili per tutti coloro la cui anima sia in sintonia con il grido di madre natura, con il lamento e il dolore delle madri umane, con il tremore della terra, mentre gli eserciti e le macchine da guerra tuonano su di essa, il fragore dei proiettili e delle bombe sovrasta il canto degli uccelli e le voci di odio, vendetta e rabbia sovrastano quelle dei bambini che giocano e delle mamme che pregano. Siamo tutti un’unica, addolorata famiglia umana. Non posso non liberare dal mio cuore, come Noè liberò la colomba, queste parole. Mi rifiuto di battermi per Israele senza battermi anche per la Palestina, così come tanti miei amici che sostengono la Palestina, sostenendo allo stesso tempo anche Israele. Noi, i milioni di israeliani e palestinesi che stiamo soffrendo e siamo torturati, non siamo la nostra leadership. Siamo esseri umani che sono stati rapiti negli oscuri tunnel della disperazione, alcuni di noi fisicamente, altri spiritualmente, da estremisti ai quali non importa nulla delle nostre vite e del nostro benessere. Abbiamo bisogno dell’aiuto dell’intera famiglia umana per liberarci di queste forze oscure ed emergere alla luce. Pertanto, non schieratevi né da una parte né dall’altra, ma piuttosto schieratevi per la pace, per l’umanità, per la dignità, per la vita. La pace è la via della natura, è la via di Dio, e non importa come scegliete di credere in Dio, e quale nome date al sacro, allo spirito che risiede in voi e in ogni essere vivente. Qualsiasi altra scelta serve solo ad allontanarci dal destino per cui siamo nati, quello di un unico essere vivente, connesso con fili d’oro di cura, gentilezza, generosità, rispetto e amore. Ho pianto così tante lacrime dallo scorso 7 ottobre... Ogni piccolo momento di gioia che provo non può farmi dimenticare il grande dolore, il dolore di entrambe le parti. Prego per la fine di questo incubo. Prego, lavoro e credo, come ho fatto per tre decenni, e oggi più che mai, solo nella pace. Così come tante donne e uomini le cui storie sono raccontate in questo libro. Io mi batto attraverso la musica, che è la medicina dell’anima, il dono degli angeli al genere umano, amore puro. Quello di cui, oggi, c’è più bisogno che mai.