Il cellulare come telecomando. I televisori di cucina o del soggiorno che mandano in onda soltanto i programmi che ti piacciono. E il computer che registra senza neppure un clic le trasmissioni preferite scoprendo i gusti da Facebook o Twitter. La tv del futuro che entrerà nelle nostre case sarà come una grande rete che collegherà tutti gli apparecchi. Ma di generalista non avrà nulla: la tecnologia regalerà una televisione su misura che si plasma da sola collegandosi ai social network. Certo, ci vorranno almeno cinque anni, prima che arrivi nelle famiglie il prototipo di «tv senza zapping» studiato dal Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai di Torino. L’esperimento è l’ultima evoluzione made-in-Italy dell’innovativa piattaforma «No Tube», un progetto finanziato dalla Commissione europea che vuol servire allo spettatore ciò che chiede alla tv integrandola con il web.Nella palazzina di Corso Giambone quella casa «televisiva» è realtà. «E si affida a dispositivi che sono già in commercio: il pc, lo smartphone e una tv che si collega a Internet», spiega il responsabile del gruppo di ricerca, Roberto Del Pero. Nell’appartamento-laboratorio si entra col cellulare in mano. In ogni televisore compare un codice QR a matrice che, una volta fotografato, aggancia il cellulare alla tv. E sul display ecco comparire i servizi dei tg o i segmenti delle trasmissioni che più appassionano.Li ha selezionati il computer di casa che è diventato un vero e proprio videoregistratore. Solo che non serve programmarlo. Dal profilo Facebook e dai post lasciati «capisce» ciò che mi piace: la musica classica, la Toscana, la politica, gli sketch comici. E scorrendo automaticamente i palinsesti pubblicati sul web registra dall’antenna ciò che viene trasmesso dai grandi network.Per funzionare, però, il sistema ha bisogno della collaborazione delle emittenti nazionali. «Saranno loro che dovranno inviarmi i metadati per consentire al computer di segmentare un notiziario o un programma», aggiunge Fulvio Negro, ingegnere che fa parte del team Rai. Così, ad esempio, da una trasmissione verrà estratta una sequenza umoristica o da un tg i servizi su politica e lirica.Il «mio» palinsesto domestico comparirà sul cellulare che «diventerà il primo schermo della casa, mentre il televisore sarà quello secondario», precisa Negro. Dal telefonino sarà possibile inviare i video al televisore per vederli in alta qualità. E allora sul cellulare comparirà un telecomando: potrò fermare il video sulla tv oppure scorrerlo velocemente. Ma mi farà anche passare da una notizia all’altra o da una trasmissione all’altra, come fossi su You Tube.Se poi il menù scelto dal pc non sarà completo, avrò l’opportunità di aggiungere uno o più ingredienti televisivi scaricandoli dai server delle emittenti. E ancora. Quando un filmato mi entusiasma davvero, potrò condividerlo con un amico. O, viceversa, un amico potrà mandarmi uno spezzone. E sullo smartphone leggerò il testo dell’audio che sento dallo schermo.«La nostra architettura – sottolineano i due ricercatori – consente di non perdere nulla di ciò che viene trasmesso». Ci pensa il pc a immagazzinare quanto alletta. Naturalmente tutto a prova di privacy. «I miei gusti vengono scandagliati dal computer di famiglia: non ho bisogno di inviarli magari un’emittente», chiarisce Del Pero. Come se non bastasse, quando un amico varcherà l’ingresso dell’abitazione, potrà entrare nella «mia» rete tv. Sarà sufficiente puntare il cellulare sul codice a matrice sui televisori e da quel momento anche lui comanderà gli schermi col telefonino selezionando i video che lo affascinano.