Agorà

Europei di calcio. L'Italia vince. Ma che sofferenza!

Paolo Ferrario sabato 26 giugno 2021

Ciro Immobile affronta Aleksandar Dragovic

Ci sono voluti i tempi supplementari, alla Nazionale italiana, per avere ragione del muro eretto dall’Austria davanti alla propria porta. Quella che, almeno alla vigilia, doveva essere poco più di una formalità, col passare dei minuti, si è trasformata in una partita di grande sofferenza, con almeno un paio di grandi spaventi prima della gioia finale, nella notte di Wembley.
Primo tempo in controllo per l’Italia che fa girare la palla cercando di aggirare la rocciosa difesa austriaca. Il bunker di Foda sembra collassare alla mezzora, quando Immobile con un gran tiro colpisce in pieno il palo alla destra del portiere Bachmann. Ma è soltanto un’illusione, perché il primo tempo finisce senza altre emozioni e con l’Austria che controlla senza troppi patemi.
La ripresa si apre a ritmi bassi e gli austriaci cominciano a prendere coraggio e a guadagnare campo. Al quarto d’ora del secondo tempo, i nostri avversari passano addirittura in vantaggio con l’ex-interista Arnautovic, pescato però in fuorigioco millimetrico dal Var. Spavento passato ma i ritmi non si alzano. Sembra quasi che gli azzurri siano bloccati in un fraseggio che non arriva quasi a liberare gli attaccanti al tiro.
Così, quando mancano poco più di venti minuti al 90esimo, Mancini gioca le carte Pessina e Locatelli, che prendono il posto di Verratti e Barella, fin li poco incisivi. Ma la mossa vincente, il nostro ct l’azzecca all’83esimo, quando toglie Immobile e Berardi buttando nella mischia Belotti insieme a un volitivo Federico Chiesa. Lo juventino sembra caricato a molla e subito si mette ad arare la fascia di competenza, gettando lo scompiglio nella difesa avversaria. Che, comunque, riesce ad arrivare al 90esimo mantenendo inviolata la porta.
Contro ogni previsione, si va ai tempi supplementari, che gli Azzurri cominciano con un altro piglio. Gli sforzi sono premiati al quarto minuto del primo tempo supplementare, quando proprio Chiesa riesce ad arpionare un pallone spiovente in area, battendo il portiere austriaco con un sinistro preciso. Da lì in avanti giochiamo con maggiore tranquillità e potremmo anche raddoppiare al 103esimo con una grande punizione di Insigne, fuori di poco. È soltanto il prologo al gran gol di Pessina che allo scadere del primo supplementare sembra chiudere definitivamente la partita. Ma è soltanto un’illusione, perché gli austriaci riescono ad accorciare le distanze a sette minuti dalla fine con Kalaydizc e riprendono coraggio. Gli ultimi minuti sono soltanto difesa e contropiede, con Chiesa che sfiora la doppietta e soltanto un prodigioso recupero della difesa sulla linea, gli nega la gioia del secondo gol personale, il terzo di squadra.
Ma ormai non c’è più tempo e quando l’arbitro fischia la fine tutti corrono ad abbracciare Mancini. Ora ci aspetta il quarto di finale, il 2 luglio a Monaco, con una tra Belgio e Portogallo. Il sogno europeo continua.