L’ha tenuta nel cassetto per 48 anni. Oggi Ennio Morricone, per il concerto che domani lo vedrà sul podio dell’Arena di Verona, ha deciso di recuperare una partitura datata 1964. Si intitola
La Bibbia. «Sono quindici minuti di musica inedita. Molti anni fa mi chiesero un provino per un film tratto dall’Antico testamento: la musica piacque molto, ma, per una scelta del produttore, la pellicola non venne mai girata». Il compositore premio Oscar l’ha ripresa in mano oggi facendola diventare un affresco in due quadri: «
La Creazione e La Torre di Babele per orchestra e coro: se nella prima parte il racconto è affidato ai soli strumenti, nella seconda le voci cantano un testo in ebraico». Un inedito che si affiancherà ad un altro inedito, «una suite che ho tratto dalla colonna sonora del film
Gli intoccabili di Brian De Palma del 1987» racconta, per il primo appuntamento del tour che celebra i suoi dieci anni di concerti dal vivo.«Ho sempre diretto le mie musiche, ma solo in studio di registrazione. Poi dieci anni fa mi hanno chiesto di dirigerle in concerto». Da allora ha portato le sue colonne sonore al Teatro alla Scala e alla Royal Albert Hall di Londra, nella sala dell’Assemblea generale dell’Onu a New York e in piazza Tienanmen a Pechino. «Ogni volta che sono salito sul podio non ho potuto non mettere sul leggio una suite delle musiche per i film di Sergio Leone e la colonna sonora di
Mission» spiega Morricone che con la memoria va al 28 settembre 2002 quando, proprio dall’Arena di Verona, iniziò la sua avventura dei concerti dal vivo: «Dirigere in teatro le mie musiche mi ha fatto uno strano effetto: abituato a sentire le note in cuffia, dal vivo mi sono trovato ad ascoltarle insieme al pubblico che respirava dietro di me in uno scambio di emozioni continuo» spiega il compositore diplomatosi al Conservatorio romano di Santa Cecilia con Goffredo Petrassi. «La sua spiritualità presente nelle sue partiture mi ha sempre colpito. Anche se non mi sono mai considerato un compositore mistico-sacrale. La mia carriera è iniziata con
Il federale di Luciano Salce regista di commedie, che mi ha voluto per altre sue pellicole, ma che a un certo punto mi ha detto: "Sei un autore sacrale: non possiamo andare d’accordo". Da allora non abbiamo lavorato più insieme, anche se siamo rimasti amici». Morricone rivela che riguardando oggi il suo percorso di musicista ritiene di «aver toccato il massimo della sacralità quando ho raccontato l’anima dell’uomo, nei film per la tv su Giovanni XXIII e su Giovanni Paolo II, ma anche nelle pellicole di Sergio Leone dove oltre alla violenza c’è una speranza. Speranza che ho sempre messo implicitamente in tutte le mie partiture». Un bilancio artistico che parte da una certezza, spiega Morricone, «quella di aver ricevuto la grazia del talento e di aver avuto la fortuna di studiare musica».Soddisfazioni professionali il musicista ne ha avute molte, a iniziare dall’Oscar, ma, racconta, «non ho mai avuto il tempo di godermele perché ho sempre lavorato guardando avanti. Ho avuto anche momenti di profonda crisi superati grazie alla fiducia nelle potenzialità e nel talento che mi sono stati dati». E anche oggi, alla vigilia degli 84 anni – li compirà il 10 novembre festeggiando con un concerto a Milano –, il suo ritmo di vita non è cambiato: «Mi alzo prestissimo, intorno alle 4.30, faccio ginnastica, leggo i giornali e alle 8.30 sono già al lavoro». Sul tavolo la colonna sonora per il prossimo film di Giuseppe Tornatore,
La migliore offerta. Per la tv, dopo aver scritto le musiche del ciclo di commedie di Eduardo, curerà quelle dei lavori di Pirandello, sempre interpretati da Massimo Ranieri. «Prima, però, mi aspetta un viaggio in Polonia dove mi consegneranno un premio: nella terra del beato Giovanni Paolo II porterò
Tra cielo e terra, una pagina dedicata al papa polacco».