Non solo i top venti con la raffica di nuovi direttori (molti dei quali "pescati" all'estero)
la riforma
Franceschini sta per rivoluzionare anche gli altri circa 400 musei
statali. Le procedure sono già avanzate.
Entro l'autunno
arriveranno nuovi direttori selezionati tra i funzionari Mibact.
Ogni istituto avrà uno statuto e una contabilità trasparente. Spazio
anche ai servizi al pubblico, fundraising, educazione e ricerca.
I nuovi direttori, per i quali all'interno del ministero di Via del Collegio romano è già partita la procedura d'interpello, vengono selezionati in questo caso dai direttori dei poli museali regionali.
La riforma prevede aree dedicate non solo alla cura delle
collezioni e alle mostre, ma anche ai servizi al pubblico, al
fundraising e alla educazione e ricerca, in stretto rapporto con
scuola e università.
I direttori dei poli museali regionali assicureranno il
coordinamento dell'offerta culturale nella Regione per
conservare e valorizzare l'idea di museo-diffuso.
Servizi accessori questi sconosciuti. Avviata la riforma dei musei e trovati i direttori per i 20 istituti al top del patrimonio pubblico, rimane aperta la grande questione dei
bookshop e delle caffetterie, i cosiddetti "servizi aggiuntivi", che al momento
sono pochissimi in tutta Italia, tanto che
l'80 per cento dei
400 musei statali, come riconosce anche il ministro
Franceschini,
ne è tuttora privo.
Anche in questo caso però il ministero annuncia una svolta,
decisa in realtà già da mesi. Al palo da anni, a prezzo di
scandali e polemiche, le gare per l'affidamento delle
concessioni sono ora state messe nelle mani della Consip, la spa
del ministero dell'Economia che lavora al servizio esclusivo
della pubblica amministrazione. E questo, assicurano dal
ministero, dovrebbe evitare per il futuro eccessive
sperequazioni a favore del concessionario.