Museo della Scienze e della Tecnologia di Milano. Leonardo e i Navigli: ingegneria e genialità
q-Q7IDy66Vo;430;242
Problema: i livelli dei due corsi erano diversi, e
serviva un sistema di chiuse che li uniformasse a ogni passaggio di chiatta. Il
ruolo di Leonardo da Vinci in questi studi – finalizzati a collegare Milano con il Lago
Maggiore, in vista di un più efficiente trasporto merci - non è ancora del
tutto chiaro. Solo una certezza: della “conca di San Marco”, il poliedrico
toscano realizza non un piccolo schizzo, ma una rappresentazione appunto
“chiarissima e dettagliatissima”. Tra i tanti motivi d’interesse, spicca la
documentazione di un artificio tecnico mai visto prima di quel momento: la
presenza di una piccola coppia di portellini che, agevolmente aperti a ogni
passaggio, pareggiassero il livello del corso prima e dopo lo sbarramento,
rimandando l’apertura delle grandi “ante” del manufatto solo a bilanciamento
idrico raggiunto.2mhKGD-UdcY;430;242
Un sistema ingegnoso, che semplificava alquanto le
operazioni di transito. Quanto custodito oggi dal Museo di via San Vittore,
spiega Giorgione, “risulta composto da un corpo principale in faggio e assiti
in abete rosso”, e “risale al 1700, con l’unica eccezione di un portellino che
l’esame al carbonio data al XVI secolo”. Naturale, per lo studioso: “Fino
all’avvento del treno – ricorda -, quelle vie d’acqua assicuravano gran parte
del trasporto merci necessario per la città”. Insomma: era un continuo “apri e
chiudi”. Dunque – con tutta probabilità - anche un frequente “aggiusta e
sostituisci”.