Arte. In mostra a Roma il "diario" di un anno di Covid
Amelia Mutti, "Il vecchio e il bambino", tecnica mista su tela -
Lontani fisicamente ma vicini grazie ai mezzi tecnologici, gli artisti dell’associazione hanno voluto esprimere con diverse tecniche (dall'olio su tela alla digital art) il loro vissuto e tutte le opere, di entrambe le esposizioni, riescono a rendere conto dei cambiamenti sociali e anche interiori causati dall’isolamento, esprimono la rabbia per gli affetti negati, la speranza di una rinascita, il silenzio dei monumenti, la fiducia in quello che verrà, la gioia dei primi incontri all’aperto, nei giardini del quartiere, in mancanza d’altro. Entrambe le mostre, inoltre, sono nate per fissare nella memoria, attraverso lo sguardo dell’artista, questo tempo che stiamo vivendo.“Le opere artistiche sono spesso espressioni dell’anima” scrive Gea Albanese. “Ecco perché siamo nuovamente insieme, con Il Salotto di Diotima, a raccontare con le nostre opere i cambiamenti, le difficoltà e soprattutto il grande dono della speranza che non ci abbandona mai”. Ogni artista ci restituisce un aspetto di questo tempo e lo ha illustrato anche a parole, perché ogni opera è accompagnata da una didascalia: la lontananza dai propri cari (A. Mutti), il sogno della rinascita (G. Cannata), la realtà filtrata dai condizionamenti imposti da questo tempo (V. Pallotta), i momenti “concavi” (P. Langher). Questo l'elenco completo degli artisti che espongono: Gea Albanese, Anna Maria Bagnato, Pamela Bellinzas, Gabriella Cannata, Giovanna Cataldo, Maria Cipriano, Marta Fabbri, Patrizia Langher, Ruggero Lenci, Amelia Mutti, Viviana Pallotta, Alessandra Pediconi, Carmen Tubío.