Cinema. Addio a Vittorio Taviani, raccontò la storia e le contraddizioni del Paese
Vittorio Taviani in una foto del 2015 (Ansa)
Il debutto dei Taviani sul grande schermo risale al 1962 con Un uomo da bruciare, interpretato da Gian Maria Volonté, ispirato alla vita di Salvatore Carnevale, bracciante socialista assassinato a colpi di lupara nel 1955. A loro si devono capolavori entrati della storia del cinema italiano, da Allosanfàn (1974), ambientato nel periodo della Restaurazione, con Marcello Mastroianni, Lea Massari e la potentissima musica di Ennio Morricone, a Padre padrone (Palma d'oro a Cannes nel 1977), tratto dal best-seller di Gavino Ledda, con Saverio Marconi splendido protagonista, da La notte di San Lorenzo, episodio della strage di San Miniato compiuta dall’esercito americano (inizialmente attribuita ai tedeschi) durante la Seconda guerra mondiale, a Kaos (1982), trasposizione di novelle pirandelliane, fino a Cesare deve morire (Orso d'oro a Berlino nel 2012, nella foto sotto la premiazione) che riprende la messa in scena del Giulio Cesare di Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia.