Il grande medievista francese
Jacques Le Goff è scomparso oggi, 1 aprile, all’età di 90 anni. L’ha annunciato questa mattina la famiglia.
Durante la sua lunga carriera, lo studioso ha trasformato l’approccio della ricerca sull’antropologia medievale, attraverso opere rimaste celebri, anche sul piano metodologico. Grazie a Le Goff, la ricerca storica ha acquistato un’inedita «profondità di campo», interessandosi a tutti gli aspetti nella vita delle società, con una predilezione per le vite dei santi e in generale la dimensione agiografica. Aveva fra l’altro sottolineato l’importanza del culto mariano nella rivalutazione medievale della donna.
Nel 1972 aveva preso la direzione di una fra le maggiori istituzioni accademiche francesi, la futura la Scuola di alti studi in scienze sociali (Ehess).
Erede e nuovo interprete della cosiddetta Ecole des Annales, diresse dal 1967 la prestigiosa rivista legata al movimento storiografico. Negli anni Settanta, il suo approccio è stato riconosciuto come alla base della “nuova storia”.
Fra i suoi saggi più noti, pubblicati a partire dagli anni Cinquanta, figurano quelli dedicati all’immaginario medievale e a diverse grandi figure del cristianesimo, come san Francesco d’Assisi o Jacopo da Voragine, l’autore della Leggenda aurea. Opere tradotte quasi tutte in italiano.
Di profonde convinzioni europeiste, padroneggiava pure l’italiano, il tedesco e il polacco. In proposito, aveva diretto la collana internazionale di saggi «Fare l’Europa».
In Francia, era noto dal 1966 al grande pubblico anche come divulgatore radiofonico di una trasmissione, «Lunedì della storia» sulle onde della radio pubblica nazionale.