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Cinema. Morto Piccoli, icona di Francia. Fu anche il "Papa" di Moretti

Giuseppe Matarazzo lunedì 18 maggio 2020

L'attore Michel Piccoli al Festival di Cannes nel 2011 per il film "Habemus Papam"

Nel 2011 interpretò un Papa in crisi esistenziale nell'Habemus Papam di Nanni Moretti, con quel discorso dalla finestra che allora sorprese tutti, ma che visto dopo la rinuncia al Soglio Pontificio da parte di Benedetto XVI, nel febbraio del 2013, risultò profetico: «Chiedo perdono al Signore per quello che sto per dire… Ho capito di non essere in grado di sostenere il ruolo che mi è stato affidato… La guida di cui avete bisogno non sono io. Non possono essere io». L'attore Michel Piccoli, un monumento del cinema francese, è morto all'età di 94 anni. Il decesso è avvenuto il 12 maggio, in seguito a un ictus, ma l'annuncio è stato dato solo oggi dalla sua famiglia, la moglie Ludivine e i figli Inord e Missia. «È stato un grandissimo privilegio lavorare con una persona e un attore come Michel Piccoli – ha detto proprio Moretti nell'apprendere la notizia –. Sono quelle fortune che capitano una volta nella vita. Il 14 agosto del 2009, partii insieme al mio aiuto regista per Parigi con il vestito bianco del Papa dentro una valigia… Ha capito al volo cosa volessi raccontare attraverso la figura di quel Papa così umano e sofferente. Per noi spettatori è un grande dolore, se ne va un gigante del cinema e del teatro».

Jacques Daniele Michel Piccoli, questo il suo nome completo, era nato a Parigi il 27 dicembre 1925 in una famiglia di musicisti, metà italiana e metà francese. Lo hanno diretto tutti i grandi autori del cinema francese: Jean Luc Godard ne fa il marito di Brigitte Bardot in Il disprezzo (1963), Alain Resnais lo contrappone a Yves Montand in La guerre è finita (1965). Sul finire degli anni Sessanta sposa l'attrice e cantante francese Juliette Gréco, dalla quale divorzierà nel 1977, proprio quando Claude Sautet lo immerge nel più tradizionale mondo borghese parigino con Mado. Dopo tante nomination ai César, Piccoli vince la Palma d'Oro a Cannes come miglior attore per Salto nel vuoto (1980) di Marco Bellocchio, che lo veste da magistrato paranoico intrappolato nel suo rapporto con la sorella degenerata. Sempre nel 1980 si sposa con la sceneggiatrice Ludivine Clerc e viene diretto da Louis Malle in Atlantic City. Tra gli anni Ottanta e Novanta Piccoli viene diretto da Ettore Scola, di nuovo da Godard, Liliana Cavani e ancora da Bellocchio e Malle, poi Jacques Rivette e Sergio Castellitto, fino alla sua prima regia con Train de nuit (1994). Nel 2011 il film di Moretti, con il quale vince David di Donatello e Premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista.

L'Italia lo ricorda anche – passando dal “sacro al profano” – per La grande abbuffata con Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Philippe Noiret. Un cult a cui è legato il nome di Piccoli. «Piango da quando ho saputo della notizia della sua morte. Ora che tutti e quattro i protagonisti sono andati via mi sento orfana della Grande Bouffe», dice dalla sua casa di Aix–en–Provence l'attrice Andrea Ferréol alla tavola di quell'irriverente e surreaale film–satira del consumismo firmata da Marco Ferreri nel 1973. Ora sono altri tempi.