Lirica. Addio al soprano Renata Scotto, una delle voci più amate del belcanto
Il soprano Renata Scotto con Giorgio Napolitano
Si dice, spesso, che chi non ha talento insegna. Detto popolare. A volte, come tutti i detti, azzeccato. Altre, invece, sbandierato per invidia. Renata Scotto insegnava. E lo faceva perché aveva (senza la negazione davanti) talento. Aveva talento per l’insegnamento, generosa nel dare consigli, nel seguire giovani promesse del canto nella sua Accademia operistica e nella sua infaticabile attività (anche di regista) al Teatro dell’Opera giocosa di Savona, la sua città. E aveva, soprattutto, talento musicale. Innato. Quello che le ha permesso di diventare Renata Scotto, soprano che ha segnato la storia del Novecento. La Renata Scotto del Teatro alla Scala e del Metropolitan di New York. La Renata Scotto che ha dato voce alle eroine del belcanto spingendosi poi sino a Wagner, Poulenc e Schoenberg. Renata Scotto che è stata innegabilmente la Violetta di riferimento del Novecento, sin dal suo debutto, a 19 anni, nel 1953 al Teatro Chiabrera di Savona. Debutto da far tremare i polsi con la verdiana Traviata davanti al pubblico della sua città. Dove era nata il 24 febbraio del 1934. Renata Scotto si è spenta, l’altra notte, a 89 anni. Notizia inaspettata, subito rilanciata in un infinito tam tam dai social – certo, il rischio, di chi fa certi post è sempre quello di parlare più di sé che del morto di turno… «io che l’avevo conosciuta… quando lei mi disse…» ma questa è un’altra storia.
Lo studio del canto a Milano con il baritono Emilio Ghirardini e con Mercedes Llopart per assecondare quel talento innato anche se i primi passi li mosse come contralto per poi scoprirsi soprano lirico leggero e poi drammatico – ma quel colore iniziale, scuro e screziato tornerà nei ruoli wagneriani e nella Lady del Macbeth e nell’Abigaille del Nabucco che la Scotto ha inciso con Riccardo Muti. Verdi. Il Verdi del debutto con Traviata titolo al quale seguì, sempre nel 1953 e sempre a Savona Madama Butterfly di Puccini – e anche Cio Cio San fu un personaggio iconico della Scotto, scolpito nella parola e nella musica lasciando un segno nella storia dell’interpretazione pucciniana.
Cantante. Insegnante. E regista. Dal 1986, si è dedicata anche alla messinscena, nel solco della tradizione, dei grandi titoli del repertorio: la prima volta al Metropolitan con Butterfly, mentre la sua Traviata ripresa dalla tv nel 1995 alla New York city opera si è aggiudicata un Emmy award. New York. La città di tanti trionfi, di tanti successi e dove la Scotto aveva deciso di abitare.