Televisione. Il caso Montesano, la maglia fascista una brutta gag dall'ex compagno
L'attore Enrico Montesano a "Ballando con le stelle"
Ballando con le stelle o Ballando nelle stalle? Passino le barzellette sporcaccione dell’ europarlamentare Iva Zanicchi, 80 anni suonati e cantati per l’Aquila di Ligonchio, ancora in pista. Passi anche il conflitto d’interesse di Selvaggia Lucarelli, membro della giuria che deve giudicare le performance del ballerino e suo compagno di vita Lorenzo Biagiarelli. Ma non possiamo mica far passare sottotraccia l’infame t-shirt della X Mas indossata in maniera quanto mai “maldestra” dall’ex talento del cinema e del teatro anni 70-80, Enrico Montesano. Sì, perché di fatto la sua carriera artistica si interrompe bruscamente trent’anni fa, quando viene sedotto dal Pds di Achille Occhetto e sotto l’egida della Quercia si candida sia alle elezioni comunali di Roma del 1993 che alle Europee, venendo eletto con un consenso popolare di complessive 150mila preferenze. Quello era il Montesano paladino della sinistra storica, con tanto di origini socialiste, mentre l’Enrico 77enne e quanto mai ballerino, ha deciso di fare un terribile casqué. Si è presentato alle prove di Ballando con le stelle, in cui era in gara, in camicia nera con tanto di slogan della X Mas sulla schiena (“Memento audere semper”) e scudetto con il fascio littorio stampato al petto. Un gesto ingenuo da neofita del cameratismo? Un artista di lungo corso come l’ex compagno Enrico sa benissimo che quel backstage è a attenzionatissimo dalle telecamere Rai che poi riportano le immagini alla diretta del sabato sera: lo show più visto dagli italiani, peraltro, con quasi 4 milioni di telespettatori. Ma come è possibile che un uomo che non ha mai cambiato la maglia della squadra del cuore, la Lazio, è stato capace, per di più nel centenario della Marcia su Roma, di schierarsi addirittura con la famigerata X Mas.
Il nostro Rugantino più amato sa bene che quelli erano i feroci collaboratori dei nazifascisti, sterminatori di partigiani. Solidali dunque con l’Anpi indignata contro l’ex compagno Montesano che inneggia agli assassini dei martiri della Resistenza. E la Rai non può che escluderlo dalla trasmissione di Milly Carlucci e condannare l’episodio come «inaccettabile». Per noi resta inaccettabile anche il fatto che il siparietto molto noir sia stato replicato da RaiPlay a uso e consumo della pubblica ottusità e dell’ignoranza di un pubblico che si nutre ormai di higlights, spezzatini tv e social. Non sappiamo le reali motivazioni per cui Montesano sia arrivato a tanto, ma certo si tratta di un gesto sconsiderato di revisionismo in stile Se il tempo fosse un gambero, per tornare anche noi con la memoria a uno dei suoi titoli teatrali di maggior successo. Montesano non è oggi più Bravo di quando era solo un attore di musical ed entra goffamente nel padiglione della banalità del male quando s’improvvisa uomo-sandwich e si macchia (forse) di apologia di fascismo. Avevamo sbarrato gli occhi all’ultima deriva “no-vax”, ma in certe sparate pubbliche ci sembrava ancora di intravedere il simpatico e cialtronesco “Er Pomata” di Febbre da cavallo. Ma qui ora siamo dinanzi a una Mandrakata pericolosa. E la difesa di Montesano è stata ancora più patetica, si è trincerato dietro la collezione di maglie: « Cioè quella di Mao, dell’Urss e di Che Guevara».
Il Che era l’idolo dei suoi 18 anni, poi c’è stata la fase delle conduzioni di Fantastico, il sabato sera anni 80 , in stile buonista di sinistra in una Rai molto democristiana e certamente più equilibrata di quella odierna dove non sono più neppure capaci di prevenire e ancor meno di stoppare in tempo simili sbandate pseudo-ideologiche.La Rai ha aperto una istruttoria interna e Montesano ha chiesto un incontro con l’Anpi per scusarsi. Lo show dunque dovrebbe continuare come se si fosse trattato di una gag mal riuscita. A difesa di Montesano si schiera il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che ci delizia con una lezione storico-letteraria delle sue: « Non si può espellere un concorrente di un programma televisivo perché indossa una maglia con una marca di un motoscafo con su scritta una massima di Gabriele D’Annunzio del 1918, e quindi ha una radice prefascista. Mi sembra inverosimile. La Rai dovrebbe risarcire Montesano». Noi non siamo storici, né giudici di Ballando con le stelle, come gli autorevoli Lucarelli o Guglielmo Mariotto, ma forse bisognerebbe avere il coraggio e la dignità di uscire di scena quando si è ancora in grado di ballare sul serio e divertire il pubblico con l’arte messa da parte in decenni di spettacolo. Rai 1, il servizio pubblico, istruttorie a parte, in pochi giorni colleziona due scivoloni clamorosi. Il caso Memo Remigi, con la sua mano morta su Jessica Morlacchi nella trasmissione pomeridiana condotta da Serena Bortone, Oggi è un altro giorno, e in scena c’è il “neomiliziano” Montesano. Due pagine scurissime di televisione. Ridateci Il Cavaliere nero di Gigi Proietti. E non solo su RayPlay.