Cinema. Monica Vitti, una grande carriera in cinque film da rivedere
Monica Vitti
Cinquantacinque film in carriera. Ruoli spesso simili ma sempre diversi. Il talento di Monica Vitti, scomparsa oggi a 90 anni di età, emerge in modo straordinario sia nei drammi inestricabili e "noir" di Antonioni che nelle opere migliori dei maestri della commedia all'italiana. Comica, brillante, malinconica, tenera, estroversa, ma anche nevrotica, intimista e misteriosa, la bionda attrice romana ha saputo esprime una gamma di espressioni spesso inimmaginabili, partendo della realtà della condizione femminile che ha saputo arricchire con invenzioni e guizzi che hanno segnbato la storia del cinema italiano. Ecco 5 film significativi.
LA NOTTE (1961) di M. Antonioni
Il cuore della Trilogia esistenziale di Antonioni, i film tre sull'incomunicabilità. Con Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau. La crisi della coppia vissuta dalla sera all'alba, tra avventure sentimentali e incapacità a tirare fuori la verità di se stessi in un rapporto logorato tra moglie e marito. La Vitti, nel ruolo della terza incomoda, vince il Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista.
LA RAGAZZA CON LA PISTOLA (1968) di M. Monicelli
Il trionfo della commedia all'italiana. Una giovane siciliana innamorata di un compaesano si fa rapire da lui sperando nella fujitina e nel conseguente matrimonio riparatore. Ma il seduttore fugge spaventato e si rifugia in Inghilterra. E lei lo segue armata di pistola per vendicare il proprio onore. Ma viene affascinata dalla vita moderna e aperta in cui si imbatte a Londra
DRAMMA DELLA GELOSIA (Tutti i particolari in cronaca) (1970) di E. Scola
Con Mastroianni e Giannini, qui la Vitti dà il meglio di sé. Una relazione a tre che finisce in tragedia, una critica alla società del benessere che negli anni '60 ha cominciato la sua sfrenata corsa. Nastro d'argento come migliore attrice protagonista per Monica, l'Adelaide stralunata e tenera tra i due fragili uomini in cerca, forse, dell'amore vero.
POLVERE DI STELLE (1973) di A. Sordi
L'avanspettacolo negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Monica è la soubrette, Alberto il capocomico di una sgangherata compagnia in giro per l'Italia, dalla Roma occupata dai tedeschi all'Abruzzo sconquassato dai bombardamenti alleati. La fame, i fischi, e finalmente il momento di gloria davanti alle truppe che affollano i teatri. Tra amori perduti e rimpianti, in un finale triste. Vitti sublime: canta, balla, recita mettendo in campo, ancora una volta, tutto il suo talento.
AMORI MIEI (1978) di Steno
Una commedia elegante (tratta dalla piéce teatrale di Iaia Fiastri) nella quale stavolta è la donna, trascurata e incompresa, a donare il suo amore a due uomini assai diversi tra loro (il giornalista Johnny Dorelli e lo psicologo Enrico Maria Salerno). Ma lei ha così fame di essere amata che decide di sposare entrambi. Una satira del maschilismo. David di Donatello per la Vitti, migliore attrice dell'anno. Semplice ma profonda. Monumentale interpretazione della donna moderna.