Agorà

Approfondimento. Mondiali, uno sporco affare

Nello Scavo mercoledì 11 febbraio 2015
«Azzerare l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022 al Qatar e procedere a una nuova votazione». La richiesta del Consiglio d’Europa è clamorosa. L’organismo di Strasburgo ha raccolto prove su tangenti, scambi di favori, conflitti d’interessi e trame che coinvolgono anche agenti segreti di Paesi come Russia e Regno Unito.Secondo la Commissione per la Cultura e l’Educazione «la decisione di assegnare l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar è stata radicalmente viziata». Il versamento da parte dell’allora vice presidente della Fifa, il qatariota Mohammed Bin Hammam, di «considerevoli somme di denaro» a oltre 30 alti rappresentanti del calcio africano e ad associazioni nazionali «ha assicurato al Qatar - sostiene il rapporto conclusivo - i voti dei rappresentanti della Confederazione africana di football (Caf)». Mazzette a pioggia che hanno permesso al Qatar di eliminare altri pretendenti asiatici, come Australia, Giappone e Corea, strappando la maggioranza dei consensi. La sessione di voto incriminata si svolse il 2 dicembre del 2010. Un anno dopo Bin Hammam è stato espulso a vita dalla Fifa, non per aver perorato a suon di petrodollari la causa qatariota, ma per aver pagato tangenti per ottenere i voti nella guerra personale alla successione di Blatter. Nulla da imputargli, invece, sull’assegnazione del torneo al Qatar, di cui Bin Hamman a quel tempo era il massimo esponete calcistico.Le presunte mazzette non sono il comportamento peggiore. In ballo ci sono progetti energetici e politiche economiche in grado di condizionare le politiche di sviluppo di numerosi governi, ben al di là delle questioni calcistiche.Niente si fa per niente, meno che mai nel calcio a nove zeri governato dall’immarcescibile Blatter, destinatario di innumerevoli inchieste, sempre benevolmente archiviate dalla magistratura Svizzera, paese che ospita il quartier generale della Fifa a Zurigo e del quale è cittadino proprio il boss del calcio mondiale. Ai due organizzatori dei prossimi mondiali - Russia e Qatar - non bastava l’aver stretto un patto per scambiarsi i rispettivi voti. Occorreva persuadere i delegati di federazioni nazionali dei Paesi sotto la propria influenza. Un patto di ferro suggellato con la nascita di una joint-venture per l’estrazione e la gestione bilaterale di un giacimento di gas in Siberia. Grazie a questa intesa la Qatargas avrebbe già firmato contratti per la fornitura di metano a prezzi stracciati alla Ptt, la compagnia energetica della Thailandia, Paese che non ha fatto mancare il suo appoggio alla candidatura del Quatar per la competizione del 2022. La riconoscenza del Cremlino, a sua volta, sarebbe andata anche al delegato belga, destinatario di un prezioso dipinto prelevato dai magazzini del museo Hermitage di Sanpietroburgo.I parlamentari di Strasburgo hanno potuto visionare anche un dossier dell’MI6, il servizio segreto britannico per l’estero. Secondo il controspionaggio di Sua Maestà sono stati numerosi gli episodi di corruzione e voto di scambio compiuti anche da Mosca (dove il campionato si disputerà nel 2018) e Doha. Gli 007 sostengono che il Qatar avrebbe fra l’altro comprato il sostegno di Worawi Makudi, membro thailandese del comitato esecutivo Fifa, attraverso cospicui investimenti nella società di resort di quest’ultimo e tramite l’acquisto di un terreno edificabile del valore di oltre 33 milioni di euro appartenuto al rappresentante di Cipro, Marios Lefkaritis. La federcalcio inglese era finita a sua volta sotto accusa per aver svolto indebite pressioni per guadagnare consensi nella votazione finale.L’autore del rapporto, Michael Connarty (Regno Unito), ha potuto esaminare il dossier del controspionaggio inglese. «Non vi può essere alcun dubbio dell’esistenza di un correlazione diretta tra queste irregolarità flagranti e l’esito del voto», ha detto.La relazione sarà discussa durante la sessione plenaria dell’assemblea, in calendario dal 20 al 24 aprile. Una commissione interna della Fifa, guidata da Franz Beckenbauer, ha aperto un’indagine a fini disciplinari, come ha rivelato nei giorni scorsi il Telegraph, per presunte violazioni del codice etico.La procedura è stata così «tanto macchiata d’illegalità», che bisognerebbe rifare tutto daccapo. In realtà al Consiglio d’Europa sanno che la loro non è un’ingiunzione vincolante e che la denuncia non farà cambiare i programmi. In vista delle nuove elezioni per la guida della Fifa, attese a maggio con Sepp Blatter ricandidato, per il calcio mondiale si apre però una fase di forte fibrillazione.Il budget operativo per Confederations Cup 2021 e Mondiale 2022 è di 645 milioni di dollari. Briciole al confronto della spesa complessiva, a carico del Qatar, stimata in 100 miliardi di dollari. In ballo ci sono una montagna di soldi e interessi strategici. Primo paese mediorientale ad ospitare un Mondiale (competizione per la quale non si è mai qualificato), la piccola ma influente monarchia del Golfo non ha grande tradizione calcistica. Con i petrodollari ha attirato alcuni campioni a fine carriera, da Gabriel Batistuta a Frank de Boer. Gli stadi proposti per il Mondiale sono 12 in 7 città. La metà verranno realizzati nella sola capitale Doha. Gli organizzatori si aspettano quasi tre milioni di visitatori solo per la kermesse calcistica che sarà tra le più avveniristiche: i tifosi beneficeranno di aria condizionata negli stadi generata da pannelli solari per contrastare il caldo soffocante, vero ostacolo alle partite, che ancora oggi sta facendo mettere in dubbio la scelta del periodo nel quale organizzare il Mondiale.Il 13 novembre proprio la Federazione calcistica mondiale aveva chiuso un’altra inchiesta su Qatar 2022 (vedi box in alto) sostenendo che niente di particolarmente grave era accaduto. Intanto Sony, dopo aver inutilmente chiesto una vera inchiesta interna, ha annunciato la propria rinuncia alle sponsorizzazioni. I bene informati assicurano che l’inossidabile Blatter sa come correre ai ripari.