Agorà

STORIA E OCCULTO. I misteri delle SS e la "fonte" ariana

Luca Gallesi mercoledì 30 novembre 2011

Quando, pochi anni fa, Günther Grass confessò la sua giovanile militanza nelle Waffen SS, dopo lo scandalo iniziale allo scrittore fu concessa, poco alla volta, un’attenuante, dovuta alla convinzione che ci fosse, in fondo, una differenza tra le SS combattenti, quelle in cui, appunto, si era arruolato l’autore del Tamburo di latta, e le famigerate SS non combattenti, destinate alla vigilanza nei campi di concentramento. Sotto la doppia runa della vittoria (Sieg Runen) si celava, infatti, una realtà complessa, composta non soltanto da guardie carcerarie, ma anche da truppe d’èlite (le Waffen SS, appunto) e personalità varie. Alle SS appartenevano per esempio, scienziati come Werner von Braun, esploratori come Sven Hedin e atleti come Heinrich Harrer, il celebre protagonista di Sette anni in Tibet.

 Concepite originariamente come guardia armata del partito nazionalsocialista, le SS diventarono una specie di ordine guerriero, guidato fanaticamente da Heinrich Himmler, gerarca tra i più crudeli e bizzarri. Superstizioso, spregiudicato, fisicamente lontanissimo dai canoni estetici indispensabili per l’ammissione nelle SS, Himmler costruì una potentissima struttura di potere, autonoma e talvolta in conflitto con lo stesso partito nazista. Già prima della guerra, oltre ai campi di concentramento, le SS dirigevano la polizia politica (Gestapo), il servizio segreto (SD), e anche organizzazioni culturali eccentriche come l’Ahnenerbe, un centro di studio non accademico che si occupava di religioni indoeuropee e di archeologia misteriosa. A questa realtà è dedicato il libro La svastica e la runa. Cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe (Mursia, pagine 450, euro 22) di Marco Zagni, studioso non professionista, ma molto appassionato, che ha arricchito il saggio con moltissimi documenti originali, tradotti e pubblicati per la prima volta in italiano, e purtroppo non corredati da un adeguato indice dei nomi. L’Ahnenerbe, letteralmente, "eredità degli antenati", finanziò un numero incredibile di ricerche, studi ed esplorazioni in tutto il mondo, volti a dimostrare l’inconfutabile superiorità della razza ariana, che nacque nel profondo Nord, come dimostrerebbero, addirittura, il mito di Atlantide e gli scritti di Omero.

A questo proposito, Himmler in persona ordinò e finanziò abbondantemente scavi archeologici e ricerche antropologiche in Sudamerica, in Egitto, in Tibet, in Grecia e nel Nord, alla ricerca della mitica Thule, dove ebbe origine la stirpe indoeuropea, distinta e distante dalle successive degenerazioni, dovute soprattutto alle disgreganti influenze giudeo-cristiane. Attorno a questi stravaganti e ambiziosi progetti si riunirono forze e personalità estremamente eterogenee, che passavano dal semplice studioso eccentrico al vero pazzo fanatico. Leggendo le biografie di questi personaggi, puntualmente ricostruite dall’Autore, sembra di scorrere l’organigramma della mitica Spectre: troviamo, infatti, il "Rasputin" di Himmler, l’ufficiale di carriera Karl Maria Wiligut, esoterista dotato di poteri paranormali, che finì rinchiuso in manicomio; l’astronomo dilettante Hoerbiger, convinto assertore della cosmologia dei ghiacci, secondo la quale il sistema solare nacque dallo scontro di comete di ghiaccio; l’esploratore e scrittore Edmund Kiss, vero Indiana Jones ante litteram, che scoprì tracce di vita extraterrestre in Bolivia; il tecnico Andreas Epp, che svelò il mistero dei dischi volanti, arma finale del Terzo Reich e molti altri curiosi personaggi.

Bizzarre curiosità a parte, restano, di quel miscuglio eterogeneo di teorie strampalate e ricerche serie, i risultati, indiscutibili, di spedizioni diventate storiche, come quella in Tibet guidata da Ernst Schaefer e alcune suggestive ipotesi di quella che non si può liquidare semplicemente sotto l’etichetta di "fanta-archeologia", come dimostrano le fondate obiezioni alle versioni ufficiali di molti "misteri", come ad esempio quello riguardante i resti del cosiddetto palazzo di Cnosso, a Creta. L’opinione comune, risalente alle conclusioni di sir Arthur Evans, ha identificato nelle rovine minoiche un palazzo imperiale, mentre le spedizioni volute da Himmler sono giunte a una conclusione diversa, che ipotizza una specie di piramide funeraria o una necropoli, dato che si tratterebbe di un edificio totalmente privo di finestre.