Idee. Kasper: misericordia, antidoto al mercato
L’attualità della misericordia ci stimola a scavare nella tradizione del pensiero umano per una risposta alla nostra situazione. Benché la parola «misericordia» sia specifica nella Bibbia e nella tradizione biblica, se ne trovano preparazioni e anticipazioni nella tradizione umana dell’Occidente. La tradizione della filosofia e anche della teoria della tragedia nell’Occidente conosce la compassione. La tragedia classica vuole che lo spettatore sperimenti compassione con il destino dell’eroe e in lui sperimenti il suo proprio destino. Da lì nella teoria moderna del teatro spesso è provenuto l’interesse per l’insegnamento e l’educazione morale dello spettatore. I principi di empatia e di simpatia (syn-pathein, compassione) sono, dunque, costitutivi della tradizione umanistica.In quasi tutte le religioni dell’umanità si trova la cosiddetta "regola d’oro": «Ciò che non vuoi che sia fatto a te, non farlo ad un altro», o nella sua formulazione positiva: «Ciò che vuoi che sia fatto a te, fallo anche all’altro». Questa "regola d’oro" è un’eredità di tutta l’umanità. Essa è una regola di empatia, che chiede di oltrepassare il proprio io, di mettersi nella situazione dell’altro e di agire come io desidererei che l’altro agisse in tale situazione con me. Questi esempi mostrano una concezione dell’uomo che non è autoreferenziale e rinchiuso in se stesso, ma di un uomo che deve aprirsi all’altro, un’antropologia dell’empathein e del sympathein con l’altro, e una comprensione di se stesso dall’altro, all’altro e nell’altro.La tradizione biblica va oltre. Tuttavia, è il caso di aggiungere già adesso che il Corano islamico partecipa, in una certa misura, alla tradizione biblica, per cui con la misericordia è in gioco non solo la concezione dell’uomo, ma anche di Dio. Ogni Sura coranica (tranne un’eccezione) inizia con l’invocazione di Allah onnipotente e tutto-misericordioso. Ci sono, dunque, similitudini con la concezione biblica della misericordia, similitudini che sono importanti per il dialogo interreligioso e per l’autocomprensione dell’islam, che contraddice il terrorismo.Eppure, proprio lì dove appare la similitudine, anche appare la dissimilitudine decisiva fra la Bibbia e il Corano. Infatti, la concezione di Allah come Dio non è la stessa che si ha di Jahvé nell’Antico Testamento e del Dio Padre di Gesù. Un Dio che, in ragione della sua misericordia, si abbassa fino al punto di diventare uomo e morire sulla croce, una tale concezione è del tutto inimmaginabile per l’islam, anzi essa viene fortemente rifiutata e considerata in stretta contraddizione con la trascendenza assoluta di Dio.
Così, già a questo punto si evidenzia che con l’idea della misericordia non solo la concezione dell’uomo come essere con e per gli altri, ma anche la concezione giudeo-cristiana di Dio stesso entra in gioco. Con la misericordia tocchiamo la vera identità del cristianesimo. Essa presuppone un fondamento generale, che risale alla creazione dell’uomo, per cui non è bene che egli sia da solo; così esiste una salda base comune per il dialogo interreligioso, che oggi è tanto importante per la pace e la sopravvivenza dell’umanità. Esistono approcci umani ermeneutici alla concezione della misericordia. Però, proprio su questo insiste una religione umanistica generale, che oltrepassa la differenza specifica cristiana e, per così dire, oltrepassa il contributo specifico del cristianesimo in questo dialogo per il bene di tutti. (...)L’affermazione «Dio è misericordia» significa che Dio ha un cuore per i miseri. Egli non è un Dio, per così dire, sopra le nuvole, disinteressato al destino degli uomini, ma piuttosto si lascia commuovere e toccare dalla miseria dell’uomo. Egli è un Dio compassionevole, un Dio «simpatico» (nel senso originale di questa parola). Tali e altri argomenti hanno portato la teologia recente a una nuova riflessione sull’immutabilità e l’impassibilità di Dio. A causa della sua perfezione assoluta Dio non si commuove, ma a causa della sua sovranità nella carità in un senso attivo e libero si lascia commuovere e toccare dalla miseria dell’uomo. Non c’è passione, ma c’è compassione in Dio.