Decide Ibrahimovic, che ne sa una più del diavolo. Si prende una serata di riposo assoluto, sembra dormire per un’intera partita. Qualcun altro si procura un rigore, lui lo trasforma con freddezza (poi regala l’assist del tris). Un rigore che vale il primato solitario (al Milan non accadeva dal 2 novembre 2008).Il Palermo sui piega e si arrende, ma ha più di un motivo per recriminare. Il fallo di mano di Boateng in barriera su punizione di Miccoli meritava il rigore. Così come è irregolare l’azione che porta al penalty in favore dei rossoneri, con Ambrosini che si porta la palla avanti con un braccio. Era sembrata la serata di Pato, fino ad allora. Nel bene e nel male.Lui la luce di un Milan che tende al buio, lui il silenzio che piomba su San Siro. E’ lui che accende la luce dopo che il Milan aveva ruminato un po’ di calcio senza sbocchi e il Palermo azionato un paio di contropiede da far scattare l’allarme nella difesa milanista. Pato, di testa. Quella che non dovrebbe essere la sua specialità. Seedorf batte un corner, il Papero rossonero ci mette la capoccia (19’) ed è 1-0. È un Milan fortunato, solido, più che spettacolare. Altra cosa, insomma, rispetto a quello atteso dopo i fuochi d’artificio della fase finale del calciomercato. I tre centrocampisti non sono cucitori di gioco, Seedorf si deve dividere in due, tignoso in fase di copertura, spesso brillante in fase di rifinitura. Ma è solo lui a sprizzare genialità in una squadra altrimenti piatta. Il Milan vive di episodi, in mancanza di altro. Episodi, appunto. Quelli che non sono favorevoli al Palermo. Perché Pastore, così atteso sul palcoscenico della Scala del calcio, s’infortuna quasi subito, gioca al piccolo trotto, si arrende in avvio di ripresa (lascia il posto a Miccoli).E soprattutto perché il signor Banti, arbitro della sfida, chiude sempre un occhio negli episodi dubbi in area rossonera. Episodi sfavorevoli al Palermo, tanti, favorevole uno solo: una corta respinta della difesa per la rasoiata vincente di Bacinovic (63’). Ed è lì che entra in scena Pato, stavolta in negativo. Un infortunio, ancora un muscolo che non va. Sostituito, subito dopo il pari rosanero. E per di più in vista del derby con l’Inter, stracittadina da vivere da padroni di Milano, come non accadeva da tanto tempo. Milan alle corde, pure senza Pato (entra Inzaghi). Basta un guizzo, un’incursione di Ambrosini. Supera Sirigu, il portiere lo atterra: rigore. Ibra, fino ad allora semidormiente, insacca da par suo (31’). Poi, spazio e gloria anche per Robinho: suo il tris delle sicurezza, dopo aver rimpiazzato Inzaghi, acciaccato lui pure dopo pochi minuti dall’ingresso in campo. Tre punti, il primato. Niente male, anche senza rubare l’occhio. E ora tocca all’Inter: la Milano rossonera ringrazia, aspetta di sapere quando riavrà in campo Pato e Inzaghi, ma sogna finalmente in grande.