Ucraina. Dima e Vitalii, i primi “martiri” del pallone
Il giocatore ucraino Dima Martynenko (1997-2022)
Salvate il soldato pallone, recita il titolo di un saggio storico-calcistico di qualche anno fa a firma di Niccolò Mello. E lì in quel volume, tra le tante storie di soldati calciatori italiani prestati al campo di battaglia e non a quello di pallone, torna alla memoria di cuoio la vicenda di Rino Pagotto, difensore del Bologna anni ’30 guidato da Arpad Weisz, il mister ebreo ungherese morto, deportato con tutta la sua famiglia ad Auschwitz dove morirono nel 1944. Pagotto quando venne liberato dal lager nazista di Hohenstein, i russi spinsero lui e i compagni di prigionia fino al centro smistamento profughi di Cernauti (in Bucovina). E lì nel campetto attiguo alle baracche si formò una squadra di calcio agli ordini del mister Mariani e del ct Bertello. Nel torneo di Sluzk, in Bielorussia, gli undici “leoni italiani” sbranavano gli avversari, e con 18 vittorie in altrettante sfide disputate quella squadra si fece conoscere l’invincibile formazione di “Quelli di Cernauti”. Quella di Pagotto è una storia a lieto fine: dalla Bielorussia riuscì a tornare a Bologna a riabbracciare moglie e figli, e soprattutto tornò a giocare con la maglia rossoblù.
Cosa che non potrà più fare Dima Martynenko, il 25enne attaccante dell’FC Hostomel (squadra di seconda divisione ucraina) che passerà alla storia come il “primo martire” del calcio dall’inizio di questo assurda guerra russa-ucraina. Le fonti assai confuse di questi giorni di conflitto parlano di un «colpo mortale ricevuto dal calciatore mentre era in casa con la madre ». La sorella di 7 anni è rimasta gravemente ferita alla testa da una scheggia, mentre il padre di Dima è miracolosamente sopravvissuto all’attacco ma risulta ricoverato in ospedale «che lotta tra la vita e la morte». Martynenko era considerato un ottimo calciatore, capocannoniere del torneo cadetto della passata stagione, premiato come miglior giocatore del campionato 2020-2021.
Insomma, uno che aveva i numeri per salire ancora di categoria e magari tentare fortuna in qualche campionato straniero, come molti suoi connazionali. Invece, il soldato pallone ucraino perde un ottimo elemento come Martynenko che purtroppo è il primo di una lista luttuosa che si è subito allungata. Arriva infatti la conferma in serata della morte del 21enne Vitalii Sapylo, tesserato per il Karpaty. Sapylo, era un ufficiale militare dell’esercito ucraino ed è rimasto ucciso a seguito di un attacco missilistico sferrato dai russi contro il suo villaggio natale, Sokilnyky, nei pressi di Leopoli. Ora, salviamo anche il soldato pallone.