La maglia rosa non ha fatto il prodigio. Non ha fatto mulinare le gambe di Cavendish più veloci su un percorso poco adatto alle sue caratteristiche. La maglia rosa non ha trasformato chi la indossava, a differenza di quanto sostengono ripetutamente i commentatori-esperti di fronte a performance insolite di un leader occasionale: raramente si considera che chi non corre per la classifica generale solitamente tende a tirare il freno nelle tappe meno adatte, ed è ovvio che nel caso si trovi a dover difendere il primato dia tutto quello che ha in corpo e nella testa.Cavendish ha fatto quello che poteva, i compagni avrebbero potuto fare di più per difendere la maglia rosa o, almeno, non far perdere troppi secondi al loro capitano che oggi, con gli abbuoni, avrebbe potuto riprendersela (anche se solo per un giorno).Così, la maglia rosa è passata da un inglese, che ha imparato il mestiere in Toscana, a un italiano che per diventare professionista è andato in Inghilterra. Salvatore Puccio è il nuovo leader, un gregario di Wiggins alla Sky, la squadra che ha vinto la cronosquadre sull’isola di Ischia, ma non l’ha stravinta. Il team di Nibali ha lasciato sull’asfalto solo 14”, una inezia, Scarponi 22”, l’equivalente di uno scatto in montagna, e di montagne ce ne sono davvero tante.Chi l’ha persa,invece - oltre a Cavendish, che ha pagato un dazio di 48” -, è stato il campione uscente Hesjedal, che poteva contare sul team più forte per questa prova ma ha ceduto 25”, e l’australiano Evans, irriconoscibile dopo la vittoria al Tour di due anni fa, attardato di 37”.Il Giro ha appena corso la seconda tappa, quindi è inutile trarre bilanci. Meglio godersi la rosa di Salvatore Puccio (indossata per essersi piazzato meglio dei compagni nella prima tappa), un siciliano cresciuto in Umbria. Il padre ha trovato lavoro a Petrignano di Assisi, lì Salvatore ha, invece, trovato una bici: se ne è innamorato vedendo correre il fratello maggiore e la bici l’ha ricambiato facendolo diventare uno dei migliori dilettanti italiani, capace di vincere il Giro delle Fiandre under 23, due anni fa.Puccio ha 23 anni e una forte tempra “ciclistica”, forgiata nelle categorie giovanili quando veniva regolarmente “messo in mezzo” dai corridori dei grandi team, perché fino a quando non è passato dilettante non ha mai voluto lasciare la sua “famiglia” ciclistica, la piccola società di Petrignano. Nelle fasi cruciali delle corse restava solo contro tutti, stritolato dai giochi di squadra, a collezionare piazzamenti. Per vincere doveva faticare il doppio degli altri.E di fatica ne dovrà fare tanta anche in questo Giro d’Italia, perché Wiggins esige la più totale dedizione dai suoi compagni e li costringe a interminabili “sgroppate” in testa al gruppo. Così questa maglia rosa diventa un premio anticipato al suo sacrificio. Un premio che rischia di durare solo uno o due giorni, perché la Sky non può e non vuole difendere la maglia rosa, le energie serviranno più avanti e il simbolo del primato è meglio lasciarlo a qualche squadra minore, almeno fino a sabato quando con la cronometro nelle Marche inizierà davvero la corsa e la maglia rosa dovrebbe finire sulle spalle del Baronetto. Meglio non essere egoisti e concedere un po’ di visibilità a chi vince il suo Giro indossando la “rosa”, anche per un solo giorno: farsi degli amici in gruppo è fondamentale in una lunga corsa a tappe.Oggi il Giro d’Italia scende ancora più a sud (da Salerno a Marina di Ascea, in Cilento), con un siciliano in maglia Rosa e un altro – Giovanni Visconti – in maglia azzurra. Il finale è movimentato, l’ideale per chi ha coraggio e vuole guadagnarsi una foto in prima pagina. Considerando che siamo ancora alle prime pedalate, quindi con le energie ancora intatte, l’occasione è ghiottissima, se poi si considera che ultimamente le squadre dei velocisti fanno fatica a tenere sotto controllo la corsa e sbagliano i tempi dell’inseguimento, l’occasione diventa irrinunciabile. Giuliano Traini