Archeologia. Terra Santa, nella città di Magdala 50 anni di scavi “vicentini”
Magdala dall'alto
«Una evangelista che annuncia il gioioso messaggio centrale della Pasqua»: lei è Santa Maria Maddalena di Magdala, di cui il 22 luglio si celebra la festa liturgica. Un bel salto di qualità - avvenuto nel 2016 per desiderio di papa Francesco - per una donna che è stata spesso confusa con la “peccatrice anonima” di cui parla il Vangelo di Luca 7, ovvero colei che
Lavori dei volontari nel sito - -
A Magdala la Diocesi di Vicenza è presente da tempo con il presbitero vicentino, archeologo e biblista presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, don Gianantonio Urbani. Il 3 dicembre 2013, la Chiesa vicentina ha sottoscritto un accordo con la Custodia di Terra Santa, con il quale si è impegnata - tramite l'allora Ufficio Pellegrinaggi, oggi Fondazione Homo Viator - a sostenere l'apertura di un sito archeologico, e a curare la gestione della propria porzione, perché quella a fianco è affidata ai Legionari di Cristo.
Vista generale del sito di Magdala della Custodia di Terra Santa - -
«Il sito esprime l'appartenenza all'archeologia del Nuovo Testamento - spiega don Gianantonio Urbani -. Si sono rilevate tre epoche di occupazione: la prima, nel periodo dal II secolo a.C. al I secolo d.C.; la seconda, nei secoli II e III fino al terremoto del 363. La città, poi, riprende vita in epoca bizantina; in questa fase viene fissata anche la memoria della casa di Maria di Magdala, come attesta, verso il 530, il pellegrino Teodosio che, sulla strada da Tiberiade a Cafarnao, dopo due miglia afferma di essere a Magdala, "dove è nata Maria”. Le varie azioni di scavo hanno portato alla luce un impianto termale ricco di materiale per la cura femminile, una fontana monumentale, una palestra, oltre a circa 80 metri di strada romana, probabilmente una diramazione dell'antica via Maris, che transitava attorno al lago di Galilea. Ma hanno anche rilevato l'importanza di Magdala come porto. Secondo le indagini sulle variazioni climatiche e sulle correnti di superficie, il luogo scelto per la costruzione del primo molo (databile nel II d. C) rispondeva a esigenze strategiche per sfruttare al meglio, da parte delle imbarcazioni, il circolo dei venti».
I lavori di pulizia condotti da un volontario - -
Per la Fondazione Homo Viator, un sito archeologico di così grande interesse deve rientrare a pieno nei pellegrinaggi ai Luoghi Santi. Per questo, sono stati formati un centinaio di volontari da inviare a turno in loco per la pulizia del sito e l'accoglienza dei pellegrini. «Attraverso di voi - ha affermato il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, durante la messa di conferimento del mandato - si concretizza l'invio missionario della nostra Diocesi». Ma sulla missione appena iniziata, a febbraio 2020, si è abbattuto il Covid. Ora si tratta di capire come e quando si potrà riaprire, in considerazione anche del fatto che quest'anno ricorrono i cinquant'anni dall'inizio degli scavi, cominciati nel 1971, e che hanno visto alternarsi negli anni gli archeologi francescani padre Virgilio Corbo, padre Stanislao Loffreda e padre Stefano De Luca.