Patrimonio culturale. Vie d'acqua lombarde a misura di Unesco
martedì 1 luglio 2014
Fin dall'epoca in cui Leonardo da Vinci qui lavorava per mettere a punto le sue idee innovative tra chiuse, darsene e canali, la Lombardia è famosa nel mondo per le sue opere idrauliche. Terra ricca di acqua, che nei secoli è stata sfruttata per l'agricoltura, la pesca e i trasporti.
E adesso la Regione Lombardia propone all'Unesco
di inserire nella lista dei patrimoni mondiali, culturali e
naturali dell'umanità il suo sistema di opere idrauliche e
irrigue, diffuso su tutto il territorio regionale. Il progetto,
dal titolo 'La civiltà dell'acqua in Lombardia", è stato curato
dall'Urbim (Unione regionale bonifiche irrigazioni e
miglioramenti fondiari) e dai consorzi di bonifica lombardi, con
la collaborazione della Regione.
In particolare, la rete di opere proposte è costituita da 19
grandi impianti di bonifica e irrigazione, di cui alcuni ancora
in funzione e altri che rappresentano esempi di archeologia
industriale; 8 fontanili di acque risorgive; il giardino della
Muzza (Lodi) e il sistema dei navigli milanese, in
rappresentanza della rete di canali della regione che si estende
in totale per 40mila chilometri.
Alcuni siti sono collegati con
piste ciclo-pedonali e ci sono musei e case dell'acqua che
raccontano la storia di questo sistema che ha permesso alla
pianura lombarda di tutelare l'ambiente e servire l'agricoltura
e le città. Il progetto prevede anche una campagna fotografica,
una mostra itinerante e la costruzione di un Archivio storico
dei canali.
"Questo è un progetto per cui l'Urbim si sta muovendo anche
in vista dell'Expo", ha spiegato il presidente dell'ente,
Alessandro Folli, durante una conferenza stampa a Palazzo
Pirelli cui hanno partecipato gli assessori regionali Viviana
Beccalossi (Territorio), Cristina Cappellini (Culture) e Gianni
Fava (Agricoltura) e i presidenti dei consorzi.
Nel suo intervento l'assessore Beccalossi ha sottolineato il
ruolo svolto in Lombardia dai consorzi di bonifica che "non
costano niente a noi e offrono un servizio a tutti" e Fava ha
precisato che questo progetto riguarda un patrimonio "sia
materiale che immateriale". Infine, Cappellini ha auspicato di
poter "festeggiare a breve il decimo sito Unesco lombardo".