Il caso. L'insaziabile Red Bull si beve anche il ciclismo
L’ingresso della Red Bull nel mondo del ciclismo si annuncia già come una rivoluzione
In questo ciclismo adrenalinico animato e dominato dai vari Tadej Pogacar e Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert e Remco Evenepoel, Jonas Vingegaard e Primoz Roglic, ecco arrivare un’altra scossa. Una scossa di energia pura, che chiaramente non lascia indifferenti, in attesa che possa lasciare il segno. Un toro rosso è pronto ad entrare nel ciclismo professionistico su strada. La Red Bull ha deciso di puntare decisa nel ciclismo per allargare il proprio impero sportivo. Dopo aver conquistato a suon di successi F1, MotoGP, calcio e hockey, il colosso austriaco delle bevande energetiche punta decisamente al controllo della Bora-hansgrohe, formazione tedesca gestita dal general manager Ralph Denk e che in autunno aveva strappato alla Jumbo Visma di Vingegaard il talento sloveno Primoz Roglic. Da quanto si sa e scrivono in Germania, la Red Bull avrebbe infatti registrato presso le autorità austriache l’acquisizione del 51% di RD Pro Cycling e RD Beteiligungs, le società che farebbero capo a Ralph Denk. Al completamento dell’acquisizione, la BORA- hansgrohe passerebbe nella scuderia Red Bull, marchio che in ambito ciclistico sponsorizza al momento già Wout Van Aert, ma chiaramente non era ancora proprietaria di un’intera squadra di livello mondiale. Stando a quanto riportato dall’Autorità per la Concorrenza austriaca, l’acquisizione da parte di Red Bull, che già da qualche mese collabora con la Bora aiutandola nello sviluppo e nella crescita di giovani talenti, è iniziata il 29 dicembre, mentre il passaggio definitivo delle quote dovrebbe avvenire entro il 26 gennaio. In una nota il team ha specificato di non voler commentare tale operazione, anche per non anticipare la revisione in corso da parte dell’autorità antitrust austriaca.
L’azienda austriaca, fondata nel 1984 dall’imprenditore Dietrich Mateschitz, scomparso a fine 2022 e famosa soprattutto per la proprietà del team di Formula 1 con cui Max Verstappen sta dominando da anni il Circus motoristico, punta ora decisa a un ruolo da protagonista anche nel WorldTour, la massima espressione ciclistica, con una potenza di fuoco considerevole, considerando i capitali a disposizione, visto che nel 2022 ha chiuso con un fatturato record di 9,684 miliardi di euro (+24% rispetto all’anno precedente). Per il ciclismo questo è un ulteriore passo in avanti, che apre ulteriormente la forbice tra i “mega” team e il resto del gruppo. Vi ricordate? Il ciclismo era considerato lo sport dei poveri. Storia passata e da anni. Oggi i corridori guadagnano cifre di assoluto livello (Pogacar 6 milioni di euro all’anno sponsor personali e premi a parte, ndr) e i team che li stipendia, sono multinazionali multimilionari o addirittura sponsor nazione. Prima c’era Sky, poi divenuta Ineos. Il colosso della chimica, di proprietà di Jim Ratcliffe, il quale alla vigilia di Natale e dopo mesi di trattative ha chiuso l’accordo per acquistare il 25% del Manchester United, è da anni uno dei team di riferimento del ciclismo mondiale. Secondo Bloomberg, Ratcliffe è la seconda persona più ricca del Regno Unito, a breve distanza dal re delle aspirapolveri, James Dyson, con un patrimonio valutato in 19.400 milioni di euro.
A loro si aggiungono due colossi, uno del Bahrain e l’altro emiratino. Uno è il Team Bahrain, per il quale ha corso anche Vincenzo Nibali, l’altro è l’UAE Emirates, la formazione numero uno al mondo, quella di Tadej Pogacar, numero uno del ranking ciclistico da tre stagioni. A queste vanno aggiunte l’Astana, altra formazione Stato, piuttosto che le americane la Lidl-Trek o l’australiana Jayco AlUla. Quest’anno anche l’olandese Visma Lease Bike presenta un secondo nome nuovo di zecca, autentico colosso dell’economia mondiale. Lease a Bike, infatti, è società che propone e-bike alle aziende per i loro dipendenti e per i loro clienti, fa parte della galassia olandese Pon Holdings, leader mondiale nel settore dei trasporti. L’azienda è stata fondata nel 1980 da Ben Pon, Jr., ex pilota di auto da corsa e figlio di Ben Pon Sr., che è diventato importatore di auto Volkswagen nei Paesi Bassi nel 1947. Ma c’è molto di più: Pon e Volkswagen hanno una lunga tradizione di collaborazione. Il mitico pullmino Volkswagen è stato creato più di 75 anni fa sulla base di uno schizzo realizzato proprio da Ben Pon Sr. E oggi Pon è il più grande importatore dei marchi del Gruppo Volkswagen nei Paesi Bassi. E ancora, Porsche - marchio del Gruppo Volkswagen - e Pon hanno annunciato la costituzione di due joint venture per lo sviluppo di e-bike e micromobilità. E noi italiani? Non ci siamo. Da otto anni non abbiamo più una squadra di World Tour e rimpiangiamo Vincenzo Nibali.