Agorà

Intervista. L'Inferno di Piera Degli Esposti: «Vedo le mie paure»

ANGELA CALVINI venerdì 3 luglio 2015
Dante a confronto con le sue paure, come tutti noi. Questo il taglio che darà alla sua lettura-spettacolo Piera degli Esposti, una delle più grandi interpreti del panorama teatrale italiano, che il 7 luglio, alla Terrazza del Mosé del Sacro Monte di Varese, inaugurerà la manifestazione Tra Sacro e Sacro Monte dedicato quest’anno al 750° anniversario della nascita del Sommo Poeta. Piera darà voce ai I tre custodi, Minosse nell’Inferno, che introduce a Paolo e Francesca, Catone nel Purgatorio e infine San Bernardo nel Paradiso che introduce all’incontro con la Madonna e alla visione di Dio. Piera, in quale modo sottolineerà l’aspetto sacro dei versi di Dante? «Io volevo evidenziare la paura di Dante, ma propongo un Dante abbastanza familiare. Vale a dire, parto da uno stato di sensazioni che provavo da bambina, quando mio padre mi leggeva la Divina Commedia e io restavo impressionata dal fatto che ogni tanto, sopraffatto dalle emozioni, il protagonista svenisse. “Ma papà, perché quando Dante sviene Virgilio non lo aiuta?”. “Virgilio non può fermarsi ogni momento di fronte a tutte le situazioni drammatiche” mi rispondeva. Il poeta è una persona con le sue fragilità, sostenuto nell’impresa da una specie di analista che sarebbe Virgilio, ma anche molto dalla fede. Io lo immagino come un guerriero della fede, che va avanti nonostante la paura. La paura di essere disapprovato, di poter essere considerato blasfemo, di dover vivere in esilio...». Quante volte anche lei ha avuto paura eppure è andata avanti? «Tante, come tutti. Eppure sono convinta che sia d’aiuto la pazienza, una virtù così poco ammirata e invece di grandissima importanza. Credo che la pazienza sia una dote necessaria per questo viaggio di Dante. È grazie a questa virtù che riesce ad accettare le figure terribili e straordinarie che gli si parano davanti che, grazie all’ascolto, diventano diverse ai suoi occhi». Figure eccezionali e diverse come questi tre custodi. «Sono figure importanti. Lo spaventoso Minosse è il primo, il custode infernale. È quello che potrebbe far desistere Dante dall’intraprendere il viaggio, ma lì si fa sentire Virgilio: “Perché pur gride? /Non impedir lo suo fatale andare./Vuolsi così colà dove si puote/ciò che si vuole, e più non dimandare”. Il secondo è Catone, il custode del Purgatorio che all’inizio è molto indignato credendo di trovarsi davanti a due fuggiaschi dell’Inferno. Virgilio gli risponde con una delle più belle frasi della Divina Commedia: “Questi non vide mai l’ultima sera;/ma per la sua follia le fu sì presso,/che molto poco tempo a volger era”. Dante non è morto, quindi, ma rivela un suo pensiero spaventoso, la paura di avere rischiato di perdere la propria anima. Il terzo custode è san Bernardo che ha un grande compito, quello di presentare Dante a Maria, attraverso parole che rivelano il lungo tragitto e il travaglio passato dal poeta, parole che lo introducono con grande dolcezza e amabilità». Non è la prima volta che lei interpreta i versi della Commedia... «Ho fatto altre letture sporadiche. In questa mia riduzione mi sono fatta aiutare dai dantisti della Sapienza di Roma, perché avevo paura di andare a toccare delle frasi sacre e storiche. “Siamo beati a sentirle noi per primi dalla sua voce” mi hanno rassicurato. In diversi mi spingono a prestare la mia voce femminile alla lettura completa della Commedia, ma altri lo hanno fatto egregiamente come Sermonti, Gassman, Benigni. E si sono assunti un compito molto pesante». In Paradiso Dante incontra Maria. Una figura cui lei ha già prestato il suo volto. «Anni fa interpretai Maria in Rappresentazione della Passione di Calenda tratto da un testo medievale. La recitavo nelle chiese e, a Milano, ebbi l’onore di interpretarla davanti all’allora arcivescovo Martini. Una personalità  grandissima: ebbi un incontro privato con lui di 40 minuti, indimenticabile. Mi disse: “In questo ruolo lei dà molto, ma riceve molto”. Quando nel luglio 2012 debuttai al Sacro Monte col Mosé di Erri De Luca vennero alcune monache a portarmi i saluti di Martini, che ad agosto sarebbe mancato. “Ma il cardinale si ricorda di me?” chiesi stupita. “Si ricorda benissimo, e ci ha mandate apposta”. Questo episodio mi è rimasto nel cuore». VARESE, Sacro Monte"I tre custodi", 7 luglioLA RASSEGNA - Sacro con Branciaroli e LombardiRitorna per la sesta edizione la rassegna teatrale in cima al Sacro Monte di Varese, patrimonio dell’Unesco. Ancora una volta Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese richiamando alcuni dei più importanti attori della prosa italiana, questa volta rendendo omaggio ai 750 anni dalla nascita di Dante. Tutti spettacoli gratuiti che si terranno alle ore 21.00 alla terrazza del Mosé. Queste le date: il 7 Luglio, I re custodi con Piera Degli Esposti; il 9 Luglio Vergine madre con Lucilla Giagnoni; il 14 luglio appuntamento al museo Pogliaghi sempre alle 21.00 con Dante e l’America. Il 16 luglio si torna al Sacro Monte con Dall’Inferno al Purgatorio, con Franco Branciaroli; il 23 luglio Inferno Novecento con Sandro Lombardi e David Riondino.  «Un’edizione che vuole confermare la vocazione di questa rassegna alla grande letteratura e drammaturgia con artisti di grandissimo valore» afferma Andrea Chiodi direttore artistico della stagione.