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Musica. Ligabue di nuovo a Campovolo nel 2025. Ma prima il tour nei teatri

Erica Vailati lunedì 30 settembre 2024

Ligabue durante l'esibizione nel piazzale dell'Autogrill di Fiorenzuola d'Arda, poco prima di annunciare la data di Campovolo

«Siamo qua per festeggiare in anticipo la festa che faremo l’anno prossimo. Perché l’anno prossimo, il 21 di giugno, visto che saranno i vent’anni dal primo Campovolo, i trent’anni di Buon compleanno Elvis e i trent’anni di Certe notti, ci vediamo là». Arriva così l’annuncio de “La notte di certe notti”, l’evento che nel 2025 accenderà l’Rcf Arena di Reggio Emilia. Su un palco allestito nel piazzale dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda, dopo essersi esibito, Luciano Ligabue indica in direzione Campovolo, che da lì dista quasi 70 chilometri. Era il 10 settembre del 2005 quando, per la prima volta, il cantautore radunò 165mila spettatori nell’aeroporto di Reggio Emilia. Quella del 21 giugno del 2025 sarà la quinta. «Campovolo per noi è il posto delle feste – racconta Ligabue –. È sempre stato un’occasione per festeggiare delle ricorrenze speciali. L’anno prossimo se ne sommano alcune».

L’annuncio è arrivato a due giorni dall’inizio di “Ligabue in teatro – Dedicato a noi”, il capitolo che chiude i live del suo ultimo album dopo gli oltre trenta concerti dello scorso anno fra i club, i palasport e l’Arena di Verona. Un tour in cui salirà sui palchi di trenta teatri italiani in trentuno date, dal 1° ottobre al 27 novembre. La prima tappa, con una doppia data zero, è il teatro Asioli di Correggio, città natale di Ligabue, l’ultima l’Arcimboldi di Milano. Un giro per l’Italia a tredici anni dall’ultimo concerto a teatro. «Questa parte di tour era prevista da tempo – spiega Ligabue –. Era programmata in primavera, ma mi sono operato al tallone. Volevo dare al tour tutte le sfaccettature possibili e, allo stesso tempo, raccogliere una sfida, perché gli spettacoli nei teatri sono i più sfidanti per me». Per il cantautore, abituato a imbracciare una chitarra elettrica e a lasciarsi andare sul palco, i teatri non sono il "terreno naturale": «Per me non è facilissimo cantare da seduto, ma sono costretto a farlo», ammette. Lì «vincono i dettagli, quelle piccole cose che metti nel canto e nello strumento. Se ti riesce, puoi realizzare qualcosa che musicalmente risulta più ricco». Una ricchezza a cui si contrappone, senza stonare, l’essenzialità dei musicisti che lo accompagnano sul palco: «A questo giro il gruppo è ristretto, siamo in cinque e ognuno di noi deve stare più attento a quello che fa». Assieme a lui ci sono Federico Poggipollini, da trent’anni chitarrista al suo fianco, Davide Pezzin al basso, Luciano Luisi alle tastiere e il figlio Lenny Ligabue alla batteria, per la prima volta in tour con il padre.

Ogni tappa avrà una scaletta diversa, composta da una ventina di canzoni tra le quarantacinque selezionate e riarrangiate appositamente per questo tour. «Terremo la stessa ossatura almeno per le prime date, magari cambiando due o tre pezzi a sera. Modificare scaletta a ogni concerto è qualcosa che ho provato l’anno scorso e mi è piaciuto tanto – spiega –. Mi piaceva soprattutto l’idea che, in questo modo, si riacquistasse il gusto della sorpresa man mano che le cose capitavano». Ad anticipare le esibizioni sono i brani tratti dall’autobiografia del cantautore (Una storia, Mondadori 2022), che precedono alcune delle canzoni e che, come la scaletta, variano di tappa in tappa.

A proposito di variazioni, a mutare è anche la provincia in cui Ligabue è nato e cresciuto. «Quella che conosco io è cambiata perché è cambiato il sistema sociale. Correggio rimane una cittadina a misura d’uomo in cui non hai troppi problemi nel parcheggiare, hai ancora tempo per chiedere a qualcuno “come va” e ascoltare la risposta. Continua a esserci un senso di comunità, ma anche Correggio è cambiata».

Nonostante le trasformazioni, all’artista non mancano dei punti di riferimento intramontabili. Primo fra tutti, il brano Certe notti. «Quando uscì nel 1995 non ne avevo capito la portata. Tutto quello che ha prodotto questa canzone ancora oggi mi meraviglia. Per me rimane la conferma del fatto che noi dobbiamo lasciare che le cose accadano, fare del nostro meglio e aspettare che il nostro numero venga estratto alla lotteria del successo quando è ora. Bisogna arrendersi all’idea che le canzoni facciano quello che vogliono».

Per Ligabue, però, è anche tempo di rivoluzioni. Per la prima volta si esibirà in tour senza che il suo storico manager Claudio Maioli, ora in pensione, sia presente. «Il buon Maioli ha deciso che era arrivato il momento di smettere – racconta l’artista – e io non potevo avere un altro manager. Maioli è insostituibile». Cambiamenti professionali e soprattutto personali a cui si aggiungono le novità del prossimo Campovolo. I biglietti, disponibili in prevendita dalle 10 del 4 ottobre, non saranno cartacei. I fan che li acquisteranno riceveranno a casa, senza costi di spedizione, un braccialetto con diverse funzionalità. Oltre a rappresentare l’unico titolo d’ingresso valido, si potrà connettere a un’applicazione sul cellulare che consentirà agli spettatori di accedere alle diverse attività del "Memphis Boulevard", aperto dalle 12 del 20 giugno. Attraverso l'app si potrà prenotare l’accesso alla mostra dedicata a Ligabue, alle aree ristoro, al campeggio e a tutti gli eventi di quello che è stato ribattezzato “Liga Land”, completamente digitale e senza contanti. Un biglietto innovativo presentato in occasione della conferenza stampa, poco dopo l’esibizione del cantautore nel piazzale vicino all’autostrada. «Mi fa sorridere il fatto che stanno parlando della più alta tecnologia che io possa immaginare – commenta divertito Ligabue – e abbiamo appena fatto un concerto in un Autogrill con un microfono a filo».