Agorà

Il caso Milano-Torino. Libro: una fiera per due città

Giuliano Vigini martedì 13 settembre 2016
Colpo di scena. Eravamo già pronti a scommettere, adesso che si conosceva la data della Fiera del libro prevista a Milano (19-23 aprile 2017), che ormai il dado fosse tratto, e invece il ministro dei beni culturali Dario Franceschini e il ministro dell’istruzione Stefania Giannini hanno quasi compiuto un miracolo se effettivamente si è creata la disponibilità di arrivare alla costruzione di un unico evento fieristico, nella stessa data per Torino e per Milano, dopo che si saranno esplorate le concrete possibilità di differenziare e specializzare una rassegna dall’altra. Non sarà facile, perché, comunque si vogliano chiamare e caratterizzare le due manifestazioni, resta pur sempre tra le due una temibile concorrenza editoriale, commerciale e culturale, ma è giusto sperare che si possa giungere a un punto d’incontro.Dopo settimane dense di progetti, accuse e dichiarazioni, si è arrivati così al dunque dell’intesa o, se si vuole, della battaglia finale. A Torino si erano mossi con entusiasmo gli 'Amici', gli editori 'separatisti' e dissenzienti, i sostenitori del Salone, memori di quanto era stato fatto in questi trent’anni dall’unica manifestazione 'generalista' nazionale (ossia, a differenza di Roma, comprensiva di tutti gli editori, grandi, medi e piccoli). A Milano l’Associazione italiana editori e Fiera Milano si erano attivate per creare un evento fieristico innovativo, che resterà tale, ma che adesso dovrà se non altro essere ricalibrato sulla base delle reciproche, concordate funzioni, per evitare che Torino e Milano proseguano ciascuno per la propria strada, facendo autonomamente le proprie scelte e cercando ciascuno di darsi un volto che lo identifichi con originalità e autorevolezza.Un unico salone (fiera, festival, festa) è un bel punto di arrivo e i ministeri, se tale sarà l’esito, non potranno che essere soddisfatti, visto che in questo campo il loro compito è di sostenere tutti coloro che, con competenza professionale e visione strategica, hanno a cuore la promozione del libro e della lettura, che sono un bene e un obiettivo di tutti.Sta di fatto che lo scenario, come si sta via via configurando, è destinato a non poche oscillazioni, soprattutto per le scelte degli editori e degli espositori in genere, che sono poi quelli che fanno la fiera. Dove andranno? Ci saranno i piccoli e medi a Torino e i grandi a Milano? C’è di buono, peraltro, che oggi nel mondo del libro esistono tanti spazi aperti, visto che nella gloriosa parola 'libro' ormai confluiscono molteplici realtà, che certo si prevedeva fossero rappresentate per intero nei padiglioni di Fiera Milano nell’aprile del 2017 (stesso mese della 'Grande libreria d’aprile', la fiera del libro in nuce ipotizzata a Milano per il 1988 e allora non andata in porto, come già si è avuto modo di documentare su queste pagine).In realtà, in un salone convivono ormai molti altri settori e sono di fatto coinvolti tutti quelli che hanno diretta attinenza col libro (a cominciare dalle librerie e dalle biblioteche) e con i cambiamenti che ruotano intorno al mondo del libro: il digitale, il tecnologico in senso lato, i servizi editoriali e distributivi, l’informazione, vale a dire tutto ciò che costituisce oggi la varietà e la creatività nel modo di produrre, vendere e comunicare i libri e i contenuti editoriali. Per il momento, dunque, c’è un passo avanti. I motori sono già caldi e, per certi aspetti, anche surriscaldati. Saranno le prossime settimane a dirci come proseguirà la marcia dei saloni nel disegno complessivo della promozione del libro in Italia.