Agorà

Storie paralimpiche. Raimondi e Terzi: «L'emozione di vincere da mamma e papà»

Mario Nicoliello, Parigi domenica 8 settembre 2024

Stefano Raimondi e Giulia Terzi insieme sul podio della staffetta mista

L’amore, diventato di dominio pubblico nella piscina di Tokyo, si è trascinato fino a Parigi, dove Stefano Raimondi e Giulia Terzi non sono più soli. A far compagnia a mamma e papà, seppur per poche ore durante le ricche giornate di gara, è il piccolo Edoardo, nato a febbraio e diventato il centro di gravità permanente della vita dei due nuotatori azzurri. Non c’è istante dopo le proprie gare che il veronese e la bergamasca non citino il pargoletto nelle interviste. D’altronde la loro missione è chiara: atleti in acqua, genitori al di fuori della piscina. In Italia come a Parigi, dove la presenza di Edo ha cambiato il senso alla Paralimpiade. Stefano e Giulia erano arrivati in anticipo già tre giorni prima dell’inaugurazione, mentre il bambino ha raggiunto la capitale francese domenica con la nonna materna e gli zii, con i quali alloggia in hotel. Da quando l’erede è presente in tribuna Raimondi non ha sbagliato più una bracciata, tre ori in altrettanti stili, sempre sui 100 metri: stile, farfalla e rana. In Giappone aveva conquistato solo un metallo pesante (accompagnato da quattro argenti e due bronzi, staffette comprese), qui il ventiseienne originario di Zimella di Bonaldo ha cantato l’Inno di Mameli già tre volte: « Il bottino è buono, ma ancora non è finita. Quando si vince una medaglia si pensa già alla successiva» [a fine Paralimpiadi hanno raggiunto quota cinque ori e un argento lui, un oro e tre bronzi lei - aggiornamento dell'8 settembre 2024, ndr]. D’altronde all’appello manca ancora il dorso, per un campione che vuole eccellere in tutte gli stili. L’io finisce qui, perché da quando è diventato papà Raimondi ragiona col noi e non vede l’ora di scappare sugli spalti per “annusare” il piccolino. Giulia e Edo sono parte di lui, pertanto anche i successi di lei lo esaltano: « È stato un anno particolare, ci siamo dati forza uno con l’altro. Da quando abbiamo saputo dell’arrivo di Edoardo le nostre esistenze sono cambiate». La ventinovenne Terzi ha partorito in febbraio, ma a fine aprile era già in acqua per disputare i campionati europei a Madeira. Finora a Parigi ha raccolto due bronzi, nei 100 e nei 400 stile libero S7. «Sono molto felice, perché due bronzi alle Paralimpiadi sei mesi dopo il parto è bellissimo. Volevo il podio e sono riuscita a conquistarlo ». Parola di una bergamasca dalla tempra forte, originaria di Arzago d’Adda, che quaranta giorni dopo la nascita del bebè era già in acqua. «Sia Stefano che io desideravamo tanto questo bambino e adesso avremo davvero tante mascotte di Parigi 2024 da regalargli ». Scherzi a parte, Giulia riflette su come conciliare l’essere mamma col dover fare vita da professionista sul piano sportivo: «Non è semplice perché in questo momento voglio essere una madre molto brava per Edo e una ottima atleta, perché rappresentare l’Italia è importante per me. Meno male che ho la famiglia alle spalle che mi aiuta». Infatti Terzi e Raimondi hanno scelto di non portare il piccolo con loro. « Edo è qui con mia mamma, mia sorella e mio fratello. Sono arrivati qualche giorno dopo l’avvio delle gare e finora lo abbiamo portato una volta nel nostro appartamento, lo vedo solo in piscina. Quando è venuto nel villaggio ho trascorso tutto il pomeriggio a giocare con lui». A Giulia restano ancora i 50 farfalla, ma oltre che per le gare e per il figlioletto è preoccupata anche per la salute del papà, cui è stata diagnostica la leucemia. « Purtroppo non è potuto venire qui, ma noi restiamo forti e la medaglia che ho al petto è anche per lui». Giulia si emoziona e allora tocca a Stefano riprendere il filo del discorso: « Essere diventato papà mi ha cambiato in positivo, adesso non vedo l’ora di finire gli allenamenti per tornare a casa e stare con Edo. Questo mi dà lo sprone per fare l’allenamento più veloce. È cambiata la mia visione della vita, non focalizzarmi sempre solo sul nuoto, ma godersi anche la famiglia». Il rammarico è che qui a Parigi non ci sia una sessione in cui i due gareggino insieme: « Meglio così, a Tokyo stavamo già insieme in forma privata, ma poi ci hanno beccato con l’abbraccio in piscina e la nostra storia è diventata pubblica». Volto da copertina di una squadra fortissima, Raimondi lancia un messaggio forte: «Spero che molti ragazzi si avvicinino allo sport, non è vero che toglie tempo allo studio, anzi attraverso di esso si impara a non mollare mai e a riuscire a superare ogni fatica, a trovare i propri limiti e a porsi degli obiettivi nella vita. Ti insegna il rispetto dei compagni e degli avversari, la disciplina, le regole, che molte volte a scuola non sempre si imparano». Il finale è tutto sulla sua dolce metà: «Giulia è la luce della mia vita. Mi ha dato energia quando non mi sentivo tanto bene. Mi ha detto di godermela, di nuotare veloce e divertirmi ». L’amore oltre la vasca.