Agorà

Il progetto. Le voci delle donne oltre ogni confine

Angela Calvini giovedì 29 dicembre 2022

L'orchestra di donne arabe Almar'à

Le voci delle donne del Mediterraneo in concerto per promuovere dialogo e tolleranza attraverso le più affascinanti musiche dall’Italia al Maghreb, dall’Egitto alla Turchia. Si tratta di She, elle, lei – Voci di acqua e di terra, suoni di mare e di sabbia, nuovo progetto di Ginevra Di Marco, Orchestra di Piazza Vittorio e Almar'à, l'orchestra delle donne arabe del Mediterraneo, promosso da Tpm (Toscana Produzione Musica) che debutta stasera in prima nazionale al Teatro Puccini di Firenze. Il concerto, che vedrà sul palco quindici artiste e artisti provenienti appunto da Turchia, Tunisia, Egitto, Eritrea, Argentina, Ecuador e Italia, è dedicato a un universo femminile multiculturale evocato con brani e canzoni inedite e più o meno note, storie e racconti. In scena suoneranno e canteranno tutti insieme sei elementi dell’Orchestra multiculturale italiana, sei cantanti e musiciste dell’orchestra femminile araba e Ginevra Di Marco, stimatissima cantautrice, impegnata da anni nella ricerca nel campo della musica multietnica nonché già voce storica del gruppo “cult” Csi trasformatosi poi nei Pgr, poi divenuta solista Targa Tenco nel 2009 come migliore interprete femminile. «Ci siamo unite per commistionare i nostri repertori – spiega la cantautrice fiorentina che tempo fa aveva pubblicato un disco sulla musica del Mediterraneo -. Interpreteremo soprattutto canzoni di Almar’à e canzoni mie un po’ meno conosciute per dare nuova linfa al progetto. Progetto al quale ho accettato subito di partecipare con grande entusiasmo, dedicato a un universo femminile multiculturale, e per me che ho lavorato sempre in mezzo ai maschiacci è una bella rivincita. Ho conosciuto delle musiciste incantevoli che riempiono di grazia il palcoscenico».

Ginevra Di Marco proporrà anche un brano inedito, Quando mi baci composto con l’Orchestra di Piazza Vittorio con cui ha già collaborato in passato. «Sul palco di She ascolterete storie di deserti, di nascite, di speranze, di addii caratteristiche di tante terre bagnate dal Mediterraneo – aggiunge la Di Marco -. Personalmente vado a coronare un percorso di anni in cui ho affrontato la musica del mondo sempre pensando che l’avvicinamento ad altre culture sia una ricchezza possibile per noi. Dobbiamo accogliere e fare diventare sempre più naturale questo processo, il mondo deve aprirsi ad altre culture. Le culture che si incontrano sono una meraviglia». Come dimostrano le notizie drammatiche provenienti dall’Iran e dall’Afghanistan sui diritti violati delle donne, aggiunge la cantante «è sempre più urgente includere e sensibilizzare da questo punto di vista, la musica non può cambiare le cose, ma può dare un contributo alla sensibilizzazione su certi temi, può intrattenere e farti ragionare». Il concerto sarà anche l’occasione per scoprire una sensibilità femminile declinata in diversi suoni e colori, vero ponte di pace e dialogo. «Una sensibilità femminile empatica, meravigliosa, con caratteristiche diverse da quelle maschili – aggiunge -. L’augurio è quello di vedere sempre più figure femminili che ricoprono vari ruoli, è l’equilibrio dei due mondi che dà bellezza».

Ginevra Di Marco - Foto di Guido Mencari

A Firenze sarà possibile ascoltare un reciproco scambio di esperienze e di ruoli «ognuno si è tuffato nei territori dell’altro, sarà un concerto molto corale e per me, voce solista, è meraviglioso cantare insieme a voci capacissime» aggiunge Ginevra Di Marco che anche ai suoi figli ha raccontato la bellezza del talento di queste ragazze, esempio di multiculturalità. «Una è una fiorentina che da 15 anni vive a Berlino e insegna musica turca, fiati e flauto, poi ci sono le cantanti Yasemin che è italoturca e Nadia italo-egiziana, poi Hana dalla Tunisia che suona le percussioni» aggiunge. Particolari due brani che Ginevra di Marco porterà in scena: «Uno è Fuoco a mare, nato sull’onda degli sbarchi degli immigrati quando vi fu il periodo delle grandi chiusure dei porti, l’hanno scelto loro e mi fa molto piacere (faceva parte del disco su Mercedes Sousa del 2017). L’altro, Tramonto d’Africa è una pennellata sul concetto di nero scritto insieme a Giovanni Lindo Ferretti, suo è il testo mia la musica. E’ stato suonato dal vivo solo dai Pgr nel 2001 e poi basta». Reduce quest’anno da uno spettacolo dedicato, nel centenario della nascita, a Margherita Hack (con cui aveva collaborato), per il futuro Ginevra Di Marco sogna un nuovo disco di inediti: «Vorrei fare un disco nuovo, ritornare alla scrittura dopo tanta interpretazione, un disco nostro magari con la collaborazione di amici».

Perché la musica di oggi è in una situazione quantomai cangiante: « Per noi calarsi in certe modalità social e web è necessario, ma è una forzatura - dice -. Comunque i Csi hanno segnato un’epoca, una attitudine molto libera, molto indipendente e scritto cose che sono rimaste. E’ stato un gruppo unico nel suo genere e mi rendo conto quanto riverbero eterno abbia lasciato nell’immaginario di tanti cui manchiamo e che continuano a seguirci, perché vedono in noi rettitudine morale e autenticità. Ci portiamo dietro un pubblico fedele alle persone, questa è la cosa che dà più soddisfazione». Un pubblico che ama moltissimo anche Ginevra perché, spiega « non sono legata al meccanismo disco e live, alla pressione delle case discografiche, ma sono una la cui musica incontra la letteratura e a cui piace essere libera».