Agorà

Sport e valori. A Genova sono iniziate le Olimpiadi salesiane

Antonio Giuliano domenica 26 maggio 2024

Una recente edizione dei Giochi salesiani

Tra tutti i santi è difficile trovare un “allenatore” così impegnato: «Io avevo già fatto disporre di quanti più giochi potevo, il cavallo di legno, l’altalena, le sbarre per il salto, tutti gli altri attrezzi di ginnastica…». Così parlava del suo oratorio don Giovanni Bosco a testimonianza del suo geniale spirito sportivo. Lo sport come gioco educativo, per diventare campioni sì, ma nella vita: è questo il suo lascito sempre attuale.

E sulle orme del fondatore, dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia, tornano i Giochi Internazionali della Gioventù Salesiana. L’ultima edizione si è svolta a Duisburg in Germania nel 2020. Ora il grande ritorno in Italia, a Genova, nell’anno in cui la città è Capitale Europea dello Sport. Sotto la Lanterna sono già arrivati ieri circa 800 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, provenienti da tutte le regioni italiane, ma anche da Austria, Belgio, Croazia, Germania, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ucraina e Ungheria. Fino a mercoledì saranno quattro giornate di sport e socialità, con tornei di calcio a 5, basket, pallavolo e tennistavolo. Ma soprattutto sarà un’occasione preziosa di incontro con culture diverse e di confronto sulle domande fondamentali che ognuno porta dentro.

Prima del via ufficiale alle gare, la Messa stamani nella Cattedrale di San Lorenzo, in cui le squadre dei Paesi partecipanti condivideranno i doni da presentare all’altare. Chiamatele pure “Olimpiadi salesiane” come suggerisce il video che accompagna la manifestazione: una staffetta simbolica che vede i giovani atleti scambiarsi una stella luminosa lungo un percorso suggestivo. “We are all stars” (“Siamo tutti stelle”) è difatti lo slogan scelto per questa edizione: l’invito ai ragazzi, perché ricordino sempre di essere stelle, preziose e uniche, ognuna con le proprie caratteristiche e capacità. Ma anche l’esortazione agli adulti, perché sappiano valorizzare i talenti unici di ogni giovane, facendolo splendere come atleta e crescere come uomo attraverso lo sport.

Gli atleti come portatori di una luce diversa, per la società e per il mondo. E quando i Giochi finiranno poter far tesoro della scia di un viaggio che continua ormai da ben 34 anni. Fu l’isola di Malta nel 1990 a ospitare la prima edizione. E da allora la “fiaccola” salesiana ne ha fatta di strada per una rassegna che si ripete ogni anno. Da Barcellona a Lubiana, da Lisbona a Cracovia, da Madrid a Zagabria, da Varsavia a Valencia e Bratislava, solo per ricordare alcune tappe vissute in giro per l’Europa. Un tour che ha toccato più volte anche l’Italia: fu proprio Genova la prima tappa italiana nel 1992, in occasione dell’Expo, ma poi anche Torino (due volte), Rimini e Catania.

Amicizia, fair-play, entusiasmo, coraggio, sono questi alcuni principi su cui fonda il proprio impegno la Pgs International (Pgs-I), l’organizzazione che a livello internazionale riunisce la grande famiglia delle Polisportive giovanili salesiane (Pgs). Una realtà che solo in Italia conta 2500 società e circa 205 mila tesserati. Da noi nacquero ufficialmente nel 1967 per coordinare la grande mole di attività sportiva che da sempre viene promossa all’interno degli istituti e degli oratori. Nel 1979 il Coni ha riconosciuto le polisportive come Ente Nazionale di Promozione Sportiva e da allora il progetto “Pgs” può essere proposto anche al di fuori del mondo salesiano. Alla base c’è la scelta del gioco come attività essenziale della pedagogia di don Bosco rivolta a creare «buoni cristiani ed onesti cittadini».

Un aspetto davvero singolare tra tutte le congregazioni religiose. E del resto i biografi descrivono il santo come il primo a buttarsi a capofitto nei momenti ludici in cortile: «Giovanni era l’anima del divertimento». Dicono che una volta un giornalista visitando il suo oratorio fu colpito dalla disciplina naturale, dalla calma e dall’allegria che vi regnavano, e chiese al sacerdote come fosse possibile: «Noi invece di castighi, abbiamo l’assistenza e il gioco» fu la sua risposta. Non a caso lo sport è parte integrante del suo “sistema preventivo” basato su ragione, religione e amorevolezza. Con un’attenzione alla persona che viene prima della competizione e dell’agonismo esasperato. Ecco perché il fine ultimo non sarà mai un trofeo ma qualcosa di più grande, l’annuncio di una parola che salva, il Vangelo. La cerimonia di apertura sarà al Porto Antico di Genova. Da lì prenderanno il largo i Giochi Internazionali 2024 con nel cuore l’assicurazione di don Bosco: «Uno solo è il mio desiderio, vedervi felici nel tempo e nell’eternità».