Architettura. L'Aia: un palazzo e il suo appeal diplomatico
"Venezia che riceve l'isola di Cipro", olio su tela (particolare) di Carlo Caliari (1570-1596). Il quadro si trova nella sede dell'ambasciata italiana all'Aia
Friedrich Nietzsche scrisse che l’architettura è una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme. In sintonia con tale pensiero il diplomatico Gaetano Cortese ha fondato e curato, per l’editore Carlo Colombo, una collana di volumi sulla bellezza delle sedi storiche delle ambasciate in Europa e nel mondo, mettendone in rilievo il valore architettonico e artistico rappresentato.
Il nuovo libro si intitola: La residenza dell’ambasciatore d’Italia nel Regno dei Paesi Bassi (pagine 410). Gaetano Cortese vanta una carriera istituzionale di gran prestigio. È stato Ambasciatore sia del Belgio che dei Paesi Bassi, ed ha sempre dedicato particolare attenzione a questa antica dimora in Sophialaan, all’Aia: tanto da realizzare importanti lavori di ristrutturazione, necessari per la sua tutela come patrimono artistico. Il palazzo risale al 1858, quando il comune di Den Haag vendette il terreno per la sua costruzione all’architetto Roodenburg, il quale ne divenne il primo abitante. Intorno al 1862 fu venduta a Susanna Antoinette Pietermaat, figlia di un funzionario delle Indie olandesi. Dopo vari passaggi di proprietà nel 1907 la palazzina venne acquistata dall’inviato del Regno d’Italia, Giuseppe Sallier de la Tour.
Da allora altre nazioni hanno seguito l’esempio del Regno d’Italia di comprare una propria residenza, fra cui l’Austria nel 1927, la Svezia e la Cecoslovacchia nel 1930, la Santa Sede nel 1937 e la Turchia nel 1938. Al suo interno si trovano innumerevoli beni preziosi: mobili, oggetti di arredamento, dipinti, alcuni appartenenti a musei italiani, custoditi in prestito temporaneo.
Fra i vari contributi al libro anche quello dell’attuale ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia, Willem Alexander van Ee, il quale evidenzia, fra l’altro, quanto essi hanno da offrire all’Italia, se si considera, per esempio, che l’Italia è uno dei più importanti stati di provenienza degli studenti stranieri in Olanda, seconda solo alla Germania.
Molto toccante e sentita la testimonianza dell’Ambasciatore in carica Giorgio Novello, che descrive la residenza nei particolari, soffermandosi sui quadri contenuti, diventati per lui «organismi viventi». In questo suo volume Cortese ha dato ampio spazio anche alla recente visita di Stato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su invito dei reali d’Olanda Willem Alexander e Máxima, in occasione dei trent’anni dalla firma dal trattato di Maastricht; fortemente voluto da Italia e Paesi Bassi, che ne sono stati i primi firmatari. Nel libro è riportato il caloroso discorso di benvenuto al nostro Presidente da parte del sovrano e del premier Mark Rutte.
Oltre agli interventi dello stesso Mattarella «sui proficui rapporti bilaterali fra i due Paesi e sul futuro dell’Europa, oggi devastata dalla guerra in Ucraina». Passato, presente, futuro, formano la struttura di un’opera che, attraverso la storia dell’arte, significativi eventi storici e le sue vicende architettoniche, similmente a quanto scrisse Friedrich Nietzsche, diventa veramente «una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme».