Spazio. Missioni spaziali: un 2024 di slancio verso Luna e Marte. Ma la Nasa ritarda
Una ricostruzione della navicella Starliner di Boing, montata su un razzo lanciatore
Il 2024 per l’astronautica si preannuncia come un anno ricco di appuntamenti importanti. Già l’inizio sarà, soprattutto per l’Italia, di grande importanza, con il lancio di una capsula, la Crew Dragon, che vedrà a bordo anche astronauta italiano Walter Villadei. Si proseguirà poi con una lunga serie di lanci, di grandi prime spaziali (come il debutto del nuovo razzo europeo Ariane 6 e della capsula americana Starliner con equipaggio). Sarebbe dovuta partire a fine anno, la tanto attesa missione Artemis-2, con il lancio verso la Luna del primo equipaggio umano, un fatto che non accadeva dal 1972, che però è stata rinviata di alcuni mesi, al 2025. Una lunga sequenza di lanci che se verrà rispettata farà del nuovo anno uno di quelli storici per l’esplorazione spaziale. Le missioni verso la Luna così come lo sviluppo di nuovi lanciatori sono tutti fatti propedeutici alla prossima conquista di Marte, per il quale l'obiettivo è portare l'uomo sul pianeta rosso, dopo che ormai da 25 anni almeno le sonde automatiche e i rover stanno indagando la possibilità della vita, su quello che viene considerato un pianeta gemello della Terra.
Il 17 gennaio è dunque previsto il lancio di un razzo Falcon 9, con in vetta la navicella Crew Dragon, per una missione gestita e coordinata dalla compagnia texana Axiom. La missione, battezzata “Axiom-3”, vedrà a bordo quattro astronauti di professione, pur essendo un volo privato. E tra loro, al comando dell’ex astronauta Nasa e veterano Michael Lopez-Alegria (al suo quinto volo spaziale), vi sarà l’astronauta italiano, Colonnello Walter Villadei. Il lancio, che avverrà da Cape Canaveral, porterà i quattro dell’equipaggio sulla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale, per una missione di 10 giorni, in cui si occuperanno del modulo Axiom già attraccato alla Iss, oltre a svolgere una nutrita serie di esperimenti scientifici e tecnologici Villadei è l’ottavo italiano in orbita, nella cronologia che parte nel 1992 con Franco Malerba, sino a Samantha Cristoforetti, e le sue due missioni del 2015 e 2022. Non appartiene all’Esa, e nemmeno all’Asi, ma è un astronauta dell’Aeronautica Militare Italiana. Lo scorso giugno è stato comandante scientifico del volo spaziale suborbitale Virtute- 1, che si svolse con uno degli spazioplani di Virgin Galactic, e ora si appresta al suo debutto orbitale SpaceX e le missioni con equipaggio. I lanci della compagnia di Elon Musk, con cadenze di 5--6 al mese, anche nel 2024 non riguarderanno solo le reti Starlink e lanci di satelliti commerciali. Altri lanci (con equipaggi e date da definire) avverranno nel corso dell’anno, e naturalmente garantirà con i suoi collaudati razzi Falcon 9, e le Crew Dragon, il servizio spola Terra-Iss e ritorno. In febbraio toccherà alla missione Crew 8, diretta alla Iss per la tipica missione di lunga durata (6 mesi), con a bordo Mattew Dominik, Michael Barratt, Jeanette Epps e il russo Alexander Grebenkin. In maggio sarà la volta della missione “Polaris Dawn”, a metà agosto toccherà all’equipaggio della missione Crew 9, e poi in ottobre alla missione “Axiom-4”, con a bordo, tra i 4 d’equipaggio, anche un astronauta ungherese e uno polacco.
Il 2024 sarà anche l’ultimo anno in cui equipaggi misti russo-statunitensi verranno lanciati assieme verso la Iss. Ma la speranza è che si possa procedere oltre. Non solo le navicelle di SpaceX porteranno in orbita cosmonauti russi, ma anche da Bajkonur le Sojuz Ms porteranno in orbita astronauti Usa: la prima il 13 marzo, con la Sojuz Ms-25, che decollerà con a bordo l’americana Tracy Caldwell-Dyson, con i russi Oleg Novitskij e la debuttante Marina Vasilevskaija. Un equipaggio quasi tutto al femminile. La Sojuz Tm-26 decollerà invece l’11 settembre con un equipaggio al momento ancora da definire. Sempre per le missioni con equipaggio, è in programma (finalmente, dopo una interminabile serie di rinvii), il debutto della capsula Starliner realizzata da Boeing, con un design ancora più accattivante della concorrente nazionale Crew Dragon, molto simile alle storiche Apollo. Il lancio, in vetta ad un Atlas V, è in programma per il 14 aprile con a bordo due astronauti, i veterani ex Nasa, Barry Whilmore e Sunita Williams.
Il lancio con equipaggio a bordo più atteso a livello mondiale, quello in origine previsto tra novembre e dicembre della missione Artemis-2, per il primo viaggio Terra-Luna della navicella Orion con a bordo 4 astronauti, è stato invece rinviato a non prima di settembre del 2025. Sarà un volo verso la Luna, senza atterraggio, e durerà circa 10 giorni. Tutto era pronto a Cape Canaveral per accogliere, dopo anni, le migliaia di turisti e visitatori che attendono questo lancio di astronauti in direzione Luna sin dal dicembre 1972, con l’ultima Apollo, la numero 17. Ma i problemi riscontrati allo scudo termico, risultato danneggiato al rientro della navicella di Artemis 1, che raggiunse la Luna a fine 2022 senza astronauti a bordo, richiederà una revisione tecnica. Troppo importante, poiché è quello che garantirà l’attraversamento atmosferico terrestre a 40.000 chilometri orari di ritorno dalla Luna. La capsula di Artemis 1 rientrò comunque intatta dopo una missione perfetta, ma dalla prossima vi saranno gli astronauti a bordo, ed è vietato rischiare. E come conseguenza, anche la missione del primo allunaggio, Artemis-3, è rinviata a non prima di settembre 2026. E chissà che a questo punto, e già a fine anno, non sia Elon Musk a battere tutti (cinesi compresi), e a inviare per primo la sua Starship con a bordo gli 8 turisti destinati ad orbitare (e non allunare) attorno al satellite naturale della Terra. Ma la riconquista della Luna è ormai ovviata, e questa volta non più solo da parte di due superpotenze, ma da mezzo pianeta Terra.