Prima il sindaco. «Spero che le polemiche dei mesi scorsi si superino nell’interesse di tutti». Poi il sovrintendente designato – entrerà in carica il prossimo 1 settembre. «Il sindaco è sempre stato una persona molto per bene, mi ha anche aiutato molto e anche se sono ci stati periodi difficili sono felice che siamo usciti bene». Giuliano Pisapia e Alexandre Pereira, presentando la nuova stagione del Teatro alla Scala, depongono le armi. Cercano di mettere da parte le polemiche che nei mesi scorsi sono scoppiate per l’acquisto, da parte di Pereira a nome della Scala, di alcuni allestimenti per Milano dal Festival di Salisburgo, rassegna da lui diretta. Una mossa che è costata al manager austriaco la riduzione del contratto: resterà in carica sino alla fine del 2015, per occuparsi della stagione di Expo. Perché, come ha sottolineato Pisapia, presidente della fondazione Scala, «il teatro sarà aperto tutti i giorni garantendo un’altissima offerta culturale a milioni di visitatori». Polemiche che hanno lasciato il segno se Pereira si lascia sfuggire la parola «imbrogli» per definire quello che ha «subito» negli ultimi mesi. Ma che non hanno fermato il lavoro di Pereira. «Per la prossima stagione ho già trovato 4 milioni di euro di sponsorizzazioni e ne sto cercando altri per i sei mesi di Expo» ha annunciato il futuro sovrintendente presentando una stagione extralarge che vedrà il teatro aperto ininterrottamente dal 7 dicembre di quest’anno al 20 novembre del 2015: 17 opere, 8 balletti, 9 concerti sinfonici, 17 appuntamenti per un festival di Orchestre internazionali (i Berliner con Simon Rattle, i Wiener con Mariss Jansons, la Israel philharmonic con Zubin Mehta, Santa Cecilia con Antonio Pappano e il Contus musicus con Nikolaus Harnoncourt) e poi recital di canto, cicli cameristici, appuntamenti per le famiglie e i più piccoli. Sipario come tradizione a Sant’Ambrogio (confermata anche l’Anteprima per i giovani con meno di 30 anni il 4 dicembre) con il
Fidelio di Beethoven diretto da Daniel Barenboim e con la regia di Deborah Warbner. Ma una seconda inaugurazione è in cartellone il 1° maggio 2015: per l’avvio della stagione di Expo Riccardo Chailly, direttore musicale a partire dal 2017, dirigerà la
Turandot di Puccini con il nuovo filane di Luciano Berio e la regia di Nikolaus Lehnhoff. «Il programma della stagione è il risultato della collaborazione tra Stéphane Lissner e me» ha detto Pereira che è intervenuto con molte idee sul programma già steso dal sovrintendente francese. Tra le molte novità una
Cenerentola pensata e realizzata appositamente per i bambini: «La partitura di Rossini è stata ridotta a poco più di un’ora di musica. Con il progetto, che offre la possibilità di inserire i giovani artisti e musicisti dell’Accademia del Teatro alla Scala, speriamo di poter raggiungere circa 25mila bambini tra la città di Milano e la regione Lombardia». Pereira ha programmato per ottobre la
Messa da Requiem di Verdi con la bacchetta di Chailly, pagina che segna il ritorno della musica sacra nel cartellone della Scala: se per il Concerto di Natale si ascolterà la
Missa solemnis di Beethoven affidata alla bacchetta di Philippe Jordan e per Pasqua Bruno Casoni dirigerà il coro scaligero nei verdiani
Quattro pezzi sacri e nella
Messa n.2 di Bruckner, la stagione sinfonica il 29 settembre si aprirà con
La creazione di Haydn. Sul fronte opera il cartellone di Pereira è un mix tra nuovi allestimenti e spettacoli scaligeri storici: Peter Stein firma una nuova
Aida con la bacchetta di Lorin Maazel, Jurgen Flimm un
Otello di Rossini con Juan Diego Florez e John Eliot Gardiner sul podio, Bob Wilson completa il ciclo Monteverdi con
L’incoronazione di Poppea, Rolando Vilazon canta nel
Lucio Silla di Mozart. Tornano la
Bohème di Franco Zeffirelli,
Cavalleria rusticana e
Pagliacci di Mario Martone,
Il barbiere di Siviglia di Ponnelle, ma anche il
Falstaff di Robert Carsen con la bacchetta di Daniele Gatti. E poi
Tosca con il ritorno del tenore Roberto Alagna (già in cartellone a novembre con
Werther di Massenet in forma di concerto),
Carmen, Elisir d’amore, Lucia di Lammermoor con Diana Damrau. Tra gli 8 titoli del balletto due le novità, uno
Schiaccianoci con la coreografia di Nacho Duato e una nuova versione della
Bella addormentata affidata ad Alexei Ratmansky. Grande spazio alla musica contemporanea con
I soldati di Bernd Alois Zimmermann,
Co2 commissionata dalla Scala a Giorgio Battistelli e
Finale di partita che Grygöry Kurtág ha tratto da Beckett. «Ritengo che un’opera contemporanea non debba essere venduta allo stesso prezzo di
Aida» ha detto Pereira spiegando la nuova politica dei prezzi tra aumenti e riduzioni: costi differenziati tra grande repertorio (platea da 250 a 210 euro sino agli ingressi a 11 euro) e opera contemporanea (platea a 150 euro ingressi a 11), ma anche tra nuove produzioni e riprese. Cambio anche nella formula abbonamento: l’opera passa da 10 a 11 titoli con un aumento di 130 euro. Ma la novità è il programma
La Scala aperta: venti spettacoli che saranno venduti un mese prima in biglietteria a metà prezzo.