Calcio. La rinascita felice del Potenza
Il “Leone” è tornato a ruggire. È una favola vera quella che sta scrivendo il Potenza Calcio, la compagine lucana che sta dominando la Serie D (girone H). Ad oggi è la squadra con la migliore differenza reti non solo della categoria ma di tutti i campionati professionistici d’Italia. Otto partite, sette vittorie, un solo pareggio, e un rapporto tra gol fatti (25) e subiti (solo 3) superiore anche al Napoli capolista in Serie A. Da tanti, troppi anni, il club del “leone rampante” manca dal calcio di alto livello. L’ultimo quinquennio d’oro è stato quello in B negli anni Sessanta quando i rossoblù sfiorarono persino la Serie A grazie al giovane Roberto Boninsegna, futuro bomber di Inter, Juventus e della Nazionale. Era la stagione 1964-1965. Il punto più alto per il Potenza che può vantare una storia calcistica quasi centenaria.
Fu infatti nel 1919 Alfredo Viviani (a cui oggi è intitolato lo stadio) a “battezzare” il pallone nel capoluogo della regione Basilicata dando vita alla Polisportiva Sport Club Lucano nel 1919. Oltre al periodo tra i cadetti, il club ha vissuto tanti anni non sempre esaltanti nei ranghi della Serie C e tra i dilettanti. Non sono mancati momenti di grande sconforto con retrocessioni, ripescaggi e fallimenti. L’ultima apparizione tra i professionisti in Prima divisione nel 2009-2010 è finita addirittura con lo scandalo del calcio scommesse, la radiazione e l’arresto dei dirigenti dell’epoca. Un incubo sfociato nell’amara ripartenza dal campionato regionale di Eccellenza. Una pagina triste rimossa ogni giorno di più grazie alla corazzata allestita nell’estate scorsa da un nuovo sodalizio, il cui presidente è il 47enne, potentino doc, Salvatore Caiata. È lui l’artefice di una rinascita insperata che sta facendo sognare non solo la città e i suoi 67 mila abitanti. Ma anche la provincia e i lucani “emigrati” in tutt’Italia. Nato nel capoluogo, ma trasferitosi a Siena per gli studi universitari, l’imprenditore Caiata si è affermato lì nei settori immobiliari e della ristorazione, ma non ha resistito al richiamo dei suoi colori. «Da potentino e lucano sentivo di dover dare un contributo alla mia terra - spiega il patron - . E poi conosco la passione dei lucani per il lavoro e per lo sport».
La città sull’onda di questo straordinario avvio di campionato è in delirio. Trovare un biglietto per lo stadio è un’impresa: i 6mila posti del Viviani sono troppo pochi per una piazza che ambisce ad altri palcoscenici. «Stiamo pensando al nuovo stadio - ammette il presidente - ma un passo per volta. C’è un’euforia palpabile e contagiosa anche per le strade. Non me l’aspettavo, ma è la conferma che c’è un bisogno diffuso di riscatto sociale attraverso il calcio. Ce la metterò tutta perché sento una grande responsabilità. Confidando sempre nell’aiuto di Dio, perché nulla avviene per caso». Un progetto che va oltre il pallone: «Con la pallavolo e il basket vogliamo dar vita a una polisportiva per trainare anche questi sport che vivono momenti poco felici. Per me poi più dei risultati conta il sorriso dei grandi e dei piccoli: stiamo investendo sul vivaio e monitoriamo tutti i ragazzi della regione. Siamo presenti nelle scuole e studiamo progetti solidali con la Caritas».
Una città nel pallone che oggi si gode la gioiosa macchina da gol orchestrata da uno stratega in panchina, Nicola Ragno, già vincitore di nove campionati. E come nelle migliori favole calcistiche c’è un brasiliano a tramutare i sogni in realtà: Carlos França. A 37 anni e 205 reti (la media più alta in D) ha fatto già felice le squadre di mezza Italia dove ha giocato. Un “profeta del gol” che è riuscito a liberarsi anche dalla terribile marcatura di un tumore. Merito, dice lui, soprattutto della sua fede ardente in Cristo. Le sue reti dell’altro mondo stanno sbalordendo Potenza e non solo (visto che sono state riprese dalle Tv nazionali) ed è soprattutto a lui che i tifosi si aggrappano per scrivere il lieto fine a questo meraviglioso inizio.