Quella sedia vuota al centro dell’aula Paolo VI, che lo scorso 25 giugno ospitava il concerto in occasione dell’Anno della fede, non va presa come chiave di lettura per raccontare il rapporto fra papa Francesco e la musica. Lo scatto che ha fatto il giro del mondo e che qualcuno ha commentato come un segno del disinteresse di Bergoglio verso il linguaggio “mondano” delle note altera il legame del Pontefice con gli spartiti, coltivato fin da bambino e alimentato anche negli anni del suo episcopato a Buenos Aires da appuntamenti pubblici e privati.Se si vuole descrivere il suo interesse per il pentagramma è meglio trarre dall’album del primo anno di pontificato le fotografie di Francesco che suona la batteria regalata dal presidente di Trinidad e Tobago, Anthony Carmona, o della cancelliera tedesca Angela Merkel che gli dona un cofanetto di centosette cd con le registrazioni del direttore germanico Wilhelm Furtwängler, una delle migliori bacchette del Novecento. Oppure si possono scorrere le biografie e le interviste rilanciate in questi mesi per scoprire gusti musicali che il Papa declina anche quando parla di tutt’altro, come il dialogo fra la Chiesa e il mondo.«Francesco ama tutta la musica», spiega la soprano argentina Haydée Dabusti
(guardala e ascoltala nel video qui sotto). Ribattezzata oltreoceano la “Maria Callas di Buenos Aires”, è una delle voci apprezzate dall’allora cardinale Bergoglio che dal 1998 l’ha invitata più volte nella sua cattedrale per animare le Messe che presiedeva o tenere concerti a cui lui non mancava di essere presente. Come papa Francesco, anche i parenti della cantante arrivano dall’Italia. «Dalla Lombardia e da Napoli», ci tiene a precisare. E con la mente torna alle esibizioni davanti a Bergoglio. «Il suo sorriso si espandeva quando incontrava la musica classica. E poi ha sempre avuto un debole per la lirica».