L'Assunta a Milano. La Madonnina che protegge la metropoli
“Unisce, protegge, è simbolo di fede e speranza. Oggi come allora, il suo materno abbraccio è richiamo luminoso per le genti”. Ecco la “Madonnina”. Così la vede Angelo Caloia, il presidente della Veneranda fabbrica del duomo di Milano. Dalla guglia maggiore troneggia sulla città, dal culmine della cattedrale metropolitana veglia sull’intera Lombardia. È l’Assunta.
Fu “ commissionata allo scultore Giuseppe Perego, dorata poi dall’orafo Giuseppe Bini, innalzata nel 1774”. Ricorda ancora Caloia: venne “restituita alla splendida lucentezza originaria nel 1830, nel 1904, nel 1939 e infine nel 2012. Alta 4,16 metri, è rivestita di 33 lastre di rame e di 6750 fogli di oro zecchino”. Si è detto tanto della Vergine meneghina. Ma forse qualcosa finora è sfuggito: la suggestiva simbologia leggibile in alcuni suoi dettagli. Per la verità realizzati con una finalità meramente pratica, e per lo più inosservati. Eppure in grado di indicare, per l’occhio e la mente che sa scoprirli, i segni distintivi della festa di oggi. Li commenta ora monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del duomo.
L’alabarda impugnata dalla Vergine
Di giorno è difficile vederle, nello sfavillio del sole che dà vita al marmo di Candoglia. “Ma con l’illuminazione serale – considera monsignor Borgonovo – creano attorno alla Vergine un’atmosfera celeste”. Probabilmente furono realizzati come semplice complemento dei guglietti; certo è che in una lettura simbolica contribuiscono a identificare la Madonnina del duomo con Maria assunta nella gloria.Le campane racchiuse nel Tiburio