Agorà

L'Assunta a Milano. La Madonnina che protegge la metropoli

Marcello Palmieri giovedì 14 agosto 2014

“Unisce, protegge, è simbolo di fede e speranza. Oggi come allora, il suo materno abbraccio è richiamo luminoso per le genti”. Ecco la “Madonnina”. Così la vede Angelo Caloia, il presidente della Veneranda fabbrica del duomo di Milano. Dalla guglia maggiore troneggia sulla città, dal culmine della cattedrale metropolitana veglia sull’intera Lombardia. È l’Assunta. Fu “ commissionata allo scultore Giuseppe Perego, dorata poi dall’orafo Giuseppe Bini, innalzata nel 1774”. Ricorda ancora Caloia: venne “restituita alla splendida lucentezza originaria nel 1830, nel 1904, nel 1939 e infine nel 2012. Alta 4,16 metri, è rivestita di 33 lastre di rame e di 6750 fogli di oro zecchino”. Si è detto tanto della Vergine meneghina. Ma forse qualcosa finora è sfuggito: la suggestiva simbologia leggibile in alcuni suoi dettagli. Per la verità realizzati con una finalità meramente pratica, e per lo più inosservati. Eppure in grado di indicare, per l’occhio e la mente che sa scoprirli, i segni distintivi della festa di oggi. Li commenta ora monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del duomo. L’alabarda impugnata dalla Vergine 

 (foto Diana Castagna) “Fu realizzata per sostenere il parafulmine – spiega – ma la sua iconografia sembra rimandare alla Donna dell’Apocalisse nel giardino di Eden, a colei che è Madre del Messia”. Nelle mani di Maria assunta al cielo, lo strumento anticamente utilizzato per aprire una via tra le asperità diventa “immagine della Chiesa che attraversa la storia dopo la risurrezione, in attesa della glorificazione finale”. Quella che a Maria, in quanto concepita senza peccato universale, è stata donata senza conoscere “la corruzione del sepolcro”.Gli angeli alla base del piedistallo finale della guglia minore Benigno Mörlin Visconti Castiglione, direttore della Veneranda, spiega che sono stati scolpiti con finalità portante. Ma l’arciprete vi legge un riflesso della “tradizione gerosolimitana ed efesina, secondo cui la Vergine, alla sua morte, sarebbe stata portata direttamente in cielo da Cristo e dagli angeli”. Ecco perché la liturgia stessa, come versetto dell’Alleluia, canta oggi “Maria è assunta in cielo, esultano le schiere degli angeli”. Le palle stellate sopra gli otto guglietti accanto al Tiburio

  Di giorno è difficile vederle, nello sfavillio del sole che dà vita al marmo di Candoglia. “Ma con l’illuminazione serale – considera monsignor Borgonovo – creano attorno alla Vergine un’atmosfera celeste”. Probabilmente furono realizzati come semplice complemento dei guglietti; certo è che in una lettura simbolica contribuiscono a identificare la Madonnina del duomo con Maria assunta nella gloria.Le campane racchiuse nel Tiburio

Le 3 campane della cattedrale, a cui se ne aggiunge una quarta fuori concerto sul tetto soprastante, fino a metà Ottocento rintoccavano da un campaniletto innalzato sulla navata principale. Poi divenne pericolante, e i bronzi vennero spostati nel tiburio. L’arciprete ricorda che “la loro attuale collocazione è sostanzialmente un ripiego”, ma è suggestivo immaginare che il loro suono – prodotto proprio alla base della guglia maggiore da cui svetta la Madonnina - sia immagine del canto degli angeli che accompagna l’Assunta nel tripudio del cielo.